lunedì 10 agosto 2020

Il Grande Castigo ha già avuto inizio



Il Mistero dell’Iniquità

E) Il progetto del Nuovo Ordine Mondiale per  l’unificazione dei paesi Comunisti e Capitalisti

Sia la Federal Reserve che l’Unione Sovietica furono create su  ordine dei finanzieri delle grandi banche internazionali. Costoro hanno  manipolato e controllato entrambi questi enti sin dall’inizio del XX  secolo, allo scopo di creare il Nuovo Ordine Mondiale. Nel 1919, i servizi  segreti degli Stati Uniti fornirono al governo Francese un memorandum, nel quale venivano svelati i nomi dei principali finanzieri internazionali  intervenuti direttamente nella preparazione della rivoluzione comunista  in Russia: Jacob Schiff, Felix Warburg, Otto Kahn, Mortimer Schiff,  Hieronymus Hanauer, Guggenheim e Max Breitung. Questa lista, tra  l’altro, era approssimata per difetto. Grazie alla ricerca approfondita del professor Anthony Sutton (e a quella di molti altri studiosi) è stato  ormai provato che furono i grandi banchieri di Wall Street ad aver  finanziato la Rivoluzione Sovietica.126

I Bolscevichi vennero infatti finanziati da un consorzio di banchieri  di Wall Street, Londra e Francoforte: J.P. Morgan, Kuhn-Loeb, i  Rockefeller, i Warburg, Lord Alfred Milner (di Aschberg) e altri. Sin  dall’inizio, questi banchieri manipolarono lo stato Bolscevico per i  propri scopi. Molti dei rappresentanti di questi banchieri furono anche  tra i fondatori della Federal Reserve: Frank Vanderlipp, Presidente  della First National Bank of New York di Kuhn-Loeb, Paul Warburg della Kuhn-Loeb & Co., Benjamin Strong, Presidente della Banker’s Trust Co.  di Morgan (e altri). Grazie alla creazione della Federal Reserve, gli architetti della Rivoluzione Sovietica ottennero il controllo monopolista  dell’economia Americana. 

Esercitando il proprio controllo economico sull’Unione Sovietica  e sugli Stati Uniti, non è difficile comprendere come i banchieri  internazionali intendessero fondere i due stati in un’unica entità. Si  tratta di un passo ulteriore verso la creazione di un unico governo  mondiale. La politica della distensione, o detente, venne ideata proprio  a questo scopo dall’uomo di punta dei Rockefeller, Henry Kissinger. Le  banche e le società controllate dai Rockefeller, che avevano il monopolio  del commercio con il Blocco Sovietico, fecero immensi profitti grazie ad  essa. 

Questi profitti, tuttavia, non servivano gli interessi nazionali  americani. I soldi che i sovietici spendevano per ‘pagare’ le merci ed  i servizi americani, non provenivano dall’economia sovietica, bensì  dalle tasche dei contribuenti americani, sotto forma di crediti e prestiti  a basso interesse. Nel mensile Washington Monthly del giugno 1988,  apparve un articolo di James M. Whitmore, intitolato: “Moscow: The  Real Secret Weapon” [“Mosca: la vera arma segreta”]. Sulla copertina  della rivista veniva raffigurato Leonid Breznev con in mano una carta di credito American Express, ad imitazione dell’attore americano Karl  Malden (che all’epoca era il volto pubblicitario di quell’azienda di carte  di credito). Breznev diceva: “Non uscite di casa senza!” e la data di  scadenza era “Mai”. Ecco cosa riportava quell’articolo: 

Quest’arma potrebbe rivelarsi devastante per l’Occidente, senza che venga sparato neanche un colpo; incredibile a dirsi, non solo la stiamo costruendo per i Russi… ma la stiamo addirittura  pagando noi! Di che arma parliamo? Del debito. … I banchieri  occidentali, sin dalla metà degli anni ’70, hanno permesso al  blocco Sovietico di accumulare tra i 60 e gli 80 miliardi di dollari di debiti... la grandezza di un simile debito è tale che il default  dell’Unione Sovietica potrebbe causare un panico finanziario  capace di far crollare il sistema finanziario capitalista. 

La ricchezza degli Stati Uniti stava venendo spostata dall’economia  nazionale fino alle mani dei sovietici, ad ovvio detrimento dei primi e  a vantaggio del regime comunista. I soldi dei contribuenti americani  venivano usati per sviluppare l’economia sovietica, mentre al tempo  stesso si concentrava la ricchezza americana nelle mani degli interessi  economici dell’impero dei Rockefeller. (Il culmine di questo meccanismo  si è avuto nell’ottobre 2008 con la legge per il salvataggio delle banche,  che ha autorizzato il trasferimento di quantità immense e quasi illimitate  di denaro – provenienti dalle tasche degli Americani – alle banche più  importanti d’America, sotto minaccia di legge marziale da parte del  Segretario del Tesoro, Henry Paulson, e del Presidente della Federal  Reserve, Ben Bernanke. Il Deputato della Camera dei Rappresentanti,  Brad Sherman, ha rivelato che la minaccia di instaurare la legge marziale  è stata lanciata durante un discorso alla Camera dei Rappresentanti,  quando sembrava che quella legge stesse per essere bocciata. L’autore  di quella minaccia era stato proprio Ben Bernanke.) 

Le banche e le multinazionali controllate da Rockefeller avevano  tutto l’interesse a conservare lo status quo comunista nell’Unione  Sovietica, fino a che la perestrojka non fosse stata pronta per essere  implementata, come programmato. Immense quantità di denaro  vennero continuamente estirpate dalle esangui tasche dei contribuenti  americani e consegnate ai sovietici, proprio perché i banchieri  internazionali avevano tutto da guadagnare nel mantenere i comunisti  al comando, fino alla loro finta caduta, programmata in anticipo da decenni. 

Ecco quindi i motivi che hanno spinto l’amministrazione Bush ad  affermare più volte che la politica estera degli Stati Uniti di quel periodo  era indirizzata a promuovere e contribuire alla glasnost e alla perestrojka  di Gorbaciov. L’amministrazione Bush aveva ribadito infatti il proprio impegno nell’aiutare Gorbaciov a rimanere saldamente al comando, per  continuare le riforme da lui introdotte in Unione Sovietica. Per questo  motivo il regime bolscevico ricevette ancora prestiti e aiuti da parte  degli Stati Uniti, fino al giorno del suo crollo programmato. Rockefeller  ed il CFR, che avevano appoggiato Bush alla presidenza, avevano tutti i loro interessi, imperialisti e globalisti, nel sostenere il regime di  Gorbaciov fino alla messinscena della sua caduta. 

Prima che i regimi Comunisti dell’Europa orientale “cadessero,”  come programmato da anni, Charles Levinson scrisse queste parole nel  suo libro Vodka-Cola: “Le multinazionali occidentali, pertanto, useranno  la loro influenza, già predominante, sulle forze politiche ed economiche  dei vari paesi, a sostegno della perpetuazione di quei regimi Orientali  con i quali hanno una stretta e sempre più ampia comunione di interessi  finanziari ed economici.”127 Nel 1991 scrissi: “I cambiamenti nell’Europa  dell’Est hanno lasciato ai comunisti il controllo sulle forze militari e  di polizia, e quindi sulla sicurezza dello Stato. Gli unici cambiamenti  sono solamente temporanei e di natura politico-economica.”128 Lo  stesso Gorbaciov, nel discorso al Politburo del 1987 di cui abbiamo già parlato, dichiarò che i cambiamenti che sarebbero avvenuti di lì a  poco nell’Unione Sovietica sarebbero stati solo ‘cosmetici’, ideati per  “indurre gli americani ad una falsa sicurezza.” Ancor prima della caduta  dell’Unione Sovietica, scrissi che: “la riconquista comunista è stata già  programmata, e avverrà quando il Nuovo Ordine Mondiale sarà entrato  nel suo nuovo stadio. Per ora, tuttavia, i comunisti e le multinazionali  preferiscono che le nazioni più produttive dell’occidente continuino a  sovvenzionare i paesi dell’Est, perché l’economia comunista dell’Unione Sovietica non può sostenere le economie delle sue colonie del Patto di  Varsavia e mantenere allo stesso tempo il suo livello di spesa militare.”129

Padre Paul Kramer

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