domenica 16 agosto 2020

Il problema dell'ora presente. Antagonismo tra due civiltà



LE SOCIETÁ SEGRETE ALL'OPERA

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Ma ciò che meglio fa vedere il suo disegno, è il motto che ritorna costantemente sotto la sua penna e sulle sue labbra. "Tutti i cospiratori - dice Barruel - hanno un linguaggio segreto, una parola d'ordine, una formula non intelligibile al volgo, ma la sua spiegazione segreta svela e rammenta continuamente agli adepti il grande oggetto della loro cospirazione. La formula scelta da Voltaire consisteva in queste due parole: Schiacciate l'infame. Ciò che m'interessa - scriveva a Damilaville (Lettera del 15 giugno 1762) - è l'avvilimento dell'infarne". "Impegnate tutti i fratelli e perseguitate l'infame a viva voce e per iscritto senza concedergli un momento di tregua". "E fate, per quanto vi sia: possibile, i più avveduti sforzi per schiacciare l'infame". "La nostra posizione è tale che noi siamo l'esecrazione del genere umano, se (in questo sforzo) non abbiamo a noi favorevoli le persone oneste (le persone di alta condizione). Bisogna dunque averle tutte con noi a qualsiasi costo: Schiacciale l'infame, io vi dico" (Lettere a Damilaville, a d'Alembert, a Thercot, a Saurin).


Chi è questo infame che bisognava così perseguitare incessantemente, avvilire, schiacciare a qualunque costo e cogli sforzi di tutti i congiurati?

Sulle labbra di Voltaire e su quelle di tutti i suoi adepti, queste parole significano costantemente: schiacciate la religione che adora Gesù Cristo. Schiacciate Gesù Cristo. Le prove abbondano nella loro corrispondenza. Schiacciare l'infame, vuol dire disfare ciò che hanno fatto gli Apostoli; vuol dire abbattere Colui che hanno combattuto i deisti e gli atei; vuol dire perseguitare ogni uomo che si dichiara per Gesù Cristo. E' il senso inteso da Voltaire, e questo senso non è meno evidente sulla penna degli altri. Il cristianesimo, la setta cristiana, la superstizione cristicola sono sinonimi sotto la penna di Federico. D'Alembert è più riservato nell'uso di questa parola, ma l'adopera sempre nel senso inteso da Voltaire. Gli altri congiurati non intendono diversamente la "parola d'ordine". Non la trovano troppo forte per esprimere il desiderio diabolico che s'annida nel loro cuore. L'estensione ch'essi danno alla loro congiura non deve lasciar sulla terra il minimo vestigio della dottrina e del culto del divin Salvatore.

I congiurati erano completamente organizzati al ritorno di Voltaire dopo il suo soggiorno in. Prussia, verso la fine del 1752. Per schiaccíare t'infame, il mezzo ch'essi han creduto di dover usare prima d'ogni altro fu di assalire la fede nelle anime. "Minare sordamente e senza strepito l'edificio - scriveva Federico a Voltaire - è come obbligarlo a crollare da se medesimo" (29 luglio 1775). Ma, anche in ciò, d'Alembert avvertiva d'essere prudenti e di non voler arrivare troppo presto. "Se il genere umano s'illumina - diceva egli constatando l'effetto prodotto dall'Enciclopedia - gli è che si ebbe la precauzione d'illuminarlo a poco a poco".

I congiurati facevano dell'Enciclopedia la sentina di tutti gli errori, di tutti i sofismi, di tutte le calunnie fin allora inventate contro la religione. Ma era convenuto che essa versasse il veleno quasi insensibilmente. Per giungere a questo risultato adoperossi un'arte ammirabile. "Senza dubbio - scriveva d'Atembert a Voltaire - abbiamo dei cattivi articoli (cioè articoli ortodossi) di teologia e di metafisica. Con censori teologi e con un privilegio, io vi sfido a farli migliori. Vi sono degli articoli meno conosciuti in cui tutto è riparato" (Lettera del 24 luglio 1757). Si sapeva approfittare delle occasioni per introdurre questi articoli riparatori. "Durante la guerra dei Parlamenti e dei Vescovi - avea scritto Voltaire a d'Alembert l'anno precedente (13 novembre 1756) - avrete il comodo d'infarcire l'Enciclopedia di verità che non si sarebbe osato dire vent'anni fa". E a Damilaville: "Io pongo tutte le mie speranze nell'Enciclopedia" (Lettera del 23 maggio 1764). Difatti, essa fu, a detta di Diderot, un abisso dove certe razze di novellieri gettarono alla rinfusa una infinità di cose, mal venute, mal digerite, buone e cattive, incerte e sempre incoerenti; e ciò perchè, secondo lui, si voleva insinuare quello che non potevasi dire apertamente senza provare ribrezzo.

Mentre i congiurati cercavano di scuotere le fondamenta della fede, si adoperavano a fare sparire i suoi difensori, ed innanzi tutto i religiosi. Fu questo il secondo mezzo che adoperarono per arrivare ai loro fini.

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Delasuss, Henri

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