I FALSI “FRATELLI MAGGIORI
Oggi, il nuovo Israele continua i massacri che sempre, durante il suo cammino verso la “Terra promessa”, aveva compiuto, come l’ebreo Mosè che, armi alla mano, invade la Palestina, facendo passare a fil di spada tutti i suoi abitanti. David, poi, pastore, poeta e re libidinoso, perfezionerà la conquista. Dopo la morte del figlio Salomone, avuto da una donna alla quale aveva fatto uccidere il marito per averla, il Regno si divide in due tronconi con assassini e congiure di palazzo, rivolte di capi, svergognate corruzioni, spudorate idolatrie, guerre civili… Inutilmente i Profeti, in nome di Dio, ammonivano e minacciavano d’esser fatti fuori, come di fatto avvenne per il regno di Israele, poi quello di Giuda, distrutti, e gli abitanti deportati in esilio di Babilonia. E il loro Tempio veniva bruciato e ridotto a un cumulo di rovine! Con l’esilio, ecco l’inizio della Diaspora, mentre in Babilonia si sparge l’iniquità dei Savi Anziani di Sion, i quali fungevano da giudici del popolo, condannando a morte gli innocenti, come la casta Susanna (Dan. XI,4). È da allora che da ranno inizio al Talmud, col quale “pervertiranno la Legge in perfetta menzogna”. E così, Babilonia diventerà la grande meretrice, madre delle fornicazioni e delle abominazioni della terra.
Dopo pochi decenni dalla loro deportazione, gli ebrei daranno vita alle prime “Banche” usuraie, come quella di Nippur. Quando Ciro attaccherà Babilonia, troverà le porte di bronzo aperte dalle quinte colonne degli ebrei traditori! In seguito, qualche decennio dopo, il primo ministro del re Serse, Aman, intimorito dallo strapotere che gli ebrei avevano raggiunto, emana un editto per il loro sterminio. Ma Mardocheo, ebreo, zio della regina Ester, riesce a convincerla di capovolgere quell’editto, e dopo aver fatto uccidere, a casa sua, Aman, dà mano libera alla Diaspora ebraica di far fuori i loro avversari. In tre giorni, essi ne massacrarono ben 75 mila!1 Qui, va ricordato quello che disse, il 22 marzo 1986, il rabbino-capo di Roma, Toaff: «Se dopo la venuta del nostro Messia scompariranno tutte le nostre solennità giudaiche, mai verrà abolita quelle del “Purim”, che celebra in una baldoria esaltata la vittoria genocida della Diaspora sui Persiani». C’è proprio da ricordarsi, allora, l’ammonimento del Papa Innocenzo III: «I Giudei sono, tra i popoli che li ospitavano, come il topo nel lardo, il serpente nel seno, e per ringraziamento sono soliti dare fuoco e distruzione». Intanto gli ebrei, col Talmud avevano formulato una idolatria razzista, avvelenata d’odio verso tutto il genere umano. Persino Ricciardetto, il 2 luglio 1938, su “Omnibus”, scriveva: «Accanto all’opera ispirata dei Profeti, si codificava quella formalistica e pedante del “Codice Sacerdotale” che non aveva niente a che fare con la vera religione, ma solo con i sepolcri imbiancati.
Gesù rese la rottura, tra profetismo e Congreghe, inevitabile, e quello che era vivo e vitale nel Giudaismo passò tutto nel Cristianesimo. Perciò, riconoscere Cristo e rimanere ebrei è una contraddizione in termini, come sono contradditori i termini di universalismo cristiano e di razzismo giudaico. In fondo, il razzismo lo hanno inventato gli ebrei, e quando l’invenzione si è ritorta contro di loro, se ne sono doluti». Perciò, è bene ricordare quello che già aveva detto Cicerone nella sua arringa “Pro Flacco”: «Tenere a bada questa turba giudaica così concorde, così influente nelle adunanze popolari, dove spesso si infiamma di furore, e fare questo nell’interesse della Repubblica, è prova suprema di chiari princìpi». Infatti, s’erano insediati saldamente nei palazzi degli imperatori, tanto che, al tempo di Nerone, dominavano il Gabinetto, e tutti quelli che dominavano le folle erano giudaizzanti, come: Poppea, sua moglie; Alituro, capo dei mimi di corte; Pallante, marito di Drusilla, sorella di Agrippa II; Tigellino, primo favorito, il Prefetto di Roma. Costoro fecero bruciare 10 quartieri su 14 della Capitale, e proclamare l’editto: «Non è lecito essere cristiani»! La radice, dunque, era sempre la medesima della Sinagoga: «Chi avrà riconosciuto Gesù come Messia, sia cacciato dalla Sinagoga»! È per questo che la prima pagina di storia del N.T., incomincia con gli Apostoli in preghiera nel Cenacolo, «a porte chiuse per paura dei giudei» (Gio. XIV, 17).
Oggi, invece, la “nuova Chiesa” del Vaticano II ha spalancato addirittura tutte le porte agli ebrei, i nostri eterni lupi rapaci! Poi, per far nascere la “nuova Chiesa”, quella di Gesù, verrà la fiamma e il vento dello Spirito Santo. Solo dopo, San Pietro, per primo, comincerà la predicazione su Cristo crocifisso e risorto, dicendo: «Voi avete crocifisso Gesù Nazareno, che Dio ha costituito Signore e Messia». E ne convertì subito tre mila! E con la continua sua predicazione sul Cristo crocifisso e strepitosi miracoli, le conver sioni al cristianesimo furono in continuo aumento, tanto che i Signori e i Capi del popolo incominciarono con le battiture, le flagellazioni, le carceri, contro quegli “illetterati e miserabili”; ma l’effetto fu contrario alle loro aspettative, perché «il numero dei discepoli andava sempre più aumentando, e una gran folla di sacerdoti ubbidiva alla fede» (Cfr. Atti, VI,7), che si propagò, incredibilmente, in tutto il Bacino mediterraneo, nonostante i continui contrasti delle Sètte giudaiche di Gerusalemme, che inviarono ordini perentori a tutte le Sinagoghe, suggerivano ai pagani di diffondere ogni genere di calunnie contro i cristiani e infiltrarono quinte colonne di eretici gnostici tra i fedeli. San Giovanni evangelista, al vescovo di Smirne scriveva: «Conosco le calunnie contro di te, da parte di coloro che si vantano di essere Giudei e non lo sono, ma sono piuttosto una Sinagoga di Satana». San Giustino, nel suo “Dialogo” afferma: «I Giudei ci trattano da nemici, uccidendoci e perseguitandoci quando possono. Nella recente guerra giudaica, Bar-Kokeba, il capo della rivolta, faceva trascinare solo i cristiani a orrendi supplizi, qualora non rinnegassero e bestemmiassero Gesù Cristo». Tertulliano, nel suo “Alle Nazioni”, scrive: «Le Sinagoghe sono i centri dove muovono tutte le persecuzioni; dai giudei partono tutte le calunnie contro di noi. Se torcono un capello ad un Ebreo, tutti gridano; se massacrano i cristiani a migliaia, nessuno parla». Anche dopo l’edito di Costantino, le stragi dei cristiani non diminuirono. Per questo, Sant’Anastasio lamenta: «Non tollerate che la Chiesa d’Alessandria venga calpestata dagli eretici giudaizzanti, mentre gli ebrei e i pagani sono giubilanti, e il cielo viene arrossato dal riflesso delle chiese incendiate» (Cfr. Bib. Pat., vol. 1). Ma oltre alle persecuzioni fisiche, si considerino le numerose “eresie” che il Giudaismo ha diffuso tra i fedeli cristiani. Già San Paolo ammoniva: «Volesse il cielo che questi giudaizzanti si mutilassero del tutto, invece di seminare i disordini che vi conturbano». E San Giovanni evangelista stigmatizzava i Nicolaiti, gli Ebioniti «che si dicono di essere apostoli, mentre non lo sono, ma bugiardi corruttori della Scrittura». Tutta la sequela dei primi gnostici erano tali: da Simon Mago, a Menandro, a Basilide, a Valentino, a Marcione, a Carpocrate… Poi, i “falsi conversi” scateneranno la prima divisione nella Chiesa con diatribe sulla celebrazione della Pasqua, e poi, in Roma, creeranno le “pseudo-Clementine”. La spaccatura finale avverrà, poi, con Costantino, che proclamerà, sì, l’Editto di libera professione del Cristianesimo, ma che conserverà ancora la schiavitù, ammantata di sacro, ma uguale, se non peggiore, di quella pagana; che non si farà battezzare se non in punto di morte; che genererà una teocrazia di pratica adorazione dell’imperatore; che spremerà il popolo con le tasse “delle sacre elargizioni”; che si porrà, praticamente, a capo della Chiesa stessa, indicendo Concili, emanando leggi ecclesiastiche, legandosi i Vescovi con favoritismi e benefici; che fece fuori moglie, figlio, parenti… I veri Pastori reagivano, come un San Basilio che scrisse: «I cittadini straziati si sono rivolti a noi per aiuto. Nelle città risuona la roca diatriba tra esattori e tassati; delle loro lugubri grida gemono i portici; le notti sono sommerse nel buio, fuggito il Senato, imminente l’anarchia. Per questo, i padri devono condurre al lupanare le loro figlie per avere di che pagare il fisco»! Anche Costanzo, suo successore, liquidati i suoi fratelli, rimase imperatore feroce, seguace del giudeo Ario, consacrato prete ad Alessandria. I contrasti con la Chiesa furono continui e i fedeli ridotti al minimo termine, tanto da far scrivere a San Girolamo: «Un mattino, il Cattolicesimo si svegliò e si accorse di essere ariano!» Usò minacce, esili, galere, terrore, corruzione e propaganda fanatica, per spezzare la resistenza dei Vescovi. Solo il grande San Ilario di Poitiers lo attacca con forza: «È salito al potere l’Anticristo. Gridino i Pastori, poiché i mercenari sono scappati. Diamo la vita per le pecorelle, poiché i lupi sono entrati nell’ovile. L’angelo di Satana si travestì in angelo di luce. Ma non temiamo, è meglio morire con Cristo!» Ma sarà il crollo dell’Occidente sotto le armi acuminate dei Goti, del Sarmata, dei Quadi, degli Eruli, dei Vandali, dei Visigoti, degli Unni, dei Marcomanni, dei Longobardi, degli Avari… tutte armate che hanno avvilite, scarnificate, disarmate le popolazioni che avevano conquistato col sangue! Simone di Cirene ha scritto: «Non c’è monte scosceso, non c’è fortezza munita, non castello che i barbari non abbiamo violentato. I giovani stessi sono predati per costituire il nerbo dell’esercito nemico, e poi marciare contro la Patria e devastare quei campi che, fanciulli, avevano coltivato col padre». Così, ieri, così oggi, con i giannizzeri moderni che hanno scatenato le ultime guerre, scatenate dal Potere Segreto Internazionale, ma volute armate e guidate dalle varie ideologie, tutte sotto il prepotente dominio dell’anticristo giudaico!
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