martedì 5 gennaio 2021

Comunione sulla mano? NO! é sacrilegio!

 


Il  pensiero  della  Chiesa  

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Qui, credo opportuno ricapitolare: 1. la “concessione” di dare la “Comunione sulla mano” non è stata né raccomandata dalla Santa Sede e neppure giustificata, per cui non comporta alcun dovere per alcuno. Perché, concedendo questa “possibilità”, la Santa Sede non ha conferito ai fedeli alcun diritto, nel senso giuridico del termine, né alcun dovere di farlo da parte del sacerdote! Anzi! 

2. È una “concessione” che ha ridotto il senso della grandezza di Dio, avvilendola al livello di funzione nutritiva. L’elemento sensibile, infatti, prevale, ora, sul Mistero della “Presenza Reale”. Gesù-eucaristico viene preso in mano, ormai, come un oggetto, come una “cosa” che viene messa su di una mano che tocca tutto, anche le cose più ripugnanti! 

3. La dispersione immancabile dei “frammenti” costituisce la più grave e dogmatica difficoltà per un sacerdote che veramente crede alla “Presenza Reale” di Cristo, per cui, di conseguenza, deve sentirsi obbligato, in coscienza, a non distribuire la “Comunione sulla mano”, essendo un atto “formaliter sacrilego”, dopo la definizione del Concilio “de fide” di Trento sulla “Presenza Reale” anche nei frammenti dell’ostia. Un vero sacerdote non può non rendersi conto che la “nuova disciplina” produce, inevitabilmente, un affievolirsi della riverenza verso il SS. Sacramento, facilita la sua profanazione e discioglie la stessa dottrina che lo riguarda. («Mutatio enim in re tanti momenti, quae antiquissima et veneranda traditione innititur, praeterquam quod disciplinam pertingit, pericula etiam secumferre potest, quae timentur forte oritura ex novo modo sacram Com munionem ministrandi, ne scilicet perveniatur sive ad minorem eraga augustum altaris Sacramentum reverentiam, sive ad eiusdem Sacramenti profanationem, sive ad rectae doctrinae adulterationem…»)118. Non fu per questo, forse, che moltissimi Vescovi avevano ritenuto che non si dovesse mutare la prassi tradizionale, perché la “nuova prassi”, infatti, avrebbe sicuramente causato vilipendio a Gesù eucaristico e anche offesa alla maggior parte dei fedeli? («… Episcopos longe plurimos consere hodiernam disciplina haudquaquamesse immutandam: quae immo si immutetur, id tum sensui tum spirituali cultui eorundem Episcoporum plurimorumque fidelium offensioni fore…»119). E non fu per questo che Paolo VI aveva giudicato di non dover modificare la forma finora seguita nel distribuire la “Comunione sulla lingua”? («Summo Pontifici non est visum modum jamdiu receptum sacrae Communionis fidelibus ministrandae immutare…»120). E non fu per questo che i Vescovi, i sacerdoti e i fedeli vennero vivamente esortati a rispettare la tradizione nuovamente confermata? («Quapropter Apostolica Sedes Episcopos et sacerdotes et fideles vehementer hortatur, ut validae iterumque confirmatae legi studiose obsequatur…»121).

Ora, dopo tali “testimonianze” autorevolissime, non dovrebbe occorrere altro per convincere ogni cristiano che la più intima volontà della Chiesa, Madre e Maestra, è ancora ancorata alla consuetudine antica che risale - come abbiamo già dimostrato! - all’èra apostolica! Perciò, noi ripetiamo ancora una volta: è teologicamente obbligatorio negare la “Comunione sulla mano”, perché costituisce “sacrilegio”122 la dispersione e la conseguente profanazione delle Sacre Specie, anche sotto forma di piccolissimi frammenti, ma che pure essi sono il Corpo santissimo di N. S. Gesù Cristo! Il “sacrilegio” consiste appunto in questo: nel fatto che, nel dare e nel ricevere la santa Comunione, dall’Ostia si staccano, spessissimo, dei “frammenti”, i quali, mentre con la Comunione data in bocca si usa il “piattello” su cui cadono sopra - e che poi vengono ricuperati! - con la “Comunione sulla mano”, invece, i frammenti che cadono vanno dispersi per terra e, di conseguenza, calpestati o spazzati via e, quindi, inevitabilmente profanati! E siccome non si tratta di disgrazia, ma di un atto che è volutamente causato, perché conosciuto e previsto, risulta, perciò, un vero e proprio “sacrilegio”! Difatti, per il Diritto Canonico, il “sacrilegio” consiste nella «profanazione di “persona”, cosa e luoghi sacri o consacrati con rito religioso»123. Ebbene, Gesù nel SS. Sacramento non è, forse, una “Persona”? (E che “Persona”!.. “Figlio di Dio” e “Dio” Lui stesso!). Quindi, delle “profanazioni” che riceve nel SS. Sacramento, questa è la più grave, perché la Sua presenza, anche nei frammenti, è integra - Corpo, Sangue, Divinità! - come definita dal Concilio di Trento “de fide”, per cui chi non vi crede o vi disattende - perché i “frammenti” finiscono inevitabilmente per terra dove vengono calpestati o portati via per finire nella spazzatura - diventa “anatema”, ossia “scomunicato”!

Per cui diciamo: possibile che l’episcopato, che ha concesso il “nuovo rito” della “Comunione sulla mano”, non sapesse di questa “verità” di fede, dichiarata solennemente da due Concilii “de fide”? («Se qualcuno negherà… che Gesù Cristo si trova sotto le singole parti di ciascuna specie, fatta la separazione, SIA SCOMUNICATO»124). E che non sapesse che il Signore permane realmente presente nel Pane consacrato (e, quindi, anche nei frammenti!) pure dopo la celebrazione eucaristica? («Se qualcuno dirà che… il Corpo e il Sangue di N. S. Gesù Cristo… è presente solo fino al momento della Comunione… e non oltre, e che nelle Ostie consacrate (non consumate) dopo la Comunione non rimane il vero Corpo del Signore, SIA SCOMUNICATO!»)125. E allora? quali erano le deduzioni che i signori Vescovi dovevano fare? Avevano, forse, accettate le “eresie” del “Nuovo Catechismo Olandese”, in cui si nega appunto la permanenza della “Presenza reale” nei frammenti minuscoli del Pane consacrato? Perché è solo negando la “transustanziazione” e il carattere sacrificale della Messa che il fedele può prendere la particola sulle sue mani e mettersela in bocca da solo! Perché è solo così che si comprende come le “briciole” che cadono dalle Ostie consa crate possano essere gettate via con tanta indifferenza, come si fa con gli “avanzi” di una “cena”! Da qui, perciò, la nostra sicurezza nel denunciare come “sacrilego” questo permesso di dare la “Comunione sulla mano”, appunto perché i “frammenti”, che pur contengono la “Persona di Cristo in toto”, vengono dati inevitabilmente alla spazzatura e, di conseguenza, si viene a compiere un vero e proprio “sacrilegio”! Quindi... che Dio vi illumini, Eccellenze!

del sac. dott. Luigi Villa






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