LIBRO DEL PROFETA DANIELE
17 Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza, e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
Non sono i maestri umani che rendono esperto Daniele e gli altri suoi compagni nelle scienze da essi insegnate. È il Signore che dona pienezza di scienza.
Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza, e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
Il testo rivela che non solamente il Signore completa alla perfezione l’insegnamento degli uomini. Lui vi aggiunge ciò che gli uomini non sanno.
Quanto alla comprensione di ogni scrittura e ogni sapienza, qualcuno potrebbe anche pensare ad una bravura umana. Si potrebbe escludere Dio.
Quando invece si passa all’interpretazione di visioni e di sogni, allora la bravura umana è da escludere. Qui dobbiamo attestare la presenza di Dio.
Senza l’aiuto di una grazia particolare, di una luce divina, nessuna visione potrà mai essere interpretata. Neanche la storia di un uomo potrà essere compresa.
Ad ogni uomo necessita l’aiuto dall’Alto se vuole comprendere ciò che vede. Altrimenti vede, ma non comprende. Vive una realtà, ma senza intelligenza.
Se Dio non viene e non aggiunge intelligenza a intelligenza, sapienza a sapienza, conoscenza a conoscenza, si rimane perennemente nel passato.
Dio viene, aggiunge, perfeziona, migliora, dona grazie speciali e l’uomo si colma di tutta la sapienza necessaria per esser sua vera luce sulla terra.
Quando l’uomo comprenderà che non è lo studio o la scienza che lo rende sapiente, capace di essere luce di aiuto per gli altri, si umilierà e chiederà.
Quando l’uomo saprà che conoscere per scienza non è conoscere per sapienza, allora si prostrerà dinanzi al Signore per chiedere la sapienza.
Il bene della scienza non è nella scienza, ma nella sapienza con la quale la scienza viene usata. Senza sapienza, la scienza produce più morte che vita.
Questo principio vale per ogni attività che si svolge sulla nostra terra. Politica, economia, finanze, tecnica, arte, senza la sapienza non danno vita.
Tutti noi sappiamo quanti danni produce nell’economia una scienza cieca, in più governata dal vizio, dalla concupiscenza, dal desiderio del possesso.
L’uomo senza Dio cresce solo in orizzontale, non in verticale. Vede dalla terra, non vede dal cielo, vede dalla carne. non vede dallo spirito.
Purtroppo oggi l’uomo è senza Dio. È condannato a vedere dalla terra e pensare dalla terra con un cuore inquinato dal vizio e dal peccato.
Cristo Gesù è venuto per innalzare l’uomo ad altezze divine, ma tutti preferiscono strisciare nel vizio e nel peccato e dal peccato pensare e agire.
È triste la vita dell’uomo sulla terra. Nel cuore c’è una potenza di male capace di annientare ogni forza di elevazione e di trascendenza, di virtù e di luce.
L’uomo ha una vocazione divina ed eterna. Fare di lui materia con la materia e in più materia di peccato in cammino verso la morte eterna, è infinita stoltezza.
Ma a chi oggi possiamo gridare questa vocazione eterna e divina? Se non la si può gridare, la si può almeno mostrare. Chi crede, si alzi e si mostri.
Quando la parola non è ascoltata, urge che si mostri come è divinamente bella una vita innalzata fino alla più alta esemplarità nella trascendenza.
Solo dalla più alta trascendenza oggi è possibile parlare ai cuori e alle menti. Senza trascendenza, ogni parola è vuota, perché priva di credibilità.
MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI
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