domenica 2 maggio 2021

ALLA SCUOLA DELL'AMORE

 


Docilità allo Spirito Santo

 Se dunque il segreto della santità è nell'abbandono all'azione dello Spirito, ne viene che tanto più saremo santi quanto più lasceremo che lo Spirito Santo viva in noi. Secondo l'autore principale della mistica della Compagnia di Gesù, Luigi Lallemant, la legge della santità è una sola: la docilità all'azione dello Spirito. Tanto questo è vero che san Giovanni della Croce poteva dire della Vergine: «In nostra Donna non vi fu operazione che non fosse di Spirito Santo». Queste parole fanno paura, perché in ogni ora che viviamo compiamo migliaia di atti fra esterni e interni. Pensare che nessun atto, in tutta la sua vita, non fu che di Spirito Santo, vuol dire che veramente Maria santissima viveva in Dio; la sua vita era in una pura e assoluta dipendenza dall'azione dello Spirito Santo, anche per ogni movimento intimo della sua immaginazione, del suo sentimento, della sua volontà, della sua intelligenza; in tutto viveva questa dipendenza assoluta dallo Spirito di Dio.

Dicevo che queste parole ci fanno anche paura, perché noi viviamo una vita così dispersa, così superficiale ...

A me sembra più che straordinario il fatto che santa Gemma Galgani potesse dire che il suo peccato più grande era stato quello di dimenticarsi per un minuto di Dio, mentre aiutava il figlio dell'avvocato Giannini a fare un compito di matematica. Io penso che anche per voi, che pure vivete in monastero, passi qualche volta qualche minuto senza che vi sia il pensiero attuale di Dio. Se non altro la cuoca quando 'attende al soffritto, perché non bruci, oppure una che sta alla ruota e deve ascoltare una persona che le parla di là ... Ma non si tratta di stare un minuto senza pensare a Dio, si tratta invece di non vivere nessun atto interno ed esterno, se non in dipendenza dello Spirito di Dio.

Dobbiamo allora capire come è che questo Spirito vive in noi, e in che modo possiamo vivere la nostra dipendenza da lui. Prima di tutto, come è che lo Spirito vive in noi? Qui la teologia ha due soluzioni. Una soluzione, fino a poco tempo fa, la più comune, insegnava che tutta la Santissima Trinità vive in noi, ma senza che la distinzione delle Persone importasse un particolare rapporto dell’anima con ogni Persona divina. Tutto quello che si attribuisce al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo è per appropriazione, diceva la teologia fino poco tempo fa, comunemente. Oggi si preferisce dire che la Santissima Trinità abita in noi per il dono ipostatico dello Spirito Santo (non si tratta dei doni dello Spirito Santo: essi sono una conseguenza e un frutto del dono di lui stesso alla nostra anima).

 don Divo Barsotti

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