Per mezzo di Maria scendono tutti i frutti della Redenzione
“…Tu devi sapere che quanto più grande è l’opera che voglio fare, tanti preparativi in più ci vogliono. Quante profezie, quanti preparativi, quanti secoli non precedettero la mia Redenzione? Quanti simboli e figure non prevennero il Concepimento della mia Celeste Mamma? Onde, dopo compiuta la Redenzione, dovevo raffermare l’uomo nei beni della Redenzione; e in questi scelsi gli Apostoli come raffermatori dei frutti della Redenzione, dove coi Sacramenti dovevano cercare l’uomo perduto e metterlo in salvo. Sicché la Redenzione è salvezza, è salvare l’uomo da qualunque precipizio. Perciò ti dissi un’altra volta che il far vivere l’anima nel mio Volere è più grande della stessa Redenzione, perché salvarsi, fare una vita di mezzo, ora cadere ed ora alzarsi, non è poi tanto difficile. Questo lo impetrò la mia Redenzione, perché volevo salvare l’uomo a qualunque costo, e questo lo affidai ai miei Apostoli, come depositari dei frutti della Redenzione. Or, dovendo fare il meno ancora, lasciai per allora il più, riservandomi altre epoche per compimento degli altri miei disegni.
Ora, il vivere nel mio Volere non è solo salvezza, ma è Santità che si deve innalzare su tutte le altre santità e deve portare l’impronta della Santità del suo Creatore. Perciò si dovevano eseguire prima le santità minori, come corteggio, forieri, messaggeri, preparativi di questa Santità tutta divina.
E come nella Redenzione scelsi la mia impareggiabile Mamma come l’anello di congiunzione con Me, dal quale dovevano discendere i frutti della Redenzione, così scelsi te come l’anello di congiunzione, dal quale doveva avere principio la Santità del vivere nel mio Volere, che essendo uscita dalla mia Volontà per portarmi la gloria completa dello stesso scopo per cui fu creato l’uomo, doveva ritornare sullo stesso passo del mio Volere, per fare ritorno al suo Creatore. Qual è dunque la tua meraviglia? Queste sono cose stabilite ‘ab eterno’ e nessuno Me le potrà spostare.
E siccome la cosa e grande, cioè lo stabilire il mio Regno nell’anima anche in terra, ho fatto come un Re quando deve prendere possesso di un Regno. Lui non va per primo, ma prima si fa preparare la reggia, poi manda i suoi soldati a preparare il Regno e a disporre i popoli alla sua sudditanza, onde seguono le guardie d’onore, i ministri, e l’ultimo è il Re. Ciò è decoroso per un Re. Così ho fatto Io: ho fatto preparare la mia reggia, qual è la Chiesa; i soldati sono stati i Santi, per farmi conoscere dai popoli; poi hanno preceduto i Santi che hanno seminato miracoli, come più intimi ministri; ora come Re vengo Io per regnare; quindi dovevo scegliere un’anima dove fare la mia prima dimora e dove fondare questo Regno della mia Volontà. Perciò, fammi regnare e dammi piena libertà”. (13°, 3-12-1921)
a cura di P. Pablo Martín
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