Come gli Ebrei giudicano gli altri popoli
Il celebre personaggio inglese Lord Disraeli (ministro ebreo in Gran Bretagna sotto la regina Vittoria), in un suo famoso libro dal titolo «Coningsby», ha lasciato scritto due gravissime proposizioni che, corrispondendo, purtroppo, ad una impressionante realtà, dovrebbero lasciarci tutti non poco pensosi. La prima suona testualmente così:
«Il mondo moderno è governato da personaggi, ben diversi che non si figurino coloro, i quali non vedono ciò che accade nel retroscena».
Ora, chi siano questi personaggi, è cosa dimostrabilissima: sono precisamente i Giudei.
Infatti essi, agendo sempre con prudenza ed occultamente, atteggiandosi ognora a innocenti vittime per suscitare il pietismo, con incredibile abilità e senza che alcuno se ne avveda, s'impadroniscono delle leve di comando di tutto il mondo e, per mezzo di una vasta rete d'intrighi e d'influenze organizzate, riescono a farlo marciare nella direzione voluta. Sono ormai riusciti a tale scopo e già la fanno da padroni nei posti più impensati e incredibili.
La seconda proposizione, che il suddetto Lord ci elargisce, afferma che, «...una razza superiore non può essere assorbita da una razza inferiore». Ciò significa, dunque, che è dovere della razza superiore assorbire quella inferiore! Pertanto, data la convinzione ebraica di essere loro «il popolo eletto», essi attuano verso di noi il suesposto principio e, senza difficoltà alcuna, vi riescono pienamente. E' un fatto più che certo, che chi si trova molto al di sopra, può, con tutta facilità, menare dove meglio gli piace chi sta molto al di sotto.
Che essi abbiano costituito «il popolo eletto» prima della venuta di Cristo, non si può discutere, perché è confermato dalla parola divina. Ma anche dopo il Deicidio, siccome la parola divina non si cancella, gli Ebrei restano un popolo eccezionale nel senso, che, fatte le debite distanze, essi hanno una qualche analogia con gli angeli decaduti, che tuttavia conservano la virtù intrinseca: solo alla fine del mondo si convertiranno.
In base alla loro conclamata superiorità, gli Ebrei chiamano «GOIM» — ossia «bestie da pascolo» — quanti non appartengono alla loro stirpe; tali realmente, fino ad ora, siamo stati nei loro confronti e tali ci considerano, perché siamo da essi stimati non uomini, ma esseri inferiori, dall'intelletto ottuso e bestiale, anzi addirittura allo stato di infanzia, compresi i governanti, creati soltanto per servire gli Ebrei 1. (Dunque, costoro considererebbero sé stessi quali uomini maturi di 50 anni, mentre noi, dei bimbi piccoli piccoli, da sballottarsi qua e là come palline, ivi compresi i Capi di Stato, i Vescovi e il Papa. Oh, che bellezza!).
Nel trattato talmudico, il Chullin, s'insegna: «I cristiani si hanno da fuggire come indegni del consorzio de' giudei; essendoché questi sono di tanta dignità, che neppure gli angeli gli eguagliano» .
In altro trattato, il Sanhedrin, si ha cura di soggiungere: «Un giudeo deve riputarsi quasi uguale a Dio! Tutto il mondo è suo, tutto deve a lui servire, specialmente le bestie che hanno forma di uomini, cioè i cristiani».
Il medesimo, ribadisce poi tale dottrina in questi termini: «Dovunque si stabiliscono gli Ebrei, bisogna che si facciano padroni; e finché non abbiano l'assoluto dominio... non debbono cessare dal gridare: Che tormento! Che indegnità!» .
Il precetto della legge naturale e mosaica che comanda l'amore del prossimo, non è — secondo lo spirito del «Talmud» (codice religioso e civile giudaico) — un precetto universale, ma ristretto ai soli Giudei e ai loro amici. Questi si debbono amare e non già i «goim», che non sono uomini ma bestie .
Chiarisce ancor meglio il modo di giudicarci ebraico, quanto, in proposito, è stampato su la dotta rivista «La Civiltà Cattolica» (a. 1893. v. V . s. XV. p. 145. 269), che documenta il suo dire col più esatto riferimento talmudico. Vi si legge, infatti, come i talmudisti insegnino: «Essere il cristiano omicida, immondo, sterco, dato alla bestialità e ad altre orribili nefandezze e tale che il suo solo incontro contamina .
Volete voi sapere a che razza di animali, essi ci facciano l'onore di aggregarci? Eccola.
Secondo il trattato Zohar . i cristiani sono bovi, asini, cani; mentre, giusta il trattato Yalkut-Re, Ubêni essi apparterrebbero piuttosto alla specie suina. Ma anche qui è tra i rabbini diversità di pareri, perché gli uni li chiamano semplicemente porci; ed altri vi aggiungono la qualifica di1 silvestri, quali sono i cignali .
Non basta: commentando un passo del Deuteronomio (XIV, 21). il sig. Salomone o Schelomo Tarchi (Ruschi) si avvisa farci troppo onore pareggiandoci alle bestie e — come specifica lo Zohar — veniamo senz'altro regalati dell'onorevole titolo di figli del diavolo.
In conseguenza, nello stesso Zohar, si asserisce che le anime nostre non procedono dal principio buono o da Dio, ma da Keliphah, principio immondo, lue, morte o ombra di morte . Per lo che dopo morte vanno tutte in un fascio a casa del diavolo.
Il nostro cadavere, agli occhi dei giudei, non è corpo umano ma carogna; e quindi ha da gettarsi a marcire tra i carcami delle bestie . Le nostre preghiere a nulla valgono perché sono Tiflah, vacuità, insulsaggini, peccati : le nostre chiese sono templi idolatrici, luoghi immondi, fogne, porcili ; le feste giorni di perdizione: i preti sacerdoti di Baalal : Cristo, la Vergine, i Santi... (qui seguono bestemmie non riferibili).
Il giudeo non deve lasciare luogo alcuno sulla terra a cotesti pessimi ladroni (goim).
Imperocché, propagandosi essi, la terra si popolerebbe di cani» .
Udite ora in quale modo i maestri d'Israele considerino il sesso femminile a loro estraneo: «Che cosa è una prostituta? Ogni donna che non sia ebrea ».
“Vermijon” Giugno 1955
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