San Giovanni ci mette in guardia con una concisione luminosa: «E il mondo passa con le sue concupiscenze». Contro gli inganni di un mondo superbo, l’allarme è dato: «Il mondo passa». Ciascuno deve approfondire e convincersi della fugacità di questo mondo, affinché la “superbia della vita” non lo inganni presentandogli una falsa perennità. Quando la “superbia della vita” sarà rimossa dall’umiltà di cuore, si comprenderà con chiarezza che questo che vedono i nostri occhi e sente la nostra carne, è destinato a scomparire per dar luogo ad un mondo nuovo e a una terra nuova, secondo il cuore di Dio, ove abiteranno eternamente “coloro che hanno fatto la Volontà del Padre”. «Il mondo passa con le sue concupiscenze; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno».
Mentre questo mondo passa, raccogliamo il consiglio di San Giovanni: «Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui». Certo; come avremo l’amore del Padre, se amiamo quel mondo che rifiutò suo Figlio? «Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe». Ora possiamo capire in tutto il loro senso le parole di Gesù: «Non prego per il mondo».
Dobbiamo notare che quando cominceremo a liberarci totalmente dallo spirito del mondo, cominceremo a sentire l’impossibilità di vivere in questo mondo. Non si può conoscere questa impossibilità fino a che davvero non si rinuncia totalmente. Questa rinuncia ci mette in uno stato di violenza nei confronti dei nostri simili. Questa violenza non implica una mancanza di carità propriamente detta, ma cagiona una specie di distorsione; si vive nel mondo, ma con uno spirito che urta da ogni parte col modo di pensare di coloro che sono installati nel mondo. Questa distorsione spirituale, come la distorsione di un membro del corpo, causa dolore nell’umano. Chi vuole vivere totalmente dello Spirito di Dio, desidererebbe essere condiscendente con certe debolezze di quelli che ancora vivono dello spirito del mondo, ma non può. Ecco la distorsione: volere e non potere; volere nell’umano e non potere perché lo Spirito di Dio, di cui vive, non gli permette di condiscendere con ciò che è proprio dello spirito del mondo.
Questa costante violenza non potrà essere compresa, se non da quelli che hanno rinunciato davvero totalmente allo spirito del mondo. E questo “totalmente” è molto importante perché quell’esperienza sia perfetta. Perché si può rinunciare a certi aspetti dello spirito del mondo, e nello stesso tempo vivere di quello spirito per altri aspetti. Possiamo dire che il segno di quella rinuncia totale si trova in quella impressione di impossibilità a vivere nel mondo. Quelli che non abbiano avuto questa esperienza dolorosa, è perché non hanno rinunciato totalmente allo spirito del mondo; questi lotta ancora con l’anima per restare in lei. È però anche vero che quando quello spirito lo si è espulso totalmente e si vive solamente dello Spirito di Dio, si acquisisce quella perfetta libertà che non trova ostacoli per vivere ancora in questo mondo, inaugurando già nell’anima il regno di Dio.
Chi vuol vivere in questo mondo stimato da esso e non voglia adattarsi a ciò che lo spirito del mondo esige, vive in una contraddizione: vuole essere amato da “qualcuno” che egli non ama. Questa è una rinuncia egoista, perché ha rinunciato al mondo esterno, riservandosi gli apprezzamenti che quel mondo può dargli. Costoro vivono in una costante inquietudine per timore di perdere quell’apprezzamento, e nel contempo non vogliono condiscendere al mondo (costoro sono nella “via di convenienza”, una posizione falsa, che non può durare).Non parliamo di coloro che vivono totalmente schiavi dello spirito del mondo, in loro non c’è la pace. Perché non serve darsi a quello spirito una volta per tutte; le sue esigenze sono sempre maggiori, perché nel fondo esiste l’inquietudine di uno spirito che si muove in costante rinnovamento per potersi mantenere, giacché è l’errore e la menzogna.
presentato da JOSÉ BARRIUSO
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