SAN GIOVANNI APOSTOLO APOCALISSE
Quanto Giovanni sta per scrivere viene dal di fuori di sé, viene dal cielo. Viene da Dio.
[11]Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Efeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa.
Giovanni è rapito in estasi. Dio ha introdotto gli occhi della sua anima nel mistero della storia.
Lui vede l’invisibile ad ogni occhio umano. Lo vede perché il Signore gli ha aperto gli occhi dell’anima.
Quello che vede Lui deve scriverlo. Deve scriverlo per inviarlo alle sette Chiese.
Queste sette Chiese sono il simbolo, la figura della Chiesa universale.
L’Apocalisse è il Libro che la Chiesa deve sempre leggere, meditare. In essa è racchiuso il mistero della sua storia nel tempo e nell’eternità.
Deve leggerlo perché da esso dovrà apprendere dove conduce il male e dove porta il bene.
Deve leggerlo perché in esso è contenuta la chiave di tutta la sua vita.
Queste sette Chiese – sono sette città dell’Asia Minore, o proconsolare, erano collegate da un circuito di strade – indicano che la fede cristiana si era ben radicata in questa regione.
Dagli Atti degli Apostoli sappiamo che il primo missionario in assoluto fu l’Apostolo Paolo.
[12]Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro
Giovanni udì la voce potente. Udì anche il primo comando della voce. Non sapeva però chi fosse colui che gli stesse parlando.
Si volta per vedere colui che gli stava parlando e cosa vede?
Vede sette candelabri d’oro. I candelabri d’oro indicano il luogo della presenza di Dio.
Ecco cosa dice l’Antico Testamento in ordine ai candelabri d’oro:
“I cinque candelabri a destra e i cinque a sinistra di fronte alla cella d'oro purissimo, i fiori, le lampade, gli smoccolatoi d'oro” (1Re 7,49).
“Gli consegnò anche l'oro destinato ai candelabri e alle loro lampade, indicando il peso dei singoli candelabri e delle loro lampade, e l'argento destinato ai candelabri, indicando il peso dei candelabri e delle loro lampade, secondo l'uso di ogni candelabro” (1Cro 28,15).
“Fece dieci candelabri d'oro, secondo la forma prescritta, e li pose nella navata: cinque a destra e cinque a sinistra” (2Cro 4,7).
“I candelabri e le lampade d'oro da accendersi, come era prescritto, di fronte alla cella, (2Cro 4,20).
“Essi offrono al Signore olocausti ogni mattina e ogni sera, il profumo fragrante, i pani dell'offerta su una tavola monda, dispongono i candelabri d'oro con le lampade da accendersi ogni sera, perché noi osserviamo i comandi del Signore nostro Dio, mentre voi lo avete abbandonato” (2Cro 13,11).
Chi avesse desiderio di conoscere sia le norme riguardo la “Dimora”, sia quelle riguardanti il Tempio di Gerusalemme, luogo della presenza di Dio, potrà leggere con frutto Es 25,1-31,18; 36,1-38; 1Re 6,1-7,51; 2Cro 2,1-5,14; Ez 40,1-44,31 (Quasi tutti questi passi verranno riportati in seguito, durante la trattazione).
Il numero sette indica pienezza. Pienezza di luce che è figura della pienezza della Luce Eterna che è Dio stesso.
La Luce è la Casa di Dio. La Luce sarà anche la Casa Eterna di ogni discepolo di Gesù.
[13]e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro.
In mezzo ai candelabri d’oro, in mezzo alla luce, Giovanni vede la Luce vera, quella che è venuta sulla terra per illuminare ogni uomo.
La Luce vera è però nelle vesti di uno simile a figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
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