venerdì 6 maggio 2022

L'EUCARISTIA

 

Quanto ci ama il Padre Onnipotente? Nella nostra limitatezza non riusciremo a comprenderlo in questa vita, però siamo certi che Dio si fida di noi e lo fa perché ci ama e anche perché noi possiamo a nostra volta avere fiducia in Lui, imitando. Non può esserci amore senza fiducia.

Contempliamo l'Ostia Divina. Dio tanto ci ama che si mette nelle nostre mani e lasciandoci liberi di farne ciò che vogliamo. Si può immaginare un Amore più grande? Sa benissimo che siamo peccatori e che non Lo amiamo quanto dovremmo eppure Lui non si sottrae, non si protegge, non si nega, ma TUTTO si dona con infinito Amore.

A proposito dell'Eucaristia, Dono d'Amore del Padre, scrive Anastasio Ballestrero: "Io penso alla coerenza di Dio Padre che nel dare agli uomini, per un eccesso di amore, il Figlio suo, si è spinto oltre ogni limite: lo ha dato; ha voluto che diventasse non soltanto partecipe della natura umana, ma ha voluto diventare, di questa natura, nutrimento vivificante e trasformatore.

E’ una profezia e una memoria l'Eucaristia! É una profezia per l'impazienza di amore di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo; è una memoria per quanto Gesù ha fatto e continua a fare; è la memoria di una Presenza che nella visibilità dell'Incarnazione è chiusa, ma nella continuità del Mistero continua ad essere mistero di salvezza."

Perché Dio rimane tanto solo nel Tabernacolo?

Davanti al Santissimo Sacramento, le nostre parole sono sempre inadeguate. È un Mistero d'Amore troppo grande e insondabile e che ci fa comprendere la nostra miseria.

Davanti al nostro Dio che si fa Pane, possiamo solo inginocchiarci, lodare, contemplare, adorare, ringraziare e riparare.

Chiediamo anche che si compia in noi la preghiera di Cristo: "perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Giov. 17,21-23

Dopo aver ricevuto o adorato l'Eucaristia torniamo alla vita di tutti i giorni ricordandoci che non è possibile conoscere il Padre, se non per mezzo di Gesù che è vivo e presente in ogni fratello.

Dopo averlo incontrato in Chiesa, il Signore ci aspetta fuori, per incontrarci continuamente nella quotidianità.

Ricordiamo la sua Parola: "Qualunque cosa avete fatto al più piccolo l'avete fatta a me" (Mt 25,40). Egli si nasconde sotto le spoglie di ogni nostro prossimo, che diviene così - come Gesù - via per andare al Padre, per conoscere il Padre. È così semplice da essere quasi incredibile: per arrivare a Dio, passare per l'uomo con tutte le implicazioni che la vita personale e sociale comporta. È così semplice che Gesù ha voluto avvertirci. È una verità, Egli ci dice, che solo i semplici afferrano, i piccoli. E con ciò la strada è aperta veramente per tutti: per gli adulti, gli anziani, i sapienti, i furbi, se sanno farsi piccoli, accantonando tutta la loro scienza ed esperienza di vita, per mettersi umilmente all'ascolto del Signore, e vivere la sua Parola. Infatti, la fede senza le opere è senza valore. (Giacomo 2,20)

La conclusione di questi spunti di riflessione, che cercano i tratti del Volto del Padre, ci porta, in Cristo, al volto dell'uomo, di ogni uomo e anche di noi stessi in quanto siamo creati ad Immagine e Somiglianza del nostro Dio, che è venuto ad abitare in mezzo a noi.

Dio, nostro Padre, nel suo grande Amore, ci conduca alla perfezione cristiana perché possiamo, come dice la Scrittura, contemplare il Suo Volto. "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Matteo 5,8)


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