Nella imitazione di Gesù
Malgrado le gioie che accompagnavano queste visioni, sentivo il bisogno di diminuire le mie penitenze. Pensavo: mi sarebbe ancora possibile rivivere le gioie ed i dolori della maternità? Mi feci visitare di nuovo. La levatrice mi disse che non avrei più potuto avere dei bambini, poichè i miei organi interni erano stati lesi. Desideravo che Dio ritirasse questi favori misteriosi per potermi consacrare interamente alla mia famiglia. Prima di sposarmi avevo promesso di accettare lo stato matrimoniale solo per servire Dio e rendere felici gli altri.
Mi tormentavano fortissimi dubbi, angosce vivissime: la paura di non aver vissuto il mio matrimonio come avrei dovuto. D'altra parte dovevo lottare molto duramente per restare pura e fedele alle grazie straordinarie e camminare sulla via dove Dio mi guidava. Portavo sempre con me il Rosario, e imploravo la Madonna nelle mie grandi tentazioni. Volevo servire Dio, ad ogni costo. Avevo sempre un desiderio indicibile di conoscere la volontà di Gesù e di seguirla.
Pregai Gesù che mi desse una guida per seguire un cammino così pieno di pericoli, come ebbi finora. Supplicai anche la Madonna che intercedesse per me, e mi conducesse a Gesù. Come trasalì il mio animo di gioia, quando poi il confessore mi diede come penitenza da dire una parte del Rosario, per ottenere di farmi condurre a Gesù dalla mano di Maria!
Dopo la Comunione Gesù si degnò di far luce sui miei dubbi, facendomi sapere le mie mancanze con le seguenti parole: "Tu ti sei rilassata nel tuo primo amore. Compi nuovamente le tue opere come all'inizio".
Trascorsi la giornata ripensando a questo lamento di Gesù, e capii che non dovevo cessare di pregare per la conversione dei peccatori.
Dopo poco tempo mi ammalai gravemente. Pregai Gesù di volermi far sapere se avessi potuto, tramite le sofferenze, salvare ugualmente delle anime. Riconobbi nella sofferenza la mia nuova vocazione di vittima e l'Amore illimitato che Gesù ha per noi poveri peccatori.
Ogni mercoledì, il sacerdote celebrava la Messa nella cappella vicina, e dopo mi portava la Comunione. Ero così felice in questa profonda unione con il mio Gesù, che non osavo domandargli la grazia della salute. O istanti benedetti, o Salvatore che venisti a me, poveretta, nella nostra dimora, fino al mio letto d'inferma, come nella stalla di Betlemme!
Un giorno Lo invocai con questa preghiera: "Mio Gesù, io so che nella Tua Onnipotenza Tu potresti guarirmi. Ma se questa non è la Tua volontà, io voglio soffrire per amor Tuo. Ma posso io salvare veramente un'anima? E una voce forte e distinta mi rispose con grande Amore: "E' per te e per molti una benedizione". (Qui il Signore intendeva la sua sofferenza).
Io dimenticai perfino i miei dolori, dalla gioia e dalla delizia che provai. Se tutti gli uomini, se tutti i malati soprattutto, cercassero di capire fino a qual punto Gesù li ama, se avessero fiducia in Lui, se Gli offrissero le loro sofferenze per coloro che, immersi nei loro peccati e nella loro miseria, non trovano il cammino per andare a Lui: Egli cambierebbe la loro sofferenza in gioia. Mentre noi dormiamo Gesù veglia per amor nostro nel tabernacolo. Mi industriavo di fare spesso la Comunione spirituale. Una volta, in questi sospiri d'amore, vidi Gesù vicino al mio letto, e mi disse con un tono molto dolce: "Cammina sulle orme dei miei passi; e seguimi!" Io vidi in sogno le sue tracce insanguinate. Prima provai un sentimento di paura e pensai: "Comincia per me un nuovo cammino della croce?"
DAGLI APPUNTI DI MARIA GRAF – SUTER
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