Figli Spirituali
Era il primo venerdì del mese: sognai che conducevo in Chiesa il fratello di mia madre che abitava a Steinach. Aveva vissuto dieci anni in America, ed era ritornato senza fede: era convinto che tutto finisse con la morte. Appena sveglia capii che dovevo pregare per lui, e recitai la preghiera delle S. Piaghe.
Dopo un po' sognai che di nuovo lo stavo conducendo in Chiesa: piangeva ed era addolorato per i peccati commessi; poi andò a confessarsi. Vidi chiaramente che si confessava dal mio vecchio confessore, e che ne ricevette l’assoluzione. Io me ne andai, pensando: "E' salvo!"
E cessai di pregare. Ma solo un anno e mezzo più tardi seppi che si era convertito al moto del mio sogno.
L'anima di mio suocero era in grande pericolo. Mi sembrava di dover pregare per questo vegliardo di ottant'anni, per prepararlo alla morte. Era ancora in buona salute e vigoroso. Ma il denaro era il suo idolo e faceva tutto per amor suo. Ogni giorno recitavo per lui la preghiera insegnatami da Gesù.
Durante un freddo inverno che decorava le finestre di fiori ghiacciati, un pomeriggio, venne da noi tutto fuori di sè. Una grande angoscia l'aveva spinto fino a noi, malgrado il freddo intenso. Mi disse che doveva venire da me per dirmi qualcosa di spaventoso. Per me fu come se una voce interiore mi dicesse: "Qui devi intervenire". Io lo raccomandai alle S.Piaghe del mio caro Gesù. Per amore di questa povera anima accettavo ogni sacrificio per poterla salvare. Da allora mio suocero mi disse spesso: -"Darei tutto per poter ricominciare una nuova vita. Oh, quante cose farei diversamente! E le farei bene!"
Potei accompagnarlo quando andò a confessarsi: restò a lungo nel confessionale. Fui testimone del suo cambiamento. Non vedeva l'ora di andare ogni festa a Messa. In autunno, andando da suo figlio per aiutarlo nei suoi lavori, mi disse che ci andava poco volentieri, poichè non poteva assistere a nessuna Messa durante la settimana.
Dopo un certo tempo, ritornò a casa con una infreddatura, ma nessuno pensò che fosse qualcosa di grave. Io andai a trovarlo il giorno dopo. Vedendolo fui colpita da un'angoscia che non potrei spiegare. Ebbi l'impressione che sarebbe morto presto. Diedi un biglietto al mio bambino, che andava a scuola ad Appenzell, per il sacerdote, pregandolo di amministrare al più presto il viatico a mio suocero.
Il pomeriggio ricevette i Sacramenti con lacrime di pentimento. La stessa sera aveva già perso conoscenza. Morì il mercoledì pomeriggio senza aver ripreso pienamente coscienza. Io mi credetti in dovere di assistere, alla Messa quasi ogni giorno ad Appenzell per suffragare la sua anima. Pregai la Madonna di farmi conoscere se questa fosse la volontà del Signore e quando quest'anima sarebbe stata liberata dalle sue sofferenze.
Qualche tempo dopo ebbi un sogno. Vidi mio suocero pieno di vigore venire nella nostra camera. Si sedette: il suo viso aveva un'espressione di dolore e di sofferenza profonda. Gli domandai come stesse. Mi disse, mostrandomi un pezzetto di pane bianco come la neve, che aveva sofferto una fame terribile: vedeva questo pane, ma esso era duro come una pietra! Era impossibile mangiarlo. E scomparve. Capii che lui continuava a soffrire perchè si era comunicato raramente durante la sua vita.
Ecco l'insegnamento che Gesù mi diede: bisognava comunicarsi spesso.
Dopo sei mesi circa, vidi mio suocero arrivare di nuovo. Era così giovane. così felice, così bello come nel giorno delle sue nozze. Mi ringraziò, poi se ne andò, gli occhi levati al cielo. Seppi che ora era entrato in Paradiso, vicino a Dio che è l'amore e la misericordia infinita.
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