Necessità del libero arbitrio nell’uomo, per essere degno della Sapienza e dell’Amore di Dio:
“Figlia mia, la mia Umanità, essendo uomo e Dio, vedeva presenti tutti i peccati, i castighi, le anime perdute; avrebbe voluto afferrare in un solo punto tutto questo e distruggere peccati, castighi, e salvare le anime; sicché avrebbe voluto soffrire non un giorno di Passione, ma tutti i giorni, per poter contenere in Sé tutte queste pene e risparmiare le povere creature. Con tutto ciò che avrei voluto e potuto, poiché avrei potuto distruggere il libero arbitrio delle creature, avrei distrutto questi cumuli di mali, ma che sarebbe stato dell’uomo senza meriti propri, senza volontà sua nell’operare il bene? Quale figura avrebbe fatto egli mai? Sarebbe egli mai oggetto degno della mia sapienza creatrice? No, certo. Oh, non sarebbe stato come un figlio estraneo in casa altrui, che non avendo lavorato insieme con gli altri figli non ha nessun diritto ad alcuna eredità? Quindi va sempre pieno di rossore se mangia, se beve, perché sa che non ha fatto nessun atto proprio per attestare il suo amore verso quel padre, onde non può essere mai degno dell’amore di quel padre verso di lui; sicché la creatura non sarebbe stata mai degna dell’amore divino senza il libero arbitrio”. (Vol. 6°, 13-11-1904)
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