venerdì 24 marzo 2023

LA VERGINE MARIA negli scritti di Luisa Piccarreta

 


L’Immacolata Concezione (III), La prova di Maria fin dal primo istante del suo concepimento 

Stavo pensando all’Immacolato Concepimento della Sovrana Regina Mamma. Nella mia mente affluivano i  pregi, le bellezze e i prodigi del suo Immacolato Concepimento, prodigio che supera tutti gli altri prodigi fatti  da Dio in tutta la Creazione. Ora, mentre ciò pensavo, dicevo tra me: Grande è il prodigio dell’Immacolato  Concepimento, ma la mia Mamma Celeste non ebbe nessuna prova nel suo Concepimento; tutto Le fu propizio,  tanto da parte di Dio, quanto da parte della sua natura, creata da Dio così felice, così santa, così privilegiata.  Dunque, quale fu il suo eroismo e la sua prova? Se non fu escluso l’Angelo nel Cielo, Adamo nell’Eden, solo la  Regina di tutti doveva essere esclusa dall’aureola più bella che la prova doveva mettere sul suo capo augusto  di Regina e di Madre del Figlio di Dio? 

Mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, nessuno  può essere a Me accettabile senza la prova. Se non ci fosse stata la prova, avrei avuto una Madre  schiava, non libera, e la schiavitù non entra nei nostri rapporti, né nelle nostre opere, né può prendere  parte al nostro libero amore. La mia Mamma ebbe la sua prima prova fin dal primo istante del suo  Concepimento. Non appena ebbe il suo primo atto di ragione, conobbe la sua volontà umana da una parte e la Volontà Divina dall’altra, e fu lasciata libera, a quale delle due volontà doveva aderire, e Lei,  senza perdere un istante e conoscendo tutta l’entità del sacrificio che faceva, Ci donò la sua volontà,  senza volerla conoscere, e Noi Le facemmo dono della Nostra. Ed in questo scambio di donazione di  volontà d’ambo le parti, affluirono tutti i pregi, le bellezze, i prodigi, i mari immensi di grazia nell’Immacolato Concepimento della più privilegiata di tutte le creature. 

È sempre la volontà che sono solito di provare. Tutti i sacrifici, anche la morte, senza la volontà, Mi  farebbero schifo e non attirerebbero neppure uno dei miei sguardi. 

Ma vuoi sapere tu quale fu il più grande prodigio operato da Noi in questa Creatura sì santa e il più  grande eroismo, che nessuno potrà mai eguagliare, di sì bella creatura? La sua vita la incominciò con  la nostra Volontà, la seguì e la compì. Sicché si può dire che compì da dove incominciò e cominciò da  dove compì. E il nostro più grande prodigio fu che in ogni suo pensiero, parola, respiro, palpito, moto e  passo, il nostro Volere sboccava su di Lei e Lei Ci offriva l’eroismo di un pensiero, di una parola, di un  respiro, di un palpito divino ed eterno, operante in Essa. Questo La elevava tanto, che ciò che Noi  eravamo per natura Lei lo era per grazia. Tutte le altre sue prerogative, i suoi privilegi, il suo stesso Immacolato Concepimento sarebbero stati un nulla a confronto di questo grande prodigio, anzi, fu  questo che La confermò e La rese stabile e forte in tutta la sua vita. La mia Volontà continua, sboccante  su di Lei, Le partecipava la Natura Divina, e il suo continuo riceverla La rese forte nell’amore, forte nel  dolore, distinta fra tutti. Fu questa nostra Volontà operante in Lei quella che attirò il Verbo sulla terra,  che formò il seme della Fecondità Divina, per poter concepire un uomo e Dio senza opera umana, e La  fece degna di essere Madre del suo stesso Creatore”. (17°, 8-12-1924) 


Nessun commento:

Posta un commento