SAN GIOVANNI APOSTOLO APOCALISSE
[17]Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo
La profonda prostrazione di Giovanni, simile a svenimento, o perdita dei sensi – in verità non si tratta né di svenimento né di perdita dei sensi perché lui è rapito in estasi, lui è in visione di spirito – attesta che lui si trova dinanzi alla presenza di Dio.
Lui sta vedendo Dio faccia a faccia. Dinanzi al Signore l’unico atteggiamento possibile è la prostrazione, la profonda adorazione.
Subito, repentinamente, immediatamente, all’istante Giovanni cade ai suoi piedi. Lo riconosce come il suo Dio e Signore, lo confessa come il suo Redentore e Creatore.
Siamo dinanzi ad una vera, verissima, manifestazione di Dio.
Gesù lo tocca con la destra. Lo rassicura. Lo invita a non temere.
Lui è lo stesso Gesù che ha amato, ascoltato, riconosciuto, visto, toccato durante la sua vita sulla terra, nel suo corpo di carne.
Lui è lo stesso Gesù con il quale ha mangiato, camminato, viaggiato, che ha seguito fino alla croce e dopo.
Gesù si presenta a Giovanni come il Primo e l’Ultimo.
Lui è il Primo perché è prima della creazione del mondo. Lui è l’Ultimo perché l’ultima parola sulla storia di ogni uomo è sua.
Lui è prima della creazione. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di Lui.
Lui è nella Creazione, perché tutto è redento e condotto nella verità e nella grazia per mezzo di Lui.
Lui è dopo la creazione perché questa troverà la sua verità eterna in Lui, per Lui, con Lui.
Lui è il Primo nel tempo. Ma anche l’Ultimo. Lui apre la porta della storia e Lui la chiude.
Lui è il Primo perché ogni cosa riceve la vita da Lui. Chi vuole la vita la deve attingere in Lui.
Lui è l’Ultimo perché ogni vita, per essere vera, deve essere verificata da Lui, ma anche in Lui e per Lui.
Tutta la storia è racchiusa in Lui. Se è in Lui diverrà con Lui storia eterna di gloria.
Se è senza di Lui, diverrà storia eterna di ignominia e di dannazione, di perdizione e di confusione, di non vita e di morte per sempre.
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