Nel Volume 15, al Giugno 6, 1923, ci vien posta nuovamente la domanda: Adamo, perché peccò? Perché distolse lo sguardo dall’allettamento divino. Ed il segno se l’anima è tutta di Dio, è se non prova gusto di tutto ciò che esiste.
[…] (Gesù spiega:) “Il gusto pare che sia cosa da nulla, eppure non è così: è l’atto primo, o del bene o del male. E vedi un po’ come è così: Adamo, perché peccò? Perché distolse lo sguardo dall’allettamento divino; e come Eva [gli] presentò il frutto per farlo mangiare, guardò il frutto e la vista prese piacere nel guardarlo, l’udito prese diletto nel sentire le parole di Eva, che se mangiava il frutto doveva diventare simile a Dio, la gola prese gusto nel mangiarlo. Sicché il gusto fu il primo atto della sua rovina. Se invece avesse provato dispiacere nel guardarlo, noia, fastidio nell’udire le parole di Eva, disgusto nel mangiarlo, Adamo non avrebbe peccato, anzi avrebbe fatto il primo atto eroico nella sua vita, resistendo e correggendo Eva d’aver ciò fatto, e lui sarebbe rimasto con la corona imperitura della fedeltà verso a Chi tanto doveva e che teneva tutti i diritti della sua sudditanza […]”.
Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta
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