(M. Valtorta: 'Lezioni sull'epistola di Paolo ai Romani', 21/28.5.48 - Centro Editoriale Valtortiano)
Ancora sugli uomini-scimmia e sul perché del Diluvio...
Nell'opera della Valtorta un posto di particolare rilievo meritano le 'Lezioni sulla lettera di Paolo ai Romani'.
In questo volume a parlare, o meglio a 'dettare' alla Mistica non sono Gesù, Maria, od altri Apostoli e Santi che si avvicendano alla cattedra ad ammaestrare quell’allieva d’eccezione – in quanto anima volutamente, pervicacemente vittima ed espiatrice - ma è lo 'Spirito Santo'.
Lo Spirito Santo, si sa, è Intelligenza Assoluta e, in queste sue mirabili lezioni, Io ho sempre creduto di cogliere come uno sforzo immenso per annichilirsi al livello mentale dell'uomo, perché altrimenti non lo potremmo neanche comprendere.
Mi dico che deve essere come quando noi, non so se vi è mai capitato, dobbiamo parlare nella nostra lingua ad uno straniero che non è all'altezza di comprenderla bene.
Ci sforziamo di parlare lentamente, non comprende, andiamo ancora più piano, poi lasciamo perdere la costruzione grammaticale della frase e ci esprimiamo con poche chiare parole, e quello finalmente capisce perché, con l'intuizione, ci mette quello che volutamente - di grammaticale - abbiamo omesso.
Ebbene, mi dico che queste lezioni sono così: Intelligenza e Sapienza che cerca di adattarsi al modesto quoziente intellettivo di un essere umano.
Dunque, dicevo, questa di cui ora vi parlo è una lezione di ben 28 pagine dove lo Spirito affronta in maniera 'sistematica' tutto l'argomento del Peccato originale già trattato nel Poema e nei Quaderni.
Anche qui si ritorna sul tema, già trattato da Gesù, dei discendenti di Caino e della pretesa evoluzione dell'uomo dalla scimmia.
Qui viene fra l'altro precisato che nel 'diluvio' vennero distrutti i 'mostri' (cioè i frutti di quel connubio sessuale fra Caino – con i suoi discendenti – ed una sorta di 'scimmia'), nonché l'altro ramo dell'Umanità, cioè i discendenti di Set che si erano moralmente corrotti e comunque in buona parte a loro volta sessualmente ‘incrociati’ con i discendenti ‘animaleschi’ di Caino.
La sopravvivenza dell'Umanità - ripartendo dalla stirpe di Noè, giudicata geneticamente e moralmente 'giusta' da Dio - fu assicurata per una nuova riproduzione, venendo così riportata alla natura originaria del primo uomo, natura fatta sempre di materia e di spirito e rimasta tale anche dopo il Peccato di origine.
Non era infatti possibile - spiega lo Spirito Santo nella locuzione interiore alla Mistica - pensare che Dio avesse potuto dare l'anima spirituale ed immortale a degli esseri-mostri, in sostanza a degli 'ibridi' che del vero uomo conservavano solo una immagine fisica imperfetta frutto dell'incrocio di specie diverse, incrocio intellettivamente anche relativamente evoluto ma pur sempre venuto da una lunga procreazione di 'bruti'.
Questa ulteriore spiegazione nell'Opera esercita in me un grande fascino in termini di logica e razionalità.
Mi ero infatti sempre chiesto, in passato, che razza mai di 'Moloc' fosse questo Dio che, per punire gli uomini corrotti manda un diluvio e li distrugge tutti, tutti meno uno, cioè tutti meno Noè e la sua famiglia.
Possibile che fossero tutti da sterminare?
Perciò il quadro che mi faccio da tutte queste letture è il seguente:
. I discendenti di Caino erano ibridi frutto di un precedente incrocio con 'bestie' e quindi privi di anima, che è l'unica cosa che per Dio conta perché è quella che Egli ci dà a sua immagine e somiglianza e che ci rende veramente 'uomini' e preziosi - in quanto 'figli' - agli occhi suoi.
. Gli altri discendenti 'buoni' del ramo di Set, cioè i cosiddetti figli di Dio, si erano con i secoli completamente corrotti moralmente e fisicamente, incrociandosi per di più con quelle femmine – di cui parla Gesù - dotate di 'potenza di forme, selvaggia bellezza ed ardenza belluina' frutto a loro volta del precedente incrocio fra i discendenti di Caino e le cosiddette 'scimmie', od ominidi che si vogliano chiamare. Lo spirito di questi discendenti di Set, cioè l'anima, era ormai completamente morto. Quindi non si potevano più considerare 'figli di Dio' ma dell'Altro: Satana.
. I discendenti di Set che non si erano ancora corrotti del tutto avrebbero finito per divenirlo inevitabilmente, come succede alle mele sane quando viene messa loro vicino una mela marcia, finendo così per meritarsi l'inferno, cioè la dannazione eterna.
. Il Diluvio e la distruzione della razza - esaminata dal punto di vista del Progetto Creativo di Dio e quindi sotto l'aspetto puramente spirituale - fu nonostante tutto da un lato un atto di giustizia - con l'eliminazione dei peccatori più corrotti ed in più l'eliminazione di una razza di mostri che di 'umano', cioè di spirituale, non aveva niente, in quanto non munita d'anima da Dio e pertanto equiparata a comuni animali, anzi peggio - e dall'altro lato un atto di misericordia, una sorta di 'profilassi' spirituale con l'eliminazione fisica - salvandone però l'anima per la vita eterna - di quei discendenti di Set che non si erano ancora completamente corrotti e che, morendo anzitempo, sarebbero andati ad attendere nel Purgatorio e poi magari nel Limbo in attesa della liberazione grazie alla Redenzione che sarebbe stata operata da Gesù Cristo - e quindi in attesa della salvezza finale.
. Fu inoltre così possibile salvare geneticamente la razza umana originaria creata da Dio e permettere, con l'avvento successivo del Cristo e la sua Passione, il regolare svolgimento e completamento del Progetto creativo di Dio che Satana aveva cercato di sabotare.
Rifletto ancora e mi dico che, sul piano della logica spirituale - se è vero che siamo 'spiriti' rivestiti di carne umana destinati alla salvezza o alla dannazione eterna - tutto il ragionamento non fa una 'piega'.
Bene, ora sì che cominciamo a 'ragionare'... Quanto meno questo è un discorso che - almeno prudentemente, tenendomi sulle generali e con tanti 'se' e 'ma' – forse-forse potrei anche azzardarmi a fare.
Guido Landolina
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