martedì 23 aprile 2024

Padri del deserto

 


Vita n. 2

La vita di Antonio

di Atanasio, vescovo di Alessandria


86. E un certo generale, di nome Balacio, perseguitava aspramente noi cristiani a causa del suo rispetto per gli Ariani, nome di malaugurio. E poiché la sua spietatezza era così grande che picchiava le vergini e spogliava e flagellava i monaci, Antonio in questo momento scrisse una lettera come segue e gliela inviò. "Vedo l'ira venire su di te, perciò cessa di perseguitare i cristiani, affinché l'ira non ti colga, perché anche ora è sul punto di venire su di te[2]." Ma Balacio rise e gettò la lettera a terra, vi sputò sopra e insultò i portatori, ordinando loro di riferire questo ad Antonio: "Poiché ti preoccupi dei monaci, presto verrò anch'io a cercarti". E non erano trascorsi cinque giorni che l'ira lo colpì. Balacio e Nestorio, prefetto d'Egitto, si recarono da Alessandria alla prima tappa, chiamata Chereu, ed entrambi erano a cavallo; i cavalli appartenevano a Balacio ed erano i più silenziosi di tutta la sua scuderia. . Ma non erano andati lontano da quel luogo quando i cavalli cominciarono a saltellare tra loro come sono soliti fare; e all'improvviso il più tranquillo, su cui sedeva Nestorio, con un morso smontò da Balacio, lo attaccò e gli squarciò la coscia con i denti così gravemente che fu riportato direttamente in città e in tre giorni morì. E tutti si chiedevano perché ciò che Antonio aveva predetto si fosse avverato così rapidamente.

87. Così, dunque, metteva in guardia i crudeli. Ma agli altri che andavano da lui diede istruzioni in modo che dimenticassero subito le loro liti e si congratulassero con coloro che erano in ritiro dal mondo. E ha difeso coloro che hanno subito torti in modo tale da far immaginare che sia lui, e non gli altri, a soffrire. Inoltre poteva essere di tale utilità a tutti, che molti soldati e uomini che possedevano grandi possedimenti lasciarono da parte i pesi della vita e si fecero monaci per il resto dei loro giorni. Ed era come se Dio avesse dato all'Egitto un medico. Chi infatti ha incontrato Antonio addolorato e non è tornato rallegrandosi? Chi è venuto a piangere i suoi morti e non ha subito rimandato il suo dolore? Chi è venuto con rabbia e non si è convertito all'amicizia? Quale uomo povero e meschino lo ha incontrato che, ascoltandolo e guardandolo, non disprezzava la ricchezza e non si consolava nella sua povertà? Che monaco, avere essendo negligente, è venuto da lui e non è diventato più forte? Quale giovane, giunto sul monte e visto Antonio, non si rinnegò subito il piacere e non amò la temperanza? Chi, tentato da un demonio, è andato da lui e non ha trovato riposo? E chi è venuto turbato dai dubbi e non ha trovato la quiete mentale?

88. Perché questa era la cosa meravigliosa nella disciplina di Antonio, che, come ho detto prima, avendo il dono di discernere gli spiriti, riconosceva i loro movimenti e non ignorava dove qualcuno di loro rivolgeva la sua energia e sferrava il suo attacco. E non solo non si lasciò ingannare da loro, ma rallegrando coloro che erano turbati dai dubbi, insegnò loro come sconfiggere i loro piani, raccontando loro la debolezza e l'astuzia di coloro che li possedevano. Così ciascuno, come da lui preparato alla battaglia, scese dal monte, sfidando i disegni del diavolo e dei suoi demoni. Quante fanciulle che avevano corteggiatori, avendo visto Antonio da lontano, rimasero vergini per amore di Cristo. E anche gente da paesi stranieri veniva a lui e, come tutti gli altri, avendo ottenuto qualche beneficio, tornava, come se fosse stata mandata da un padre. E certamente quando morì, tutti, come privi del padre, si consolarono unicamente con il ricordo di lui, conservandone allo stesso tempo il consiglio e il consiglio.


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