“ Rendi conto della tua amministrazione” (Lc 16,2)
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Il giudizio particolare, fratelli miei, è così certo, che il buon Dio, per convincerci di esso, ha mostrato a parecchie persone dei segni quando ancora erano in vita, perché ci preparassimo a quel giorno. Racconta la storia che un giovane libertino era ormai assuefatto ad ogni genere di vizi; ma essendo stato istruito da una madre saggia, una notte, dopo una giornata trascorsa nei più grandi eccessi, durante il sonno fece un sogno. Si vide trasportato davanti al tribunale di Dio. Non si può descrivere la sua vergogna, la sua confusione e l’amarezza che la sua anima provò in quel momento. Quando si svegliò aveva una febbre ardente, era tutto sudato e fuori di sé, i suoi capelli erano divenuti tutti bianchi. “Lasciatemi solo, diceva effondendosi in lacrime a coloro che per primi lo videro in questo stato, lasciatemi solo perché ho visto il mio Giudice: ah! Quanto è terribile! Quale Maestà! Da quanta gloria è rivestito! Ah! Quali accuse e quante domande a cui non ho saputo rispondere! Tutti i miei crimini sono stati registrati, io stesso li ho letti. Ah! Quanto grande è il loro numero! Meno male che ne ho conosciuto tutta l’enormità!
Ahimè! Ho potuto vedere un esercito di demoni che non aspettava che un segnale per trascinarmi nell’inferno. State lontani da me, falsi amici, non voglio rivedervi mai più! Come sarei felice se potessi, coi rigori della penitenza, placare un Giudice tanto terribile!... Mi dedicherò alla penitenza per il resto della mia vita. Ahimè! Ben presto mi toccherà comparirgli davanti senza alcun dubbio! Ahimè, forse avverrà oggi stesso!... Dio mio, perdonami!... Mio Dio abbi misericordia di me!...Ah!
Per favore, non permettere che mi perda, abbi pietà di me!... Farò penitenza per tutta la vita. Oh! Quanti peccati ho commesso!... Oh! Quante grazie ho disprezzato!... Oh! Quanto bene avrei potuto fare e non l’ho fatto!... Dio mio, non gettarmi nell’inferno!”. Ma, fratelli miei, egli non si fermò solo alle parole. Trascorse tutta la vita facendo penitenza.
Quanto sarà terribile quel momento, fratelli miei, per colui che non ha operato il bene ma che avrà fatto tanto male. Sì, fratelli miei, noi renderemo conto di tutte le nostre azioni, sia buone che cattive: tutto sarà manifesto, davanti al nostro Giudice, nell’istante in cui la nostra anima si separerà dal nostro corpo. Sì, fratelli miei, il buon Dio ci chiederà conto di ogni bene che abbiamo ricevuto da Lui. Voglio dire che ci sono i beni della natura, della fortuna e della grazia. Tutti questi beni saranno oggetto della resa dei conti. I beni della natura riguardano il corpo e l’anima; dovremo rendere conto dell’uso che abbiamo fatto del nostro corpo. Egli ci chiederà se abbiamo speso le nostre energie nel servizio del prossimo, se abbiamo lavorato per avere di che fare l’elemosina, per fare penitenza col nostro stesso lavoro, per poter fare qualche pellegrinaggio e visitare i luoghi che il buon Dio ha privilegiato ( come, ad esempio, Nostra Signora di Fourvière, san Francesco Règis, o altrove…). O se al contrario abbiamo impiegato la nostra salute e il nostro corpo, soltanto per correre dietro ai divertimenti, frequentando gli spettacoli, oppure abbiamo derubato il nostro prossimo, abbiamo lavorato nel santo giorno della domenica o in esso abbiamo fatto dei viaggi, invece di trascorrerlo nella preghiera, nell’amore del buon Dio, istruendo gli ignoranti, dando loro dei buoni consigli per condurli al buon Dio distogliendoli dal male, o se abbiamo letto libri cattivi, se abbiamo frequentato persone cattive o insegnato agli altri a fare il male. Ci chiederà conto, inoltre, se abbiamo usato il nostro corpo per imbrogliare sia nel vendere che nel comprare, per testimoniare il falso in tribunale, per provocare dei processi, per istigare gli altri a vendicarsi e a parlare male della religione, insegnando loro cose irriverenti sulla religione. Come sarebbe, ad esempio, se facessimo credere agli altri che la religione non è cosa buona, che tutto ciò che dice non è vero, che i preti si inventano quello che vogliono! Egli esaminerà ancora se per caso abbiamo impiegato la nostra intelligenza per comporre canzoni cattive che istigano contro la purezza, contro la stima del prossimo; se abbiamo comunicato agli altri le nostre cattive informazioni. Ci chiederà se abbiamo impiegato il nostro spirito per istruirci, o se per caso abbiamo peccato di vanità per la bellezza del nostro corpo, invece di ammirare in noi stessi la saggezza e la potenza di Dio. Inoltre Egli ci chiederà conto se ci siamo serviti della bellezza per attirare gli altri verso il male, come sarebbe se una persona si abbigliasse in maniera tale da attirare su di sé gli occhi di tutti. Il buon Dio esaminerà se abbiamo investito i nostri talenti, ricordandoci che siamo solo degli amministratori, e che se li amministreremo male, ciò ci sarà imputato come peccato. In quel giorno il buon Dio farà vedere ai padri e alle madri tutte le cose inutili che essi hanno comprato ai loro figli, cose che poi sono servite soltanto a perdere le loro anime; Egli mostrerà loro tutto il denaro sperperato nei divertimenti, negli spettacoli, nel ballo, e tutte le altre spese inutili. E poi ci mostrerà tutto ciò che avremmo potuto donare ai poveri, ma non lo abbiamo fatto.
Ahimè! Quanti peccati ai quali non avevamo mai pensato, e che neppure ora vogliamo riconoscere; ma li riconosceremo certamente in quel momento, quando sarà ormai troppo tardi!
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Omelia S. Giovanni Maria Vianney
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