sabato 18 gennaio 2020

La concretezza della Parola di Dio



La catechesi sull’empietà 

[1]Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti;  
[2]ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte. Sal. 1,1 

[10]Poni fine al male degli empi; rafforza l'uomo retto, tu che provi mente e cuore, Dio giusto. Sal. 7,10 

[43]Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole,  
[44]voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. Gv. 8,43 


Esiste, purtroppo, una grande carenza nel campo dell’evangelizzazione  dovuta all’assenza di una catechesi sull’empietà. La Sacra Scrittura in numerosissimi passi (ad esempio nei salmi) ci illumina sia riguardo all’esistenza di satana sia riguardo alla presenza attiva nel mondo dei suoi figli spirituali. La ventata di buonismo che ha avvolto l’educazione cristiana a tutti i livelli, comprimendone molti aspetti, ha occultato questo pericolo creando le condizioni per la diffusione di uno sfacciato  permissivismo antibiblico. Che i cristiani debbano pregare per la conversione dei peccatori, senza alcuna distinzione, è fuor di dubbio (la Madonna ci invita sempre alla conversione personale; alla penitenza; alla preghiera per la pace, per ottenere le grazie spirituali e fisiche di cui abbiamo bisogno e per la conversione dei peccatori “Gesù mio, perdona le nostre colpe; preservaci dal fuoco dell’inferno. Porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia” – Fatima); ma è altrettanto certo che i seguaci di Cristo debbano salvaguardarsi dai tentacoli della piovra infernale. Gesù stesso ci ha insegnato ad essere prudenti come i serpenti “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.” (Mt. 10,16 seg.).  
Omettendo quindi la cate chesi sull’empietà rischiamo di allevare dei cristiani facili prede del leone ruggente e degli strumenti delle tenebre. Il magistero della Chiesa ha insistito sui pericoli dell’empietà anche se tale magistero (probabilmente scomodo per certi cosiddetti cristiani) è stato accantonato per lasciar posto alle moderne teorie psico-sociologiche che tutto giustificano e tutto accettano, purché non si tratti della Parola di Dio nella sua integralità. 
Il professor Simone Morabito (docente di psichiatria), che svolge la sua attività a Bergamo, mi ha raccontato, in occasione di una intervista, che molte ragazze di buona famiglia cadono preda di giovani satanisti o avvezzi alle pratiche magiche (la vasta letteratura magica, rafforzata da catechesi televisive e spettacoli diabolici, ha creato l’humus propizio per una cultura satanica). L’ingenuità di molte ragazze (tra le quali anche una giovane medico) blocca i sensori d’allarme che lo Spirito Santo attiva a nostra difesa e che le teorie buoniste comprimono. Soltanto l’incessante preghiera (soprattutto il Santo Rosario recitato intero ogni giorno, unito alla frequenza dei sacramenti) permette la difesa da ogni strategia infernale e consente di percepire i segnali pericolosi per l’anima ed il corpo. Ad esempio una delle tattiche dei figli delle tenebre consiste nel convincere le ragazze a mangiare poco per essere magre (indebolimento della mente e della volontà) e “piacenti” (mentre recenti statistiche hanno confermato che agli uomini non piacciono le donne acciughe!); a non pregare e a non frequentare i sacramenti (con la scusa che si tratta di pratiche superate o fanatiche!); a procrastinare nella notte l’orario del necessario riposo. 
La Sacra Scrittura, oltre ad avvertirci dell’esistenza degli empi, ci informa della presenza di personaggi che non si pentiranno mai, neppure negli ultimi istanti di vita. L’inferno, infatti, non è abitato da peccatori che si pentono prima di esalare l’ultimo respiro e che, dopo un periodo di purificazione in purgatorio, vanno in paradiso, ma da impenitenti finali (le visioni infernali di Fatima e di Medjugorje sono assai chiare al riguardo). 
Essere consapevoli dell’esistenza di simili personaggi deve da un lato stimolarci alla preghiera di conversione per il mondo, dall’altro lato deve porci in guardia riguardo alla faziosità irreversibile di molti empi. 
Il cattolico prof. Morabito mi disse: “Appena conosco una persona mi chiedo sempre chi me l’ha inviata: il Signore oppure il principe di questo mondo?”. E se lo afferma lui, dopo quarant’anni d’esperienza psichiatrica e di studi sulla possessione diabolica, possiamo tranquillamente porci anche noi la stessa domanda. La risposta perverrà però solo dallo Spirito Santo se accetteremo docilmente la sua azione illuminante e risanatrice.  

Arrigo Muscio

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