sabato 18 gennaio 2020

LA VITA DI SAN BENEDETTO



La simulazione del re Totila

Al tempo dei Goti, il loro re Totila, avendo sentito dire che il santo era dotato di  spirito di profezia, si diresse al suo monastero. Si fermò a poca distanza e mandò  ad avvisare che sarebbe tra poco arrivato. Gli fu risposto dai monaci che  senz'altro poteva venire.
Insincero però com'era, volle far prova se l'uomo del Signore fosse veramente  un profeta. Egli aveva con sé come scudiero un certo Riggo: gli fece infilare le sue  calzature, lo fece rivestire di indumenti regali e gli comandò di andare dall'uomo di  Dio, presentandosi come fosse il re in persona. Come seguito gli assegnò tre  conti tra i più fedeli e devoti: Vul, Ruderico e Blidino, i quali, in presenza del servo  di Dio, dovevano camminare ai suoi fianchi, simulando di seguire veramente il re  Totila. A questi aggiunse anche altri segni onorifici ed altri scudieri, in modo che,  sia per gli ossequi di costoro, sia per i vestiti di porpora, fosse giudicato  veramente il re.
Appena Riggo entrò nel monastero, ornato di quei magnifici indumenti, e  circondato dagli onori del seguito, l'uomo di Dio era seduto in un piano superiore.  Vedendolo venire avanti, appena fu giunto a portata di voce, gridò forte verso di  lui: "Deponi, figliolo, deponi quel che porti addosso: non è roba tua!". Impaurito  per aver presunto di ingannare un tal uomo, Riggo si precipitò immediatamente  per terra e, come lui, tutti quelli che l'avevan seguito in questa gloriosa impresa. Poco dopo si rialzarono in piedi, ma di avvicinarsi al santo nessuno più ebbe il  coraggio. Ritornarono al loro re e ancora sbigottiti gli raccontarono come a prima  vista, con impressionante rapidità, erano stati immediatamente scoperti.

tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno

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