Meditazione sul Magnificat
La preghiera di Maria
Per comprendere bene questo sacro cantico, occorre tenere presente che la beata Vergine Maria parla dopo aver fatto un'esperienza personale, nella quale lo Spirito Santo l'ha
illuminata ed ammaestrata. Nessuno, infatti, può comprendere bene Dio e la Parola di Dio se non per dono diretto dello Spirito Santo. Nessuno, d'altra parte, può ricevere questo dono dallo Spirito Santo senza
sperimentarlo, gustarlo e provarlo ed è in questa esperienza che lo Spirito Santo ci ammaestra; egli ne fa la sua propria scuola, fuori della quale nulla si può apprendere che non sia parola vuota e chiacchiera.
Facendo personalmente l'eperienza di Dio che opera in lei grandi cose, la Vergine Santa che pur è così umile, così nascosta, così povera, un essere che apparentemente non conta impara dallo Spirito Santo una preziosa scienza e sapienza, ella impara che Dio è un Signore che ha per unica preoccupazione quella di elevare ciò che è basso,
di abbassare ciò che è elevato, di distruggere ciò che è costruito e costruire ciò che è distrutto (pp. 33‑34).
La dolce madre di Dio... ci insegna col suo esempio e le sue parole come si deve conoscere, amare e lodare Dio; quando la vediamo, mentre la sua anima trasale di gioia, glorificando
e lodando Dio di essersi curvato a guardare la sua bassezza e il suo niente, noi potremmo pensare ch'ella avesse genitori poveri, di poco conto e di basso rango (pp. 38‑39).
Ci sono due generi di false mentalità incapaci di cantare il Magnificat come si deve. Ci sono, prima di tutto, quelli che non lodano Dio se prima non hanno ricevuto i suoi
benefici... Questi sembrano voler veramente lodare Dio, ma poiché non vogliono in alcun modo sopportare carichi o umiliazioni, sono incapaci di sperimentare le vere opere di Dio e, di conseguenza, non potranno mai amare
e lodare Dio in modo conveniente... Si cantano gli splendidi Magnificat, ma, malgrado questo, penosamente si constata come un canto tanto sublime sia spesso privo di forza e di vitalità; ciò accade a noi tutti
quando ci rifiutiamo di cantare se prima non abbiamo constatato che tutte le nostre cose vanno veramente bene. Appena le nostre cose vanno male, non si canta più; non si stima più Dio; si pensa che Dio non può
o non vuole fare più nulla per noi e si congeda il Magnificat.
Non trovi che sia meraviglioso questo cuore di Maria? Ella sa di essere madre di Dio, elevata al disopra di tutti gli uomini eppure rimane così semplice, così tranquilla
che tutto questo non le farebbe considerare inferiore a sé una qualunque serva. Poveri noi! Quando possediamo un bene anche minimo, o un piccolo potere, un po' di onore o, semplicemente, quando siamo un po'
più belli di altri, siamo incapaci di porci a livello di una persona meno favorita di noi e il nostro orgoglio non conosce limiti. Che cosa faremmo se possedessimo dei beni così grandi e così eminenti?...
Il nostro umore si gonfia o si abbassa secondo che i beni ci siano dati o ci sfuggano. Il cuore di Maria, invece, rimane costante e uguale sempre; ella lascia che Dio faccia in
lei la sua opera secondo la sua volontà, e non vi attinge, per se stessa, null'altro che una buona consolazione, gioia e fiducia in Dio.
Dovremmo, forse, fare anche noi così; questo sarebbe cantare un vero Magnificat ” (Martin Lutero, Magnificat).
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