domenica 10 maggio 2020

TRATTATO SULL’INFERNO



GLORIA DI DIO E’ L’UOMO VIVENTE

"Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, il figlio dell'uomo perché te ne curi?" (Sal 8,5). L'uomo è un gran mistero per lui stesso. Spesso esalta se stesso come norma assoluta di tutte le cose, oppure si abbassa fino al punto di disperare (GS 129. Con la sua arte e la sua industria egli ha operato meraviglie che allietano l'immaginazione; nello stesso tempo, però, la storia umana è anche un intreccio di peccati e di dolori, un implacabile susseguirsi di marosi che corrodono il rispetto dell'uomo verso se stesso. Grandezza e miseria, santità e colpa, speranze e timori contrassegnano il mistero della sua realtà. Ma la fede cattolica proclama che "tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all'uomo come a suo centro e a suo vertice" (GS 12). Ancor più, l'uomo è oggetto dell'amore di Dio stesso. "L'hai fatto poco meno di un dio, e di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani; tutto hai posto sotto i suoi piedi" (Sal 8,6-7).

Nel primo capitolo della Genesi, là dove il primo racconto della creazione del mondo raggiunge il suo vertice, Dio è raffigurato nell'atto di creare l'uomo quale corona e gloria di tutto quello che aveva fatto. "Allora Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza e domini..." (Gn 1, 26). Gran parte della Sacra Scrittura dalle prime pagine poetiche della Genesi, che annunciano tante verità fondamentali riguardanti l'umanità, sino ai Vangeli, nei quali gli uomini conoscono in Cristo molto più a fondo il segreto della loro natura, non è che una delucidazione del significato dell'uomo. Poiché l'uomo è `l'immagine di Dio', ciò che abbiamo detto di Dio ci aiuta a scoprire che cosa noi siamo; quello che noi sappiamo dell'umanità, ammaestrati e aiutati dalla fede, ci istruisce nei riguardi di Dio. Sia nel proprio essere individuale che nella sua realtà sociale l'uomo riflette Dio che l'ha fatto.

In ogni uomo vivente si fondono intimamente la realtà fisica e quella spirituale. Fatto "con polvere del suolo" (Gn 2,7), degli stessi elementi di cui si compone la terra, l'uomo è il portavoce e il sacerdote di tutta la realtà materiale. L'uomo sintetizza in sé, per la sua stessa condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi, attraverso di lui, toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore. L'uomo è essenzialmente una creatura corporea, e non gli è lecito disprezzare la sua vita corporale. Come il corpo di Cristo è perfettamente santo per i cristiani. così pure vi è una sacralità nella dimensione corporea di ogni vita umana.

L' uomo tuttavia è maggiormente immagine di Dio nelle sue qualità specificamente umane. È il principio spirituale di ciascun uomo che fa di lui la carne vivente che egli è. È questo principio spirituale, o anima, che lo rende aperto alla comprensione e all'Amore infinito che l'ha chiamato alla vita. L'uomo non è un composto di corpo e di spirito, quasi si trattasse di due esseri distinti; non è soltanto un'anima che ha un corpo. Anima e corpo formano una singola persona vivente. L' anima non è estranea al corpo, al contrario, essa è il principio vitale che fa sì che il corpo sia la carne umana, una carne che deve essere cara all'uomo ed è parte del suo essere.

Nel Cristianesimo non c'è l'odio per la materia. Esso è una religione d'incarnazione. L'anima dell'uomo non è materiale, ma è creata per dare vita umana al corpo che costituisce con essa l'uomo vivente. L'anima dell'uomo non preesiste al corpo. Dio crea immediatamente ogni anima individuale al momento stesso in cui la persona umana comincia ad essere. Nemmeno è destino dell'uomo di vivere per sempre semplicemente come un'anima, allorché la morte dissolve il corpo. È vero, l'anima continua ad esistere come realtà spirituale dopo la morte di una persona e Dio chiama a sé gli uomini e sostiene in lui il loro essere e la loro gioia prima della risurrezione finale (cf Fil 1,23). Ma la salvezza di un uomo non è la salvezza dell'anima soltanto, ma quella di tutto l'uomo, ed essa sarà completa soltanto nella risurrezione del corpo, e nella vita di uomini pienamente viventi, riuniti insieme nella gioia del Signore.

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