giovedì 20 agosto 2020

LE GRANDEZZE DI MARIA



INTIMITÀ DELLA VERGINE CON GESÙ, DELIZIOSA E CONTINUA.

In quella guisa che da quattromila anni che il mondo era stato creato non vi era mai stata opera simile al mistero dell'Incarnazione, così da quando il mondo è mondo non v'è stato mai tempo più prezioso di quello in cui il Figlio di Dio incomincia ad essere Figlio dell'uomo e una Vergine diventa Madre di Dio. È questo quel tempo di delizie annunciato dai profeti, in cui il cielo manda la sua rugiada, le nubi piovono il giusto, e la terra irrigata dal cielo si apre per germinare il Salvatore (Is 45,8); è il tempo dell'evento più insigne, più felice e più [100] salutare che mai vi sarà; è il tempo in cui il cielo e la terra concorrono in uno sforzo meraviglioso, per dare il Santo dei santi al mondo che ne ha urgente bisogno: è la pienezza dei tempi secondo gli Apostoli; è il tempo della salvezza dell'universo, tempo in cui il cielo viene dalla terra rapito nella contemplazione e nell'adorazione di meraviglie che si veggono su la terra e non si trovano in cielo. Questo avvenimento così felice, così notevole, così prezioso, si compie in Nazaret, tra Gesù e la Vergine sola, il restante della terra non avendovi nessuna parte. Quanto più sono soli, quanto più grande è la loro solitudine, quanto più è ammirabile, tanto più si trattengono nel soggetto della loro solitudine essendo esso così importante, e tanto più profonda e deliziosa è la loro mutua occupazione.

Gesù è dunque occupato della Vergine, e unicamente per allora, della Vergine; la Vergine è pure tutta occupata di Gesù, e sola sopra la terra è occupata di Gesù. Sola sopra la terra, Maria adora il mistero dell'Incarnazione, e in nome della terra adora quel mistero che è compiuto in terra a pro della terra; solo Maria adora Gesù. Quanto più è sola occupata in un sì grande soggetto, tanto, più è intensa la sua occupazione 48; Ella vi si dedica con tutte le sue facoltà, vi si applica con tutti i suoi sensi, perché è un mistero sensibile e sensibile in Lei; anche la sensibilità deve rendere omaggio a quel Dio che si è reso sensibile 49 a favore della natura umana.

Ad una tale occupazione la Vergine si dedica con tutta l'anima sua. Lo spirito di Gesù che anima il proprio corpicino sì delicato, anima pure con una dolce e santa influenza, per grazia e per amore, lo spirito e il corpo della [101] Vergine. Nello spirito e nel corpo della Vergine lo spirito di Gesù è più potente e più attivo che lo spirito medesimo della Vergine stessa. La grazia infusa nella Vergine, grazia così eminente e così, elevata, attira ed assorbe tutti i suoi sensi, tutte le sue facoltà e tutto il suo spirito in un oggetto così grande e insieme così presente (Gesù), oggetto che a quella grazia si addice con una perfettissima proporzione.

La grazia della Vergine, infatti, non è come la nostra; è una grazia affatto particolare ed a Lei tutta propria; è una grazia che fin dalla sua origine tendeva al mistero dell'Incarnazione come al suo fine, al suo principio e al suo esemplare 50. È una grazia nuovamente infusa, nuovamente accresciuta sino al suo colmo, sino al suo effetto principale nella Vergine, nel compimento del [102] mistero dell'Incarnazione; è una grazia che unisce in modo affatto particolare Gesù alla Vergine e la Vergine a Gesù.

La grazia in generale unisce a Dio, ma quella sorta di grazia particolare, alla Vergine, unisce Dio come incarnato, e la Vergine a Dio incarnato. Questa grazia, così propria di questo mistero opera nella Vergine un effetto proprio e la dà un'applicazione, una unione a Gesù vivente in Lei, così grande, elevata e potente che non la possiamo esprimere.

Così la grazia e la natura concorrono a stabilire nella Vergine una disposizione eminente che rapisce il suo cuore e la sua mente in Gesù suo Figlio e suo Dio. Ma oltre questo movimento di natura e di grazia che è potentissimo, Gesù medesimo che è presente ed è attivo, attira immediatamente, per se stesso, la mente e il cuore della Vergine in tale occupazione. Gesù è presente in Maria, è potente in Lei, opera in Lei: Maria è perfettamente disposta a ricevere tali sante operazioni, ed a riceverle secondo tutta la loro energia e la loro estensione. [103]

E sono queste le primizie dell'azione di Gesù, nella Madre sua. Gesù adunque, volendo che le sue prime operazioni in terra e le sue prime influenze siano per la Vergine, l'attira in se medesimo e in sé la rapisce.               

Quale tenerezza! Quale amore! Quali favori di un tal Figlio verso una tal Madre, e di una tal Madre verso un tal Figlio, e nel principio del loro amore e del loro mutuo godimento! È un'estasi continua perché l'oggetto che rapisce è sempre presente alla potenza che ne viene rapita, e sempre agisce. Così avviene in cielo dove l'oggetto è sempre presente e sempre visto; così avviene dello stato di Maria, perché per Lei l'oggetto è sempre presente, sempre sensibile e sempre l'attira.

La Vergine non è assorta in una semplice, estasi passeggera e transitoria; ma è fissata in uno stato di rapimento permanente di cui l'oggetto è continuo, e sempre capace di rapirla. Noi non siamo capaci su la terra di uno stato simile, ma la Vergine ne è capace; né dobbiamo giudicare di Lei Secondo ciò che siamo noi. Quella sorta [104] di grazia singolare di cui Maria è insignita, la dispone ad un tale stato e a cosa più grande ancora, poiché la dispone ad essere Madre di Dio. La sua vita è elevata, né va soggetta alla debolezza dei sensi e della mente umana rispetto alle cose sante e celesti. Maria è tanto elevata che in Lei non v'è quella sproporzione tra la natura e la grazia, la quale nelle estasi delle anime più sante su la terra cagiona la debolezza e la perdita dei sensi. La Vergine anzi è confermata nella forza e nella potenza della grazia celeste che comporta i più grandi sforzi senza nessun indebolimento; vive della vita della terra e insieme nei celesti rapimenti; le sue estasi divine sono perenni, ma dalle sue occupazioni divine Ella non risente nessun indebolimento nella vita umana (nessuna sospensione nell'uso dei sensi) 51

CARD. PIETRO DE BÉRULLE

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