La seconda epoca della Chiesa militante, quella irrigativa.
Le dieci persecuzioni fino a Costantino il Grande (64-312 d.C.)
Cap. v. 8-11
I. E all‟Angelo della Chiesa di Smirne scrivi: ecco quanto dice Colui che è il primo e l‟ultimo, fu morto e vive: So la tua tribolazione e la tua povertà; ma sei ricco, e sei bestemmiato da quelli che si dicono Giudei e non sono, e sono invece la Sinagoga di Satana. Non ti spaventare di quello che stai per patire. Ecco il diavolo caccerà in prigione alcuni di voi, per mettervi alla prova, e sarete tribolati per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte, e ti darò la corona di vita. Chi ha orecchi ascolti quello che lo Spirito dica alle Chiese: Il vincitore non sarà offeso dalla morte seconda.
Il secondo periodo della Chiesa è quello, per così dire, dell‟irrigazione. La Chiesa, vigna del Signore, infatti, nutre tanti tralci quanti sono i suoi santi. Questa vigna nella prima epoca fu piantata da Cristo e dagli Apostoli, venne poi irrigata nella seconda dal torrente del sangue dei martiri, che era come una sorgente che scaturiva dalla terra e inondava tutta la superficie della Chiesa. questo spargimento del sangue dei cristiani durò dieci giorni, ossia i dieci tempi dei principali tiranni re- gnanti sulla terra. Il diavolo, infatti, vedendo che non riusciva ad impedire il diffondersi della fede di Cristo per mezzo dell‟invidia dei giudei, eccitò gli animi di quei tiranni contro la cristianità, sforzandosi in questo modo di eliminarla e annientarla. Dio permise queste lunghe e terribili persecuzioni per la maggior gloria dei suoi soldati scelti, e per rafforzare maggiormente la verità della fede cattolica, che, pur agitata da tanto immani persecuzioni, rimase immacolata e fu ogni giorno nobilitata da una sempre più grande diffusione. Dio permise poi queste persecuzioni per eccitare la sua Chiesa alla carità perfetta, che fu perfettissima nell‟epoca dei martiri. Allude a quest‟epoca della Chiesa la parabola evangelica narrata in San Giovanni: Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane infecondo; se invece muore produce molto frutto (XII, 24). Anche nei Salmi vi allude: Per la via si disseta al torrente, e per questo terrà alta la testa (CIX, 7) ovvero il Padre celeste si compiacque di bere nella via di questa vita presente dal torrente di sangue dei martiri. Perciò, ad esempio dei suoi soldati, esaltò sulla croce Cristo suo Figlio, capo di tutti.
II. A quest‟epoca corrisponde il secondo dono dello Spirito Santo, la fortezza e l‟invitta pazienza nelle cose ardue e nelle avversità. Muniti di questo scudo i santi di Dio d‟entrambe i sessi vinsero il mondo e pervennero al regno dei cieli. Figura di questa seconda età della Chiesa fu il secondo giorno della creazione del mondo, in cui Dio creò il firmamento nel mezzo delle acque. Questo firmamento prefigura la fermezza ossia la fortezza dei martiri, poiché Dio li pose nel mezzo delle acque di ogni tribolazione che però non poterono estinguere il fuoco della loro carità. Inoltre, come nel secondo giorno fu posto il firmamento nel cielo, così nella seconda epoca la Chiesa, simboleggiata dal cielo, fu stabilita saldamente dalla testimonianza dei martiri, che ne divenne il sostegno. A quest‟epoca della Chiesa corrisponde poi la seconda età del mondo, che va da Noè ad Abramo. Come infatti nella seconda età del mondo Noé e la sua discendenza iniziarono ad offrire sacrifici a Dio, così nella seconda epoca della Chiesa i cristiani erano immolati come vittime. L‟effusione del loro sangue e la loro morte era un sacrificio preziosissimo e assai gradito a Dio Padre, che nel suo Figlio Gesù saliva al cielo in odore di soavità. Questo periodo di martirio e tribolazione viene giustamente riferito alla Chiesa di Smirne. Smirne infatti significa „cantico‟ e „mirra‟, vocaboli che ben s‟attagliano entrambi all‟epoca dei martiri. La parola „cantico‟ ricorda che i cristiani d‟entrambi i sessi s‟avviavano al martirio quasi ballando di gioia, come si ricava dalla storia ecclesiastica e dagli Atti degli Apostoli: Essi se ne andavano dal cospetto del consiglio contenti per essere stati fatti degni d’essere vituperati per il nome di Gesù (V, 41). Le tribolazioni e la morte dei santi martiri sono poi un gratissimo cantico, in cui Dio trova diletto, gli Angeli s‟allietano e tutti i santi gioiscono con il Figlio di Dio. Sono però anche mirra. La mirra è infatti amara e impedisce la putrefazione. Così le persecuzioni e le tribolazioni sono amare, e tuttavia preservano la Chiesa e i suoi membri dalla corruzione dei difetti, dei piaceri e dei peccati, e rendono il corpo mistico robusto mediante la pazienza, la povertà, l‟umiltà, il disprezzo del mondo, la carità verso Dio e l‟amore dei beni eterni. La mirra emana poi una soave fragranza, per cui era impiegata nei sacrifici che si rendevano a Dio. Così il sangue e la morte dei martiri sono una fragranza soavissima e un sacrificio che sempre sale fino al cospetto di Dio.
Vers. 8. E all‟Angelo della Chiesa di Smirne scrivi. Letteralmente qui s‟intende al Vescovo di quel luogo, che è però figura di tutti i Pontefici, vescovi e prelati che riuscirono vincitori in quest‟epoca di tribolazioni della Chiesa. Ecco quanto dice Colui che è il primo e l‟ultimo, fu morto e vive. Più sopra già vedemmo il significato di tali parole. Sono poste qui all‟inizio come esempio. Come infatti Cristo il Figlio di Dio e nostro Re dovette patire ed entrare così nella sua gloria, allo stesso modo i suoi eletti devono patire e morire per vivere con lui in eterno. Perciò centinaia di migliaia di martiri d‟entrambi i sessi rimasero fermi nella fede sull‟esempio del dolcissimo sposo e Re Gesù cristo. Tanto efficace è l‟esempio che dà il superiore.
Vers. 9. So la tua tribolazione e la tua povertà. Sono queste le proprietà e le note caratteristiche dell‟epoca dei martiri. Infatti „tribolazione‟ è un vocabolo pieno di enfasi, che deriva da tribolo, e significa ogni genere d‟avversità, persecuzioni, ingiurie, angustie e tutti i più orribili e terribili tipi di morte. La parola „povertà‟ invece indica la spogliazione dei beni terreni, la cacciata dalle sede episcopali, dalla Chiesa, dalla casa paterna in esilio ecc. Cose queste che i santi di Dio patirono con gioia per il loro sposo Gesù Cristo dai tiranni che per oltre trecento anni incrudelirono contro di loro, come si legge nella storia ecclesiastica. Ma sei ricco – aggiunge – dei tesori spirituali dei meriti, di eroiche virtù, dell‟oro della carità, del ferro della fortezza, dell‟eredità del regno celeste, ossia della gloria eterna preparata per voi nel cielo in cambio della perdita dei beni transitori di questo mondo. Sei ricco, poiché siete amici di Dio, e i vostri nomi sono scritti in cielo. Al contrario, i potenti di questo mondo, che vi tormentano e spogliano, andranno dopo questa vita passeggera agli eterni tormenti, che li affliggeranno potentemente. E sei bestemmiato da quelli che si dicono Giudei e non sono, e sono invece la Sinagoga di Satana. Per giudei s‟intende qui 1) i resti degli ebrei o della Sinagoga dell‟Antico testamento, che, essendo stati rigettati da Dio, non hanno né avranno più in sè la salvezza. Perciò si aggiunge: che si dicono Giudei, ovvero gli eletti, in quanto discendenti di Abramo, ma non lo sono, e sono invece la Sinagoga di Satana, ovvero la congrega dei riprovati. I giudei, infatti, a causa della loro incredulità e ostinazione nel male, sono stati abbandonati da Dio nelle mani di Satana, di cui sono membra. Non sarà, infatti, popolo di Cristo, chi non lo riconoscerà, come sta scritto in Daniele, cap. II. 2) Inoltre il termine giudei indica qui anche la Cristianità, ossia allegoricamente i cattivi cristiani, che dicono d‟essere gli eletti e asseriscono di conoscere Dio, ma lo negano nei fatti, come in San Paolo ai Romani, cap. I, mentre d‟entrambi parla lo stesso Apostolo al cap. II: Vero giudeo non è chi tale appare, né è circoncisione quella che si manifesta nella carne; ma Giudeo è colui che è tale interiormente; la circoncisione è quella del cuore, secondo lo spirito e non secondo la lettera. Questa avrà lode non dagli uomini, ma da Dio (II, 28-29). Queste espressioni intese in senso letterale vanno riferite ai giudei secondo la promessa fatta da Dio alla discendenza di Abramo, allegoricamente invece si parla dei cristiani secondo la promessa di Cristo. E da costoro la Chiesa di Dio, nei suoi eletti e santi membri, viene bestemmiata. Infatti i giudei la rimproverano, pensando così: se la fede in Cristo fosse vera, se Cristo fosse il vero Messia e il vero Figlio di Dio onnipotente, certamente non permetterebbe che i suoi eletti e diletti siano afflitti, patiscano e vengano assassinati come pecore, perché la morte è una cosa infamante e la croce di Cristo era per essi motivo di scandalo, come dice l‟Apostolo San Paolo: Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i giudei, stoltezza per i gentili (I Corinti I, 23). I cattivi cristiani e gli eretici bestemmiavano la Chiesa di Dio con le loro pessime azioni e perverse dottrine, per cui avvilita agli occhi dei giudei e dei pagani la Chiesa era sempre più disprezzata, e i suoi santi membri erano oggetto di più gran disprezzo, e pativano persecuzioni più gravi anche dagli stessi falsi cristiani.
Vers. 10. Non ti spaventare di quello che stai per patire. Con queste parole Cristo anima la sua Chiesa a sopportare intrepidamente ogni male per quanto lungo. E poiché i colpi che si vedono per tempo feriscono di meno e i mali del mondo che si prevedono in anticipo sono più tollerabili, così Cristo decise – come indicano le parole che seguono - che anche noi dovessimo patire secondo l‟ordinazione divina, e quanto grande fosse la persecuzione, e da chi e per quanto tempo dovessimo riceverla. Ecco il diavolo manderà in prigione alcuni di voi, per mettervi alla prova, e sarete tribolati per dieci giorni ecc. Ecco il diavolo manderà, poiché egli, mosso dalla sua consueta invidia contro i fedeli di Cristo, spingerà i Re e i cattivi Principi, inciterà i giudei, e subornerà quelli tra i cristiani che insegnano dottrine perverse, ovvero, i cattivi e falsi cattolici, i quali tutti, come suoi agenti, getteranno alcuni di voi, ovvero molti di voi e tutti coloro che in questa seconda epoca della Chiesa conquisteranno la corona immortale, in prigione. Saranno quelli insomma come i littori del diavolo. Per questo il testo dice manderà in prigione, mediante cioè i sicari del principe di questo mondo. Egli si servirà, infatti, sulla terra dell‟opera degli uomini empi per saziare la sua inestinguibile e forsennata brama di nuocere alle pie membra di Cristo. In prigione, il che significa: 1) la lunghezza delle future persecuzioni. Chi infatti viene mandato in carcere, non se ne libera subito. Così si dice mandare il danaro di qualcuno nel tesoro del Tempio o nel tesoro del Re, per esservi là custodito. 2) In secondo luogo il vocabolo „prigione‟ indica ogni genere di mali che i santi ed eletti di Dio dovranno patire. La prigione è infatti l‟officina, per così dire, di ogni tribolazione. Chi viene mandato in carcere infatti è separato dagli uomini come un malfattore. In carcere vi è sete, fame, freddo, calore, catene, nudità, perdita dei beni, in carcere tortura, tormenti, flagelli, bastonature, oltraggi, veglie, angustie, puzzo. Dalla prigione infine si esce a causa di un‟ingiusta sentenza di condanna per andare a morire per pentole, teglie, ruote, spade, l‟infamia della croce, la decapitazione, l‟affogamento, l‟esilio, le bestie, gli orsi, i leoni, le tigri e i leopardi. Perciò dice Cristo qui queste chiare parole: Ecco il diavolo manderà in prigione alcuni di voi, ossia con il permesso del Padre celeste, per mettervi alla prova come il fuoco nel crogiolo. Questa prova però non è nell‟intenzione del diavolo, che non considera il bene delle persecuzioni. Solo Dio sa infatti trarre il bene dal male. E così dalla crudeltà dei tiranni si ricava la pazienza dei martiri e la corona della gloria eterna. Dio fa lo stesso con la sua Chiesa anche oggi, quando i suoi prelati e i suoi membri abbandonano il cuore ai peccati, ai piaceri e alle ricchezze temporali della terra. E sarete tribolati per dieci giorni, ossia per dieci regni o periodi di altrettanti pessimi prìncipi, che succedendosi l‟uno altro quasi a senza interruzione, come fossero giorni, incrudeliranno contro i cristiani. Questi dieci giorni devono intendersi allora per quel periodo di tempo continuo che dal regno dell‟Imperatore Nerone, il primo persecutore della Chiesa, va fino a Costantino il Grande. Trascorsero quindi quasi trecento anni durante i quali la Chiesa nuotò quasi senza tregua nel sangue dei martiri d‟entrambi i sessi, come l‟arca di Noè nel diluvio, finché dopo dieci persecuzioni non si fermò come l‟arca su di un eccelso monte, Costantino il Grande. La prima persecuzione esplose sotto Nerone; la seconda sotto Domiziano; la terza sotto Traiano; la quarta sotto Marco Aurelio; la quinta sotto Settimio Severo; la sesta persecuzione sotto Massimino. La settima iniziata sotto l‟imperatore Decio continuò durante i regni di Gallo e Volusiano; l‟ottava durante i due Valeriani e Gallieno; la nona sotto Aureliano; la decima infine, che fu la più imponente di tutte, fu scatenata da Diocleziano e dal suo collega Massimiliano. Vedi quel che ne scrive la storia ecclesiastica.
III. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona di vita. La Chiesa viene esortata a perseverare nelle future tribolazioni proponendole il premio. Questa esortazione alla pazienza è un segno della clemenza di Dio, che incoraggia la Chiesa di fronte alla crudeltà immane e alla lunghezza dei mali che si scateneranno, per permesso divino, contro i santi ed amici di Dio. Sii fedele fino alla morte: sii costante e perseverante fino alla morte nella tua tribolazione. Sii fedele nella fede, speranza e carità. Non venir meno, lasciandoti scandalizzare da mali così numerosi, crudeli e lunghi, che Dio permette contro di te. E ti darò la corona di vita: l‟aureola del martirio secondo la misura delle tribolazioni che hai sopportato per me. La corona di vita di chi ha ottenuto il trionfo nei cieli, corona che non ti sarà sottratta. Nessuno, infatti, che non abbia combattuto secondo le regole, otterrà la corona della vittoria. La corona di vita: il Regno ossia la libertà dei figli di Dio, così da non dover più sottostare a nessun re della terra.
Vers. 11. Chi ha orecchio ascolti quel che lo Spirito dica alle Chiese. Con queste parole vuole incitare il nostro intelletto a scrutare qualche significato recondito pieno di misteri celesti, che bisogna trarre dalla proprietà del contenuto e delle parole, riguardante la sua Chiesa. Chi vincerà non sarà offeso dalla morte seconda: dall'inferno ovvero dalla morte eterna dei dannati. Si dice morte seconda, perché segue alla morte corporale, che è la prima morte, della vita caduca. Cristo aggiunge queste parole come fossero il motivo più forte della perseveranza nella grave congiuntura delle persecuzioni. Se infatti si considera l‟immane incendio dell‟inferno e l‟eterna dannazione degli empi e si tenga presente i raffinati tormenti e mali che questa comporta, con gioia e facilmente ci si sottoporrà ad ogni tribolazione e alla morte temporale, per evitare le tribolazioni e la morte eterna. Avendole sempre dinanzi agli occhi, infatti, i servi di Dio superarono ogni tormento e giunsero al regno celeste.
Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser
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