CRISTO, VITA DELL'ANIMA
Che bisogna intendere quando diciamo che Cristo è la causa soddisfattoria e meritoria della nostra salvezza e della nostra santificazione?
Come sapete, Dio, creando il primo uomo, l'aveva stabilito nella giustizia e nella grazia; ne aveva fatto il proprio figlio ed il proprio erede. Ma il disegno divino è stato attraversato dal peccato; Adamo, costituito capo della sua progenie, ha prevaricato. - Egli ha perduto immediatamente, per sé e per i suoi discendenti, ogni diritto alla vita e all'eredità divina. Tutti i figli di Adamo, divenuti prigionieri del demonio (1), divideranno la sua disgrazia.
Perciò essi nascono, dice S. Paolo, «nemici di Dio» (2), «oggetti di collera» (3), e, per questa ragione, esclusi dalla beatitudine eterna (4).
Fra i figli di Adamo, non ci sarà nessuno, che riscatterà i propri fratelli e toglierà la maledizione che pesa su di loro? Nessuno, poiché tutti hanno peccato in Adamo; né per sé, né per gli altri, nessuno potrà dare una adeguata soddisfazione.
Il peccato è un'ingiuria fatta a Dio, ingiuria che deve essere espiata; l'uomo, poiché è una semplice creatura, è incapace di saldare degnamente il debito contratto verso la Maestà divina per una colpa, la cui malizia è infinita.
Una soddisfazione, per essere adeguata, deve essere offerta da una persona di una dignità equivalente a quella dell'offeso. La gravità di una ingiuria si misura dalla dignità della persona offesa; la medesima ingiuria fatta ad un principe è di una maggiore gravità, per via del grado dell'offeso, di quello che sarebbe se fosse fatta ad un contadino (1). Per la soddisfazione, bisogna rovesciare il principio.
La grandezza di una riparazione si valuta, non dalla dignità di colui che la riceve, ma di colui che la dà. Lo stesso re riceve l'omaggio di un contadino e di un principe: è evidente però che l'omaggio di un principe prevale su quello di un contadino.
Tra noi e Dio c'è l'infinito. - L'umanità dovrà dunque disperare? l'oltraggio fatto a Dio non sarà mai riparato? L'uomo non rientrerà mai in possesso dei beni eterni? Dio solo poteva risponderci, Dio solo poteva dare una soluzione a questo angoscioso problema.
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Voi sapete quale è stata la risposta di Dio, la soluzione piena, nello stesso tempo, di misericordia e di giustizia che egli ha portata. Nei suoi inscrutabili disegni, egli ha decretato che il riscatto dell'umanità avverrebbe soltanto per mezzo di una soddisfazione uguale ai diritti della sua infinita giustizia, e che questa soddisfazione sarebbe data dal sacrificio sanguinoso di una vittima che si sostituirebbe liberamente, volontariamente all’umanità peccatrice. Quale sarà questa vittima? Quale sarà questo salvatore? (2) Dio l'ha promesso all’indomani della colpa, ma migliaia d'anni passano prima che egli venga; migliaia d'anni durante i quali l'umanità leva le braccia dal fondo di un abisso senza nome, dal quale è impotente a sollevarsi; migliaia d'anni durante i quali accumula sacrificio su sacrificio, olocausto su olocausto per liberarsi della sua servitù.
Ma «quando viene la pienezza dei tempi», Dio manda il Salvatore promesso, il Salvatore che deve riscattare il creato, distruggere il peccato e riconciliare gli uomini con Dio. Chi è il Figlio di Dio fatto uomo.
Essendo uomo, disceso dalla progenie di Adamo, egli potrà sostituirsi volontariamente a tutti i fratelli e rendersi per così dire, solidale del loro peccato. Accettando liberamente di soffrire e di espiare nella sua carne passibile, egli sarà capace di meritare. Essendo Dio il suo merito avrà un valore infinito, la soddisfazione sarà adeguata, la riparazione sarà completa. Non c'è, dice S. Tommaso, soddisfazione pienamente sufficiente all’infuori di una operazione pienamente infinita nel suo valore, vale a dire di una operazione che un Dio soltanto poteva compiere (1). Come l'ordine della giustizia domanda che la pena risponda alla colpa, sembra domandare anche, dice S. Tommaso, che colui che ha peccato dia soddisfazione per il peccato, ed ecco perché si è dovuto prendere, nella natura corrotta della colpa, ciò che doveva essere offerto in soddisfazione per tutta questa natura (2).
Questa è la soluzione che apporta Dio stesso. Egli avrebbe potuto apportarne altre; ma alla sua saggezza, alla sua Potenza, alla sua bontà, è piaciuto di darsi questa soluzione.
Dobbiamo quindi contemplarla e lodarla, poiché è veramente ammirevole. «L'umanità di Cristo, dice S. Gregorio, gli permetteva di morire e di soddisfare per gli uomini; la sua divinità gli dava il potere di renderci la grazia che santifica» (3), La morte era uscita da una natura umana insozzata dal peccato; da una natura umana unita ad un Dio, sarebbe scaturita la sorgente della grazia e della vita (4).
Beato Dom COLUMBA MARMION
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