sabato 17 dicembre 2022

I SEGNI DI DIO NELLA VITA DI UN BAMBINO AFRICANO

 


Potrebbe descrivere gli antichi riti religiosi dei suoi antenati, in particolare quello importante del passaggio all'età adulta?


I Coniagui sono molto religiosi, molto legati a Dio, che chiamano Ounou. Ma possono entrare in contatto con lui solo attraverso i loro antenati.

Il Dio dei miei antenati è il Creatore dell'universo e di tutto ciò che esiste. È un Essere supremo, ineffabile, incomprensibile, invisibile e inapprensibile. Tuttavia, egli è al centro della nostra vita e permea tutta la nostra esistenza. Tra i Coniaguis non è raro trovare nomi teoforici come Mpooun ("il secondo di Dio"), Taoun ("terzo di Dio"), Ounouted ("è Dio che sa") o Ounoubayerou ("sei tu Dio?"). L'essenza della vita religiosa e rituale ruota attorno a un duplice sistema: da un lato i riti funebri, dall'altro i riti di iniziazione.

I riti funebri consistono in offerte sacrificali fatte con la libagione di sangue animale o di birra di miglio. Le offerte vengono versate a terra o ai piedi di un albero sacro, su un altare o su una stele di legno che rappresenta gli antenati. Hanno lo scopo di placare i jinn, di ringraziare Dio e di chiedere favori alle potenze soprannaturali. Ci sono tre riti o tre tipi di offerte. Il "rhavanhé", nei funerali, è un momento ineludibile, in quanto apre la porta del villaggio degli antenati ai defunti di una certa età: il "rhavanhé" non viene celebrato per coloro che sono morti giovani o da bambini, probabilmente perché sono innocenti, cioè incapaci di commettere un male grave e deliberato; dopo la loro morte vengono riammessi nel villaggio degli antenati senza bisogno di sacrifici. C'è poi la "sadhëkha", che si celebra come offerta di ringraziamento per i beni ricevuti - ad esempio, in occasione di una nascita - o per chiedere una benedizione su qualcosa di importante. Infine, la "tchëva" ha lo scopo di porre fine a calamità come la siccità o le devastanti piaghe delle locuste, che divorano i campi, le foglie e i frutti degli alberi. Consiste in una processione notturna attraverso i campi e il villaggio per chiedere la protezione di Dio sui raccolti e sul lavoro. Si tratta di un rito simile alle rogativas, praticato nella Chiesa cattolica fino al Concilio Vaticano II e che esiste ancora in paesi come il Messico. È celebrata dalle donne ed è presieduta dalla "lukutha", che realizza una maschera speciale per questa cerimonia. Il "lukutha" è uno spirito in forma umana, vestito di fibre o foglie per evitare di essere visto o riconosciuto da donne e bambini non iniziati.

La cerimonia di iniziazione dei giovani è un momento essenziale nella vita del popolo Coniagui. È preceduto dal rito della circoncisione, inteso come prova di resistenza fisica. Infatti, dopo la circoncisione, che viene eseguita senza anestesia intorno ai dodici anni, il ragazzo non deve piangere, per quanto sia dolorante. Questa procedura apre un periodo di transizione tra i due e i tre anni, destinato a prepararlo all'iniziazione: si tratta di una trasformazione radicale della persona dall'infanzia all'età adulta. Così, l'adolescente diventa un uomo pienamente responsabile per se stesso e per la società.

Dopo le danze popolari, che iniziano il sabato pomeriggio e durano tutta la notte, i giovani vengono portati nella foresta, dove trascorrono una settimana di allenamento alla sofferenza e si educano alla fortezza, alla rinuncia per il bene comune e al rispetto scrupoloso per gli anziani, i vecchi e le donne. L'iniziazione è un momento di apprendimento di usi, costumi e buone maniere nella società. I giovani imparano anche a conoscere le proprietà curative delle piante contro alcune malattie.

L'iniziazione può sembrare positiva, ma in realtà il rito è una falsità, un inganno che utilizza la menzogna, la violenza e la paura. Le prove fisiche e le umiliazioni sono tali da non portare a una vera trasformazione e alla libera assimilazione degli insegnamenti, dove dovrebbero essere coinvolti intelligenza, coscienza e cuore. Viene incoraggiata una servile sottomissione alle tradizioni, per paura di essere eliminati per non essersi sottomessi alle regole. Durante il rito di iniziazione, i custodi dei costumi fanno credere alle donne che l'adolescente muore e rinasce in un'altra vita. L'iniziato viene divorato da un genio, il "nh'ëmba", e, secondo le credenze animiste, ritorna nella società con un nuovo spirito. La cerimonia di ritorno al villaggio è particolarmente solenne, perché il giovane appare per la prima volta fingendo di essere un uomo fisicamente diverso, dotato di nuovi poteri agli occhi della società.

L'iniziazione è un rito obsoleto, incapace di rispondere alle domande fondamentali della nostra esistenza e di mostrare come l'uomo guineano possa integrarsi in un mondo pieno di sfide.

Infatti, una cultura che non incoraggia la capacità di progredire, di aprirsi ad altre realtà sociali per accettare serenamente la propria trasformazione interiore, si chiude in se stessa. L'iniziazione ci rende quindi schiavi del nostro ambiente e ci imprigiona nel passato e nella paura.

I missionari spiritani hanno fatto capire alla mia gente che solo Gesù ci permette di rinascere veramente, "nascere dall'acqua e dallo Spirito", come dice Gesù Cristo a Nicodemo (Gv 3,5).

L'iniziazione è sempre stata un rito segreto, le cui conoscenze e pratiche sono riservate esclusivamente agli iniziati. Un'educazione esoterica all'interno di un circolo segreto di iniziati non può che sollevare dubbi sul suo valore, sulla sua coerenza e sulla sua capacità di trasformare veramente un uomo. La Chiesa si è sempre opposta a questo tipo di gnosi. Inoltre, nel caso dell'iniziazione delle ragazze, alcune pratiche dovrebbero essere vietate: il rito viola gravemente la dignità della donna. In modo perverso, questa iniziazione finisce per danneggiare la sua più intima integrità.

Nel mio caso, è stato mio zio, Samuel MPouna Coline, che è ancora vivo, a portarmi nella foresta.

In realtà, mio padre acconsentì alla mia iniziazione a condizione che la cerimonia fosse breve. Ero un seminarista e non aveva senso per me perdere un'intera settimana di messa. Per me e mio padre, la messa è stato l'unico momento che trasforma un uomo in questo mondo. Quindi la mia iniziazione è durata solo tre giorni...

CARDINALE ROBERT SARAH


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