INTRODUZIONE ALLA VITA DELLA REGINA DEL CIELO
Le ragioni per cui è stata scritta ed altre avvertenze relative.
8. Parlando di tale questione con i principi e gli angeli santi che l'Onnipotente mi aveva assegnati perché mi indirizzassero in quest'Opera sulla vita della nostra Regina e manifestando loro il turbamento e l'afflizione del mio cuore, quasi balbuziente e muta per un'impresa così ardua, mi risposero più volte che era questa la volontà dell'Altissimo. In particolare, un giorno in cui mi opposi molto presentando la mia difficoltà, la mia impossibilità e i grandi timori, mi dissero: «Con ragione, o anitria, ti avvilisci e ti turbi, dubiti e ti opponi in una cosa nella quale noi angeli ci comportiamo allo stesso modo ritenendoci inadeguati a rivelare le cose alte e magnifiche che il braccio dell'Onnipotente operò nella Madre della pietà e regina nostra. Peraltro, o carissima, considera attentamente che il cielo e la terra passeranno e tutto ciò che esiste scomparirà prima che venga meno la parola dell'Altissimo. Ora, molte volte l'ha impegnata con le sue creature; e per la sua Chiesa si trova nelle sacre Scritture che l'obbediente canterà vittoria sui suoi nemici, e non verrà ripreso per aver ubbidito. Anzi, quando creò il primo uomo e gli comandò di non mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male, fin da allora stabilì questa virtù dell'obbedienza, confermandola con solenne giuramento per rassicurare ancor più l'uomo, cosa che il Signore è solito fare, come già con Abramo quando gli promise con certezza di giuramento che il Messia sarebbe disceso dalla sua stirpe. E così fece quando creò il primo uomo assicurandogli che l'ubbidiente non avrebbe sbagliato. Egli ripeté tale giuramento quando ordinò che il suo Figlio morisse e garantì agli uomini che chiunque avesse obbedito a questo secondo Adamo, imitandolo nell'obbedienza con cui restaurò ciò che il primo aveva perso per la sua disobbedienza, sarebbe vissuto in eterno e il nemico non avrebbe avuto parte nelle sue opere. Considera attentamente, o Maria, che l'obbedienza ha origine da Dio come causa prima e principale e anche noi angeli obbediamo al potere della sua destra divina e alla sua rettissima volontà; infatti non possiamo opporci ad essa, né la ignoriamo, vedendo l'essere immutabile dell'Altissimo faccia a faccia e conoscendo che essa è santa, pura e vera, rettissima e giusta. Ora, questa certezza che noi angeli abbiamo per mezzo della visione beatifica, l'avete rispettivamente anche voi mortali in ragione dello stato di viatori in cui siete, in forza di quella parola che lo stesso Signore disse dei prelati e dei superiori: «Chi ascolta voi ascolta me, chi obbedisce a voi obbedisce a me». E, dato che si obbedisce per Dio - che è la causa principale e superiore - spetta alla sua provvidenza onnipotente far sì che gli obbedienti non falliscano qualora ciò che viene loro comandato non sia materia di colpa. Per questo il Signore assicura con giuramento che cesserà di esistere - il che è impossibile a Dio - piuttosto che venire meno alla sua parola. Infatti, come i figli discendono dai genitori e tutti i viventi da Adamo, moltiplicati nella posterità della sua natura, così i superiori procedono da Dio come da supremo Signore, per il quale ad essi tutti obbediscono: gli uomini a quelli terreni e gli angeli a quelli di gerarchia superiore; e gli uni e gli altri a Dio. Tuttavia ricordati, o anima, che ti hanno ordinato tutti ciò che tu temi di fare; e se, volendo tu obbedire, ciò non fosse conveniente, l'Altissimo farebbe, con la tua penna, quello che già fece con l'obbediente Abramo quando, stando già per sacrificare suo figlio, comandò a uno di noi suoi spiriti di trattenerne il braccio e il coltello. Ora invece non ci comanda affatto di trattenere la tua penna, ma al contrario di portarla con volo leggero, ascoltando sua divina Maestà, dirigendoti, illuminando il tuo intelletto e prestandoti aiuto».
Suor Maria di Gesù
Abbadessa del Monastero dell’Immacolata di Agreda dell’Ordine dell’Immacolata Concezione
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