ELEMENTI COSTITUTIVI ED INTEGRATIVI DELLA VITA D'UNIONE
Tenendo sempre presente gli insegnamenti dei maestri della teologia spirituale, offriamo una rassegna dei principali elementi costitutivi ed integrativi della vita mistica documentandoli con le parole stesse di padre Pio, stralciate dal suo epistolario.
A scanso di equivoci, va ricordato che padre Pio non scrive un trattato dottrinale; descrive soltanto stati d'animo, esperienze personali vissute. Così si spiega che spesso un medesimo testo, da noi citato, potrebbe contenere sfumature diverse, riferibili ad uno o ad altro elemento; o propone esperienze diverse e fenomeni concomitanti, applicabili ad uno o ad altro grado della scala mistica, secondo la maggiore o minor rilevanza dei medesimi. Il tecnico e il versato in teologia mistica li classificherà secondo il proprio posto, allorché si accingerà a proporre una esposizione sistematica dell'argomento, lavoro questo che esula dal nostro compito.
1. Ciò che in maniera determinante caratterizza lo stato mistico è la presenza infusa soprannaturale di Dio nell'anima. Il dinamismo umano e lo sforzo delle potenze e dei sensi è sostituito dall'impulso divino, che opera dall'interno nel centro dell'anima. Gli effetti meravigliosi di questa presenza straordinaria e operativa non possono facilmente tradursi in parole. E' tale la intensità degl'intimi rapporti con Dio, che le operazioni delle potenze si rendono sempre più difficili e l'anima quasi abbandona i sensi. Quindi l'atto contemplativo dura poco. Si raggiunge il limite dell'estasi:
"La maniera ordinaria della mia orazione è questa. Non appena mi pongo a pregare, subito sento che l'anima incomincia a raccogliersi in una pace e tranquillità da non potersi esprimere colle parole. I sensi restano sospesi [...]. Da qui capirete che poche sono le volte che riesco a discorrere coll'intelletto [...]. Questo stato di cose vanno sempre più intensificandosi, che se non ne muoio è un miracolo del Signore. Quando poi piace al celeste Sposo delle anime por termine a questo martirio, mi manda in un subito una siffatta devozione di spirito da non potere in modo alcuno resistere. Mi trovo in un istante del tutto mutato, arricchito di grazie soprannaturali e talmente ripieno di fortezza da sfidare tutto il regno di satana. Quello che so dire di questa orazione si è che l'anima sembrami che si perda tutta in Dio, e che essa profitti in tali momenti più di quello che potrebbe fare in molti anni di esercizio con tutti i suoi sforzi [...]. Quello che valgo a dirne intorno a questo, senza tema di sbagliare, si è che in nulla io vi concorro [...]. Tutto questo nasce non da qualche considerazione, ma da una fiamma interna, e da un amore tanto eccessivo che se Iddio non mi venisse in aiuto a breve andare ne sarei consumato [...]. Spesso spesso provo gran travaglio nel sovvenire alle necessità della vita: il mangiare, cioè, il bere, il dormire; e mi ci assoggetto come un condannato, solo perché Iddio lo vuole [...]. Da che il Signore mi va facendo queste cose mi sento tutto mutato da non riconoscermi più da quello che ero per lo innanzi" (1 11 1913).
"Mi chiedete poi, tra l'altro, conto della mia anima ed a me duole il non sapermi esprimere trattandosi adesso di cose assai alte e secrete. I vocaboli mancano per poter ritrarre anche debolmente quello che in questo stato si passa tra l'anima e Dio. Sono cose quelle che si vanno operando presentemente così secrete e così intime, che chi non ne ha fatto un'esperienza in se stesso non potrà mai e poi mai formarsene una pallida idea. Quello che l'anima riceve in questo stato lo riceve in un modo ben diverso da quello d'una volta. Adesso è Dio stesso quello che immediatamente agisce ed opera nel centro dell'anima senza del ministero dei sensi sia interni che esterni. E' un'operazione insomma questa sì alta, sì secreta e sì dolce, che è nascosta ad ogni umana creatura, non escluse quelle stesse angeliche intelligenze ribelli" (9 2 1914; cf. anche 26 2 1914).
"Aspiro alla luce e questa luce non viene mai; e se alle volte pure si vede qualche tenue raggio, il che avviene troppo di raro, è desso proprio che riaccende nell'animo le brame le più disperate di rivedere risplendere il sole; e queste brame sono si forti e violente, che spessissimo mi fanno languire e spasimare di amore per Iddio e mi vedo sul punto di andare in deliquio. Tutto questo io lo sento senza che lo voglia e senza fare nessun sforzo per ottenere questo. Il più delle volte mi avviene tutto questo fuori della preghiera ed anche quando sono occupato in azioni indifferenti" (16 7 1917; cf. anche 12 1 1919).
PADRE PIO DA PIETRELCINA
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