IL VANGELO DALLA SINDONE
Abbiamo visto come Gesú risuscitando non sconvolse la Sindone, ma passò attraverso essa lasciandola intatta e afflosciata.
Sappiamo pure come apparve agli apostoli la sera della domenica di Pasqua dopo essere apparso alcune ore prima ai due discepoli nel lontano villaggio di Emmaus. S. Luca racconta di essi: « E subito si alzarono e tornarono a Gerusalemme e trovarono gli Undici riuniti con i loro compagni, i quali dissero: “ll Signore è veramente risorto ed è apparso a Simeone”.
Essi pure raccontarono quanto era accaduto loro per via e come lo avevano riconosciuto quando egli spezzò il pane. Mentre parlavano di queste cose, Gesú apparve in mezzo a loro e disse: "La pace sia con voi!" Essi, sbigottiti e pieni di timore, credevano di vedere uno spirito. Ma egli disse loro: "Perché siete cosí turbati e i dubbi affiorano nei vostri cuori? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io. Palpatemi e osservate: uno spirito, infatti, non ha carne ed ossa come vedete che ho io".
Dopo aver detto questo, mostrò le sue mani e i, suoi piedi. Ma poiché, nella loro gioia, esitavano ancora a credere ed erano pieni di meraviglia, domandò loro: "Avete qui qualcosa da mangiare?" Essi gli presentarono del pesce arrostito. Egli ne prese e ne mangiò alla loro presenza.
Poi disse loro: "Era proprio questo quanto io andavo dicendo quando ero ancora con voi: bisogna che s'adempia tutto quello che è stato scritto di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi".
Allora aprì la loro mente alla comprensione delle Scritture, e disse loro: « Cosí sta scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risuscitato dai morti il terzo giorno, e che in suo nome sarebbe predicata la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme. Voi siete i testimoni di queste cose. Ed ecco che io mando sopra di voi il Promesso dal Padre mio; ma voi rimanete nella città fino a quando non sarete rivestiti di forza dall'alto"» (La 24,33-49).
Sappiamo infine come Gesú, dopo essere rimasto in terra 40 giorni, apparendo continuamente agli apostoli, alla fine li condusse da Gerusalemme verso Betania e, data loro la missione di predicare il suo Vangelo in tutto il mondo perché tutte le genti potessero credere, convertirsi, battezzarsi e salvarsi » (Mc. 16,16) sali al cielo: «Dopo aver detto questo, alla loro vista si elevò e una nube lo avvolse, sottraendolo ai loro sguardi.
Stando essi con gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini vestiti di bianco si presentarono loro dicendo: "Uomini di Galilea, perché state guardando verso il cielo? Quel Gesú che vi è stato sottratto verrà nello stesso modo con cui l'avete veduto salire al cielo" (Atti, 1,9-11).
E quando il Vangelo sarà predicato in tutto il mondo, quando il mondo sarà pervertito e corrotto dai falsi profeti che esso stesso va producendo, quando, infine, esso sarà purificato con immense tribolazioni da tutte le sue iniquità, Gesú ritornerà e farà risuscitare anche noi: "Quei giorni saranno di una tribolazione tale, quale non è mai stata dal principio di tutte le creature che Dio ha creato, fino ad ora, né piú ci sarà; e se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe; ma egli ha abbreviato quei giorni in grazia degli eletti che ha scelto.
« Allora se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo è qui; ecco là, non gli credete. Sorgeranno, infatti, falsi Messia e falsi profeti, i quali faranno segni e prodigi per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. Voi dunque state attenti: ecco, vi ho tutto predetto".
«Ma in quei giorni, dopo questa tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà piú la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le forze che sono nei cieli saranno sconvolte.
«Allora si vedrà il Figlio dell'uomo venire sulle nubi, con grande potenza e gloria. Allorà manderà i suoi Angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Dal fico imparate il paragone. Quando già i suoi rami si fanno teneri e spuntano le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; cosí anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi a quel giorno e a quell'ora nessuno ne sa nulla, neppure gli Angeli in cielo, né il Figlio, ma solo il Padre. State attenti, vegliate perché non sapete quando sarà il tempo. È come un uomo, partito per un viaggio, che ha lasciato la sua casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo lavoro e al portinaio ha raccomandato di vigilare. Vigilate, dunque, perché non sapete quando il padrone della casa verrà, se la sera tardi, a mezzanotte, al canto del gallo, o la mattina; di modo che, venendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. E quello che dico a voi lo dico a tutti: Vigilate» (Mc. 13,19-29).
Nella resurrezione saremo giovani, agili, immortali, belli come Gésu, ma in proporzione a quanto piú o meno avremo amato lui e l'umanità.
S. Paolo insegna questo espressamente: «Altro è lo splendore del sole, altro è lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: anzi, una stella differisce in splendore da un'altra.
Cosí sarà pure della resurrezione dei corpi.
Si semina il corpo corruttibile e risorge incorruttibile; si semina spregevole e risorge glorioso; si semina debole e risorge potente; si semina corpo materiale e risorge corpo spirituale. Se vi è un corpo materiale, vi è pure un corpo spirituale (I Cor. 15,41-44).
« Ecco vi svelo un mistero: noi non morremo tutti, ma tutti saremo trasformati; in un attimo, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Squillerà, infatti, la tromba e i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati. Perché è necessario che questo corpo corruttibile si rivesta d'incorruzione e che il nostro corpo mortale si rivesta di immortalità » (I Cor. 15,51-53).
E riprendendo lo stesso insegnamento nella prima lettera ai Tessalonicesi l'apostolo conclude: «Non voglio, o fratelli, che voi rimaniate nell'ignoranza circa i defunti affinché non abbiate ad affliggervi come quelli che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesú è morto ed è risuscitato, è chiaro che Dio condurrà con Gesú quelli che sono morti in lui.
Ecco perciò, che cosa vi annunziamo sulla parola del Signore: noi, i viventi, i superstiti alla venuta del Signore, non saremo separati dai nostri defunti. Poiché il Signore stesso, al segnale dato, alla voce dell'Arcangelo e alla tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risorgeranno i morti in Cristo; poi noi, i viventi, i superstiti, assieme ad essi saremo rapiti sulle nubi in cielo verso il Signore. Cosí saremo sempre col Signore. Consolatevi, dunque, scambievolmente con queste parole» (I Tess. 4,13-18).
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