sabato 20 aprile 2024

LA VERGINITA' DI MARIA, OGGI

 


IL "NUOVO CATECHISMO OLANDESE" 


Secondo gli autori di questo "Nuovo Catechismo" la verginità di Maria, come è stata espressa fino ad oggi dalla Chiesa, dev'essere riveduta e corretta. Le parole del Simbolo della fede "Nato dalla Vergine Maria" applicate a Gesù - secondo costoro - non sarebbero altro che un'espressione poetica, usata per significare che Egli è venuto al mondo come un singolare "dono" della grazia di Dio. Gli autori del famoso “Nuovo Catechismo Olandese” sono arrivati a dire che gli Evangelisti Matteo e Luca, asserendo che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo, non già per opera d'uomo, han voluto significare che Gesù è "nel più alto grado, il frutto di una promessa", frutto "superiore a tutte le possibilità dell'uomo", il "dono" di Dio all'uomo. Questo - secondo gli autori del Catechismo - sarebbe il significato "profondo" delle asserzioni dei due Evangelisti. "Dei grandi uomini dell'Antico Testamento - dice il "Nuovo Catechismo Olandese" - si narra come furono impetrati da Dio". E dopo aver nominato alcuni Patriarchi (Isacco, Giacobbe, Sansone, Samuele, il bambino della casa reale di Acaz e S. Giovanni Battista), prosegue rilevando che "di tutti i figli della promessa di Israele, Gesù è il punto più alto". Gesù, perciò, viene messo nella stessa linea di tutti gli altri (generati in modo ordinario) e questo sarebbe ciò che esprimono gli Evangelisti Matteo e Luca quando annunciano che Gesù non procedette dalla volontà di uomo. Questo sarebbe il senso "profondo" dell'articolo di fede: "nato da Maria Vergine". Questo fatto non avrebbe altro che una significazione "simbolica" esprimente la somma gratuità del "dono" fattoci da Dio. 

Ecco il testo completo del "Nuovo Catechismo olandese": "Contemporaneamente all'origine umana di Gesù, i Vangeli riferiscono anche la sua origine da Dio." Dei grandi personaggi del Vecchio Testamento si racconta spesso che furono implorati da Dio. Dopo invocazioni e preghiere e dopo la promessa di Dio, l'intimità coniugale di sposi che non avevano ancora avuto figli diveniva finalmente feconda. Fu così per i Patriarchi di Israele, Isacco e Giacobbe, così per Sansone e Samuele e il figlio della casata di Achaz, segno della fedeltà di Dio in tempi travagliati. Così fu per Giovanni il Battista. In quei racconti emerge in modo eccezionale ciò che palpita in ogni paternità e maternità: un nuovo essere umano (sempre ogni volta unico) è, in ultima analisi, un dono di Dio, 

Si usa dire che i genitori "hanno avuto" un bambino, più che non lo abbiano "fatto". 

"Fra tanti figli della promessa di Israele, Gesù è il più eccelso. Quando venne al mondo, era stato implorato da tutto un popolo, promesso da tutta una storia. Figlio di promessa come nessun altro, Oggetto del più profondo desiderio di tutta l'umanità. Nacque per pura grazia, per sola promessa, "concepito di Spirito Santo". Il dono di Dio all'umanità. 

"Gli evangelisti Matteo e Luca sottolineano tutto ciò quando affermano che Gesù non è nato per volontà di un uomo. Essi dicono che questa nascita, ben più della nascita di qualsiasi altra creatura umana, non sta in relazione alcuna con le capacità puramente umane. Appunto questo è il senso profondo dell'articolo di fede che dice: "nacque da Maria Vergine". Nulla esiste in seno all'umanità, nulla nell'umana fecondità, che possa generarlo. Lui dal quale dipende ogni fecondità umana, la formazione tutta del nostro genere umano: in Lui, infatti, tutto è creato. 

"In ultima analisi il genere umano deve la venuta di questo Promesso allo Spirito Santo. La sua origine non è né dal sangue ne dalla volontà della carne, né dalla volontà di un uomo, ma da Dio: da tanta altezza, da tanto lontano". (Il Nuovo Catechismo Olandese, Torino, ed. Elle di ci, pag. 92). 

Il testo - come si vede - è per lo meno equivoco: sotto la cortina fumogena delle parole, si viene a negare velatamente il dogma. 

Con ragione, perciò, la "Commissione Cardinalizia" nominata dal S.P. Paolo VI per l'esame del "Nuovo Catechismo Olandese", dichiarava, fra l'altro: 

" 3. Circa la concezione di Gesù da Maria in modo verginale. 

- La Commissione dei Cardinali ha chiesto che il "Catechismo" proclami apertamente che la Madre Santissima del Verbo Incarnato ha sempre goduto dell'onore della verginità, e che affermi chiaramente il fatto stesso della concezione verginale di Gesù, che quantomai conveniva al mistero dell'Incarnazione; e che perciò non si dia alcuna ansa per abbandonare la realtà di questo fatto, contenuto nella tradizione della Chiesa fondata sulla Sacra Scrittura, conservandone soltanto una sua significazione simbolica, per esempio la somma gratuità del dono, che Dio ci ha fatto del Figlio Suo". [92. 95. 96. 188] (cfr. A.A.S. 60 [1968] p. 688). Per questo il S.P. Paolo VI, nella Lettera del 30 marzo 1967 al Card. Alfrink, Primate d'Olanda, chiedeva che fosse evitata qualsiasi ambiguità, trattandosi di un dogma di fede (cfr. Il Dossier del Catechismo Olandese, p. 146, 148). 

Il concepimento verginale di Cristo da Maria, negato velatamente o, per lo meno, esposto in modo equivoco, ambiguo nel "Nuovo Catechismo Olandese", è stato negato apertamente da alcuni teologi olandesi che hanno collaborato alla composizione del medesimo. 

1) Il P. PIET SCHOONENBERG S.J.. in una intervista radiofonica, osservava che per una retta interpretazione del cosiddetto "Vangelo dell'Infanzia" (Mt. 1, Lc. 1-2) andava tenuto presente il "genere letterario". "Basandoci - diceva - su questa nuova (...) comprensione (del Vangelo), possiamo domandarci se il racconto dell'annunciazione tramandatoci da Luca (1, 26-38) e da Matteo (1, 20-25) debba intendersi in senso letterale (proprio) o figurato" (cfr. I grandi temi del Catechismo Olandese, Brescia, Queriniana, 1968, p. 131-136). 

Secondo Schoonenberg, la verginità corporale di Maria non è da ritenersi come dogma, ma come "questione aperta". "Il Nuovo Testamento - secondo lui - nel suo insieme, da l'impressione che la nascita verginale (di Gesù) sia un modo di parlare poetico" (cfr. "De Tijd", 17 dic. 1966). 

2) Anche il P. VAN KILSDONK S.J. (collega del P. Schoonenberg ) dopo aver negato apertamente la verginità corporale di Maria, dichiara: "Il titolo di "Vergine", per Maria, non è altro che un'aggiunta della poesia religiosa del Nuovo Testamento". Per il P. Van Kilsdonk, " il concepimento di Gesù nel seno di sua madre, senza l'intervento di un uomo" dev'essere rigettato (cfr. "Confrontatie", 8 nov. 1966, pagina 29 s.), ove viene riportata una trasmissione fatta dal P. Van Kilsdonk alla radio cattolica olandese (K.R.O.) l'11 ottobre 1966. 

3) Anche il Cappellano olandese GROENENDIJK, ha negato recisamente il concepimento verginale come fatto biologico alla televisione olandese il 14 luglio 1966, ponendola sullo stesso piano dei sette giorni della creazione i quali - evidentemente - non van presi in senso storico, letterale (cfr, la protesta di P. Van Doornik M.S.C, su "De Tijd" del 20 luglio 1966). 

4) Il tedesco UBERTO ABEAS, facendo eco ai suddetti olandesi ha negato anche lui recisamente la verginità di Maria "prima del parto" nel concepimento di Cristo (cfr. Fundamental Katecketik, Dùsseldorf, 1968, p. 200 ss.). È stato però riprovato dalla Gerarchia cattolica tedesca (cfr. Herder-Korresp.; Heft 1, del 1969, pag. 15-18). 

P. GABRIELE M. ROSCHINI O.S.M.

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