Volume 13 - Novembre 4, 1921: La santità nella creatura dev’essere fra lei e Gesù: Lui a dare la sua Vita e, come fido Compagno, a comunicarle la sua Santità, e lei, come fida ed inseparabile compagna, a riceverla.
[…] “E’ tuo dovere di venire nelle braccia del tuo Creatore e di riposarti in quel Seno donde uscisti, perché tra la creatura ed il Creatore ci passano tanti fili elettrici di comunicazione e di unione, che la rendono quasi inseparabile da Me, purché non si sia sottratta dal mio Volere, ché sottraendosi non è altro che rompere i fili di comunicazione, spezzare l’unione. La Vita del Creatore, più che elettricità, scorre nella creatura ed essa scorre in Me, la mia Vita è sparsa nella creatura; nel crearla concatenai la mia Sapienza alla sua intelligenza, affinché non fosse altro che il riverbero della mia, e se l’uomo giunge a tanto con la sua scienza che dà dell’incredibile, è il riflesso della mia che riflette nella sua; se il suo occhio è animato da una luce, non è altro che il riflesso della mia Luce eterna che riflette nel suo.
Tra le Divine Persone non avevamo bisogno di parlarci per intenderci; nella Creazione volli usare la parola e dissi: ‘Fiat’, e le cose furono fatte, ma a questo Fiat legavo e davo il potere che le creature avessero la parola per intendersi; sicché anche le voci umane sono legate come filo elettrico alla mia prima Parola, da cui tutte le altre discendono. E mentre creai l’uomo lo alitai col mio fiato, infondendogli la vita, ma in questa vita che gli infusi ci misi tutta la mia Vita a seconda che la capacità umana poteva contenere, ma tutto vi misi, non ci fu cosa mia che non gli feci parte. Vedi, anche il suo fiato è il riflesso del mio alito, cui gli do vita continua, ed il suo riflette nel mio, che sento continuamente in Me. Vedi dunque quanti rapporti ci sono tra Me e la creatura? Perciò l’amo assai, perché la guardo come parto mio ed esclusivamente mio.
E poi, come nobilitai la volontà dell’uomo? La concatenai con la Mia, dandole tutte le mie prerogative, la feci libera come la Mia; […] E se la vita umana non è animata da questa Volontà, non farà nulla di bene. Io nel crearla le dissi: ‘Tu sarai la mia sorella sulla terra, il mio Volere dal Cielo animerà il tuo, saremo in continui riflessi, e ciò che farò Io farai tu, Io per natura e tu per grazia dei miei continui riflessi; ti seguirò come ombra, non ti lascerò giammai’. Fu il mio unico scopo nel creare la creatura: che facesse in tutto il mio Volere. Ma con ciò volevo nuovi parti di Me stesso dare alla esistenza. Volevo farne un prodigio portentoso, degno di Me e tutto simile a Me; ma, ahimè, la prima a mettersi contro di Me doveva essere la volontà umana!…
[…] Così voglio la santità nella creatura: fra lei e Me, fra due, Io da una parte e lei dall’altra, Io a dare la mia Vita e come fido Compagno a comunicarle la mia Santità, e lei come fida ed inseparabile compagna a riceverla. Così, lei sarebbe l’occhio che vede ed Io il Sole che le do la luce; lei la bocca ed Io la Parola; lei le mani ed Io che le somministro il lavoro per operare; lei il piede ed Io il passo; lei il cuore ed Io il palpito. Ma sai tu chi forma questa Santità? La mia Volontà! E’ la sola che mantiene in ordine lo scopo della Creazione; la Santità nel mio Volere è quella che mantiene il perfetto equilibrio tra Creatore e creature, che sono le vere immagini uscite da Me”.
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