La vestizione
La prima cerimonia a segnare profondamente i seminaristi è quella della loro vestizione78. Quel giorno, concretizzano il loro dono totale a Nostro Signore Gesù Cristo abbandonando definitivamente l’abito secolare
e indossando l’abito ecclesiastico. Questa commovente cerimonia nei seminari della Fraternità San Pio X dell’emisfero nord si svolge il due febbraio, cioè quattro mesi dopo l’ingresso in seminario.
1. Il due febbraio, una data provvidenziale
La festa liturgica del due febbraio è una festa che segna in modo molto particolare la vita del nostro caro seminario di Ėcône. Non solo è una festa radiosa,
grazie alla rilevanza della bella liturgia della Purificazione della santissima Vergine Maria, tutta radiosa a causa della luce che Nostro Signore Gesù Cristo porta al mondo entrando nel Tempio di Gerusalemme, ma c’è,
mi pare, un’affinità particolare tra il significato di questa festa meravigliosa e la vestizione di quelli che vogliono consacrarsi a Nostro Signore nel sacerdozio79.
La festa dell’incontro
Nei primi secoli della Chiesa, la festa della Purificazione era detta festa dell’incontro. Perché festa dell’incontro? Perché Simeone ed Anna, chiamati dallo
Spirito Santo, erano andati incontro a Nostro Signore ed ai suoi genitori al Tempio di Gerusalemme (Lc 2, 25-38).
Ebbene! Oggi, miei cari amici, anche voi andate incontro a Nostro Signore, un incontro tutto speciale. Certo, avete già incontrato Nostro Signore quando i vostri genitori vi
hanno preparato alla prima comunione. Vi ricordate certamente il giorno benedetto della vostra prima comunione. Fu il vostro primo incontro intimo, personale, con Nostro Signore Gesù Cristo. E da allora, quante volte
avete avuto la grande grazia di unirvi a Nostro Signore, di conoscerLo meglio. Forse ci sono state delle nuvole, nel corso della vostra esistenza, in quest’unione con Nostro Signore, ma ecco che, attirati dallo Spirito
Santo, siete venuti in questo seminario per incontrarLo di nuovo, questa volta in modo definitivo, in modo ancora più personale, più convinto, più affettuoso, più perfetto, più completo80.
La festa dei testimoni
Festa dell’incontro, la festa della Purificazione è anche la festa dei testimoni. E’ come la conclusione di tutte le feste che, da Natale, hanno costellato tutto
il tempo della Natività e dell’Epifania. E, se volessimo riassumere questo tempo liturgico, potremmo dire che è stato quello dei testimoni, testimoni di Nostro Signore Gesù Cristo, testimoni di quella
luce “che illumina ogni uomo venuto in questo mondo”, come dice così bene san Giovanni. Sì, “ Costui era la vera luce” (Gv 1, 9). Lo ha detto Egli stesso: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8, 12). Nostro Signore è la luce che porta la chiarezza e la verità nelle nostre intelligenze e, al tempo stesso la vita, la carità
dello Spirito Santo nei nostri cuori.
I testimoni di Nostro Signore sono stati numerosi. Già prima della Natività, l’angelo Gabriele testimonia la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo
annunciando la buona novella alla Vergine Maria (Lc 1, 26-33). Poi fu la Vergine Maria stessa nel suo Magnificat ( Lc 1, 46-55), così come Elisabetta (Lc 1, 41-45) e Zaccaria (Lc 1, 67-79). San Giovanni Battista stesso nel seno di sua madre manifestò la grandezza di Dio che andava a visitarlo (Lc 1, 44). Poi
i pastori a Betlemme furono invitati a loro volta dagli angeli del Cielo a cantare la gloria di Nostro Signore Gesù Cristo (Lc 2, 9-14). Poi furono i re magi ad andare ad umiliarsi davanti a quel bambino nel presepe,
riconoscendo tutti i suoi privilegi regali (Mt 2, 1-11).
Oggi, la Chiesa ci ricorda che due testimoni speciali hanno accolto Maria, Giuseppe ed il Bambino Gesù nel Tempio. Sono Simeone e la profetessa Anna, che, dice il Vangelo, avevano
atteso Gesù per testimoniare precisamente la venuta del Messia. Allora, il vecchio Simeone, prendendo il Bambino Gesù tra le braccia, cantò il suo Nunc dimittis ( Lc 2, 29-32).
Che magnifico nugolo di testimoni speciali ci ha preceduti nella testimonianza che dobbiamo rendere alla divinità di Nostro Signore Gesù Cristo!
Dopo tutti i testimoni che ho appena enumerato, anche voi, in questo XX secolo che non vuol più accogliere Nostro Signore Gesù Cristo, in questo mondo che si crede adulto,
che non vuol più inchinarsi davanti a Nostro Signore Gesù Cristo, che non vuol più imitare i re magi che si sono inginocchiati davanti a quel Bambino povero, indigente, in quella stalla, ebbene! anche
voi state per essere testimoni di Nostro Signore Gesù Cristo81.
Sì, se c’è un termine che ben si addice a ciò che ormai state per diventare, è proprio la parola testimoni. Voi sarete i testimoni di Nostro Signore
Gesù Cristo: “Voi sarete miei testimoni fino alle estremità della terra” (At 1, 8). E’ questo che indica la vostra talare, l’abito ecclesiastico che state per ricevere. Questo abito vi invita ad essere nel mondo i testimoni della divinità di Nostro Signore
Gesù Cristo. Bisogna che voi vi poniate sul piano della fede, sul piano soprannaturale, sul piano della rivelazione che Nostro Signore Gesù Cristo è venuto a portarci incarnandosi, prendendo una carne
simile alla nostra e vivendo in mezzo a noi. E’ Lui che rappresenterete, è Lui che predicherete, è il Suo esempio che manifesterete al mondo, è Lui di cui il mondo ha tanto bisogno82.
La festa della luce
La Chiesa, in questa festa commovente della Purificazione, rappresenta l’incontro di Nostro Signore con il vecchio Simeone grazie all’evocazione della luce. Essa vuole
che meditiamo in modo del tutto particolare su Nostro Signore, luce del mondo, luce dei Gentili. Ce lo insegna con la liturgia, non solo nella festa della Purificazione, ma durante tutta la nostra vita cristiana. Ci ha già
messo in mano, nel nostro battesimo, un cero illuminato, tramite i nostri padrino e madrina che ci rappresentavano. Quel cero simbolizzava lo Spirito Santo che veniva ad abitare nelle nostre anime. Durante l’anno liturgico,
ci sono altre cerimonie in cui si utilizza un cero. Così, la Chiesa domanda al sacerdote di benedire il cero pasquale la notte tra il Sabato Santo e la Domenica di Pasqua. Il sacerdote contrassegna in modo particolare
quel cero su cui si trovano cinque grani d’incenso disposti a forma di Croce. Quel cero resta con noi come la luce delle nostre anime per settimane fino all’Ascensione. E’ perché veramente Nostro Signore
è la luce delle nostre anime. Allo stesso modo, la Chiesa domanda a tutti quelli che si preparano all’ordinazione di portare in mano un cero acceso per manifestare il desiderio di essere animati dalla luce di
Nostro Signore Gesù Cristo e dalla sua carità83.
Gesù è la luce della verità. Egli è Dio, e Dio è verità. Nella sua santa anima, Gesù aveva la visione beatifica. E’ quella visione
beatifica che riceve la Chiesa. La Chiesa trionfante partecipa alla visione beatifica della santa anima di Gesù. Quaggiù non abbiamo che la fede. Ora è la Chiesa che ha ricevuto da Nostro Signore la missione
di trasmettere la fede, la verità. E’ il suo compito più intimo, più profondo, più necessario. Senza la fede, la Chiesa cattolica non è niente. Senza la verità di Nostro Signore
Gesù Cristo, non c’è più Chiesa cattolica. Gesù vuole che le verità di fede si trasmettano di generazione in generazione tramite la Chiesa. Di conseguenza, sarà compito vostro,
ed è proprio ciò che dicevano gli apostoli: “Noi saremo liberi per la preghiera ed il ministero della parola” (At 6, 4). Essi hanno costituito dei diaconi per potersi dare interamente alla preghiera ed al ministero della
parola per trasmettere la verità. Ecco il compito degli apostoli84.
“Voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 14). Se Nostro Signore chiede, a tutti noi, di essere la luce del mondo, noi dobbiamo essere simili a Lui perfettamente. Dobbiamo esserlo soprattutto con la fede, ma anche con le azioni, con la
carità, perché Nostro Signore aggiunge: “Non si mette la luce sotto il moggio. Bisogna che essa illumini il mondo affinché gli uomini, vedendo le vostre opere, rendano
gloria a Dio” ( Mt 5, 15-16).
Che responsabilità avete! Perché, tra qualche istante, voi non sarete più gli stessi. Per il fatto stesso di vestire la talare, il mondo si aspetterà che
voi siate degli altri Cristi, che manifestiate la luce di Nostro Signore nelle vostre parole, nei vostri comportamenti, nei vostri gesti, nelle vostre azioni. Ed i fedeli avranno ragione, voi dovete essere degli altri Cristi,
voi dovete essere il sale della terra, la luce del mondo85.
Fate in modo che i vostri studi, che tutta l’atmosfera del seminario siano per voi, precisamente, fonte di luce, fonte di carità, fonte di verità. Che gioia, che
grazia essere stati scelti da Nostro Signore Gesù Cristo in questi tempi di tenebre per ricevere la luce! Voi avete appena ricevuto il cero che è il segno, il simbolo della luce che è Nostro Signore Gesù
Cristo.
Conservate preziosamente questa fiaccola, mantenete nelle vostre anime la luce della verità86.
Il seminarista presentato al Tempio
Un’altra somiglianza tra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio e la cerimonia della vostra introduzione nel Tempio di Dio è il fatto che i vostri genitori,
qui presenti, vengono anch’essi a presentarvi al Tempio. Nelle cerimonie del sacramento del matrimonio, i genitori conducono i propri figli all’altare perché ricevano le grazie del sacramento del matrimonio.
Allo stesso modo, oggi, essi vi conducono ai piedi dell’altare per queste nozze mistiche delle vostre anime con Nostro Signore Gesù Cristo, e Gesù crocifisso, perché
è Lui lo sposo delle vostre anime, è Lui che lo diverrà sempre più se voi gli date davvero interamente le vostre anime87.
Come il Bambino Gesù è stato presentato al Tempio, i seminaristi che, tra pochi minuti, si presenteranno all’altare per vestire il santo abito ecclesiastico, si
presenteranno anch’essi al Tempio. Ma Nostro Signore si presentava nel suo Tempio, era il Dio che veniva adorato nel Tempio. Essi, da parte loro, si presentano umilmente, come delle creature di Dio scelte per pregare
Dio, per onorare Dio nel suo Tempio88.
Anche voi, state per salire i gradini del Tempio. Anche voi, state per portare Nostro Signore Gesù Cristo. Anche voi, siete destinati a portare Colui che è la luce del
mondo. Come la Vergine Maria, possiate tenere un giorno Nostro Signore Gesù Cristo tra le vostre mani e le vostre braccia con le stesse disposizioni, con la stessa fede, con la stessa carità, con lo stesso desiderio
di dare, di portare quella luce al mondo. Ed è questo che esprimeranno le preghiere della benedizione delle vostre talari89.
Come Gesù e Maria si sono presentati al Tempio, anche voi, oggi, seguite Gesù e Maria per presentarvi a quel Tempio che è la Chiesa. Possiate presentarvi con dei
cuori altrettanto puri, con delle disposizioni altrettanto sante di quelle della Vergine Maria e del Bambino Gesù. Non erano né il Tempio né la purificazione di Maria a rendere puri i loro cuori, era Gesù,
il Dio vivente, che santificava il Tempio. Maria, essendo tutta pura, non aveva bisogno di purificazione, ma la Sacra Famiglia ha voluto obbedire alla Legge e mostrare così l’importanza della Chiesa.
Quanto a voi, voi avete bisogno di purificazione e venite in Chiesa per domandarle le sue grazie di redenzione. Voi ci venite per unirvi maggiormente a Nostro Signore Gesù Cristo90.
Presentatevi come Gesù al Tempio, con il cuore puro, distaccato, e chiedete a Maria di presentare al Tempio anche voi, come Nostro Signore. Voi siete figli suoi. Che vi presenti
al Tempio affinché siate consacrati a Dio, a Nostro Signore Gesù Cristo. Chiedete a questa santa Madre di infondere nelle vostre anime, nei vostri cuori, le disposizioni che aveva quando vi presentò Lei
stessa il suo Figlio divino91.
Ecco il significato di questa bella giornata del due febbraio, in cui la luce è giunta nel Tempio di Gerusalemme e attraverso quel Tempio si è diffusa nel mondo
“come la luce che deve illuminare le nazioni” (Lc 2, 32), secondo la parola del santo vecchio Simeone. Sì, è vero, la luce si è diffusa
nel mondo per tutte le nazioni, non solo per Israele. Nostro Signore è la gloria del popolo d’Israele, senza dubbio, ma si è rivelato innanzitutto per tutte le nazioni.
Allora, quanto dobbiamo rendere grazie oggi per tutte le magnifiche cerimonie che ci tramanda la Chiesa e che hanno un significato ineffabile, meraviglioso, cerimonie che ci vengono
dal Cielo e ci trasportano in Cielo92!
Mons. Marcel Lefebvre
Nessun commento:
Posta un commento