Iddio creò l’uomo per tenerlo sulle sue ginocchia e fargli fare il ripetitore degli atti
(Volume 23 - Marzo 8, 1928)
Continuavo a starmi tutta abbandonata nel Santo Voler Divino - scrive Luisa -, seguendo i suoi innumerevoli atti come più potevo, ché son tanti, [è tanta] la loro
molteplicità che molte volte non posso né seguirli né numerarli tutti e devo contentarmi di guardarli, ma non di abbracciarli; la sua attività supera in modo incredibile l’attitudine umana,
e perciò alla mia piccolezza non mi vien dato di tutto fare, ma di fare quanto più posso e di non mai uscire da dentro le opere del Fiat Divino. Onde mentre la mia mente si sperdeva nelle opere del Voler Divino,
il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto: “Figlia mia, la nostra paterna Bontà creò l’uomo per tenerlo sulle nostre paterne ginocchia, per godercelo continuamente, e lui per
godersela in modo perenne col suo Creatore; e per essere stabili i suoi ed i nostri godimenti lo tenevamo sulle nostre ginocchia. E siccome la Volontà nostra doveva essere anche la sua, Essa portava l’eco di
tutti i nostri atti nel fondo dell’uomo, che amavamo come figlio nostro, ed il nostro figlio nel sentire l’eco nostro faceva il ripetitore degli atti del suo Creatore. Quali contenti non si formavano tra lui e
Noi, nel risuonare nel fondo del cuore del nostro figlio questo nostro eco creante, che formava in lui l’ordine degli atti nostri, l’armonia delle nostre gioie e felicità, l’immagine della nostra Santità.
Che tempi felici per lui e per Noi! Ma sai tu chi strappò dalle nostre ginocchia paterne questo figlio tanto da Noi amato? Il voler umano; Ce l’allontanò tanto, che [l’uomo] perdette il nostro
eco creante e non ne seppe più nulla [di] che cosa faceva il suo Creatore, e Noi perdemmo la felicità di vedere il nostro figlio felice e trastullarsi sulle nostre ginocchia paterne; perché in lui sottentrò
l’eco del suo volere che lo amareggiava, tiranneggiava, con passioni le più degradanti, da renderlo tanto infelice da far pietà. È proprio questo che significa vivere nel nostro Volere: vivere
sulle nostre ginocchia paterne, a cura nostra, a spese nostre, nell’opulenza delle nostre ricchezze, gioie e felicità. Se tu sapessi il contento che sentiamo nel vedere la creatura vivere sulle nostre ginocchia,
tutta attenta a sentire l’eco della nostra parola, l’eco delle nostre opere, l’eco dei nostri passi, l’eco del nostro Amore per farne la ripetitrice, tu saresti più attenta per fare che nulla
ti sfuggisse dell’eco nostro per darci il contento di vedere la tua piccolezza far da ripetitrice agli atti del tuo Creatore!” […]
Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta
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