OCCUPAZIONE DI GESÙ NELLA VERGINE VERSO LEI STESSA
I. - Ecco lo stato di rapimento della Vergine, stato degno della sua grandezza e della sua elevazione permanente ed ordinaria. L'oggetto di questo rapimento è Gesù; Egli ne è il principio, come abbiamo detto, poiché lo opera Lui stesso; ma ne è anche l'oggetto. Havvi forse bisogno [105] di dimostrazione per persuadere i cristiani di tale verità? Forse che per le anime ben nate non basta farne la semplice esposizione? Gesù vivente di una vita nuova nella Vergine e per opera della Vergine, non è forse per la Vergine un oggetto di contemplazione degno e conveniente; e in quel tempo santo in cui Egli incomincia a vivere da Lei e in Lei? Gesù dunque in questo tempo prezioso attira e intrattiene la Vergine, la intrattiene di se medesimo e la rapisce in sé. Ma siccome in Gesù vi sono parecchi soggetti degni di rapire in Lui la sua santissima Madre, ciò che ora l'occupa e la rapisce, è l'opera che è stata compiuta in Lei su la terra, il mistero dell'Incarnazione, lo stato naturale, o piuttosto soprannaturale del Figlio suo in Lei.
Ecco il primo oggetto di quel rapimento che Gesù opera nel cuore della Vergine.
Oh! come Maria ebbe perfetta conoscenza dello stato di Gesù! Come penetrava questo mistero! Come in quello viveva e in quello si inabissava! Il mistero di Gesù! era la vita di Maria; Ella in certo qual modo, perdeva la sua vita propria e la sua sussistenza in se medesima per vivere in Colui che è la Vita ed insieme era la vita di [106] Lei; ma questa sorta di vita e di rapimento della Vergine nel suo Figlio ci è quasi tanto nascosta quanto la vita del Verbo nell'umanità di Gesù. Rispetto a cose così grandi non abbiamo luce ma soltanto tenebre.
Alcuni pensano che la Vergine venne allora elevata alla chiara visione della divina Essenza e della persona del Verbo che si era incarnata in Lei. E davvero, se una tal grazia della visione di Dio venne conferita ad altri su la terra, come certi Dottori pensano di Mosè e di san Paolo; senza nessun dubbio sarebbe il caso di attribuirla alla Vergine, e di attribuirgliela in quel felice momento in cui Dio si abbassava in Lei e la elevava in se medesimo, congiungendola così intimamente a sé per via di un mistero di tale grandezza. E quando pure una tal grazia non fosse stata concessa né a Mosè, né a san Paolo, non sappiamo noi che la Vergine ha molti privilegi che appartengono unicamente a Lei?
Il tempo in cui si compie questo inaudito mistero merita veramente privilegi talmente grandi, particolari e nuovi, che possiamo ben attribuire alla Vergine anche ciò che non viene concesso a nessun altro; possiamo bene attribuire a quel tempo della vita della Vergine ciò che non le sarebbe stato concesso in nessun altro tempo; fin qui con fondamento possono giungere i nostri pensieri.
Quanto a spingerci più oltre, onde sapere se i favori e i privilegi concessi allora alla Vergine siano arrivati sino al godimento della Divinità, è questo un segreto della condotta di Gesù con la sua santissima Madre che non ci è stato rivelato, e preferisco adorarlo piuttosto che penetrarlo; in tale argomento conviene contentarsi di ignorare piuttosto che affermare 52. [107]
Riconoscendo dunque con umiltà la nostra ignoranza rispetto a questa particolarità, possiamo però dire, sia che la Vergine abbia avuto o no la visione, dei Verbo Incarnato in Lei, che questa divina persona possedeva la Vergine e la Vergine possedeva quella divina persona incarnata nel proprio seno, per via di un possesso così speciale, singolare e proprio di Lei che la nostra penna non è capace di scriverlo, né la nostra lingua di esprimerlo, né il nostro cuore di sentirlo, né la nostra mente in intenderlo; è già per noi fin troppa grazia ardire di pensare ed adorare tali meraviglie. Era un possesso così penetrante e perfetto, una comunicazione così intima e potente, un godimento così sublime e così elevato anche nell'Ordine della grazia miracolosa e singolarissima, che se non dava alla Vergine la visione della persona Divina che si era incarnata nel seno di Lei, operava almeno nell'anima sua un colmo ed un eccesso di grazia, occupava nelle operazioni divine un posto così alto comprendeva i favori del Verbo Incarnato in un modo così privilegiato e grazioso, che non vi è mai stato, né mai vi sarà nulla di uguale: questo è tutto ciò che possiamo dire, balbettando di cose che sono superiori all'intelligenza non solo dell’uomo, ma anche dell'Angelo. [108]
Ecco quali sono i primi pensieri del Verbo incarnato; ecco la prima attività di Gesù nella Vergine; ecco la prima occupazione della Vergine o, per dir meglio, il primo rapimento della Vergine nel Figlio di Dio che in Lei si è fatto Figlio dell'uomo.
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CARD. PIETRO DE BÉRULLE
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