L'indomani, 7 novembre, il Maestro dell'Amore insiste di nuovo, e apparendole durante la meditazione ripete:
«- Dimmi che Mi ami: è ciò che più Mi consola!».
«Gli ho risposto - scrive - che non voglio altra cosa se non amare Lui solo».
«- Sì, serba per Me il cuore che ti ho dato e in tutto non cercare che l'Amore. E quanto desidero. Il mio Cuore ardente vuole consumare le anime nel fuoco di questo Amore».
Ma nello stesso tempo Gesù le faceva conoscere le esigenze di quell'Amore che doveva a poco a poco consumare in lei ciò che ancora restava nella sua natura troppo impulsiva e imperfetta. Le minime mancanze le appaiono come vere infedeltà, di cui si rimprovera e non cessa di chiedere perdono.
«La sera dell' 8 novembre (era di lunedì) mentre spazzavo le scale, Gli dicevo il mio dispiacere per uno scatto di vivacità sfuggitomi quella mattina e di cui sentivo molto rimorso. Giunta quasi in fondo alle scale, improvvisamente Lo vidi davanti a me. Dal suo sguardo capii che voleva qualche cosa: finii di spazzare poi Lo seguii al noviziato. Là mi disse:
«- Non affliggerti troppo per le tue mancanze, poiché non ho bisogno di niente per fare di te una santa. Ma voglio che tu non resista mai a quanto ti domando. Lasciami agire. Umiliati».
Simili parole rischiarano il cammino in cui il Signore si compiace d'introdurla, fatto di umiltà e di obbedienza. Fin dal giorno seguente, martedì 9 novembre, Egli nuovamente insiste:
«- Ti faccio queste grazie soltanto per la tua fedeltà e la tua obbedienza a Me e alla Madre che Mi rappresenta. Te lo ripeto, abbandonati al mio Amore. Voglio che tu sia vittima della divina Giustizia e il sollievo del mio Amore. Ti immolerò, ma coi dardi dell'Amore. Ti farò prigioniera, ma con i lacci del mio Amore. Non temere di nulla, sei in fondo al mio Cuore. Abbandonati».
Questa azione divina prosegue durante la prova, in cui Josefa non scorge che la debolezza propria. Passano altri dieci giorni che la lasciano alle prese con uno sforzo penoso, lungo, oscuro, difficile a sostenersi contro le tentazioni interne ed esterne.
Suor Josefa Menéndez
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