giovedì 5 novembre 2020

LA’ DOVE CIELO E TERRA SI INCONTRANO

 


La preghiera e la Messa nella vita del cristiano


L' orazione mentale

Un terzo momento di preghiera - senza dubbio tra i più importanti - è il momento dell’orazione mentale.  I maestri della vita spirituale intendono per orazione mentale quella particolare forma di preghiera che si esprime in un colloquio interiore, non solo della “mente” ma del cuore, e perciò intimo e affettuoso con Dio, fondato sul senso vivo della nostra filiazione divina e sull’amicizia personale con Gesù, Maestro e Signore. Parlarvi dell’orazione mentale è una delle cose più urgenti e più consolanti nella vita cristiana, e non bastano certamente le poche righe di una lettera.  Ma quand’anche vi scrivessi un intero trattato - che del resto molti santi e maestri di vita interiore hanno già scritto e ai quali vi rimando – esso resterebbe lettera morta e non susciterebbe un solo movimento del vostro cuore senza la vostra personale esperienza.

 Per capire l’orazione mentale bisogna decidersi a dedicarvi ogni giorno un po’ di tempo.  Vincete, se necessario, la pigrizia, la malavoglia, o l’idea che l’orazione sia una cosa riservata ai preti e alle monache;  è una cosa per uomini e donne del mondo, come voi, che vivete nel lavoro e nelle vicende della vita quotidiana accanto a tanti uomini vostri fratelli con i quali condividete problemi, ansie e nobili aspirazioni umane, realtà che per mezzo della vostra orazione possono diventare cose divine.  Penso particolarmente ai giovani che hanno l’animo ancora aperto, capace di freschezza e di donazione, che hanno il cuore assetato e disponibile all’amicizia forte e sincera, i quali troveranno in questo rapporto personale e intimo con Cristo orizzonti insospettati per la loro generosità di propositi e di decisioni.

 Scegliete il luogo più adatto.  Gesù stesso ci suggerisce: “Quando preghi, entri in camera tua e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto...” (Mt.6,6).  Così l’intimità della vostra casa può diventare il luogo dell’intimità con Dio, anche se il luogo privilegiato per l’orazione rimane sempre la chiesa, davanti a un tabernacolo ben visibile e adorno.  Non lasciate in abbandono i tabernacoli delle nostre chiese, dove il Signore continua la sua presenza sacramentale a pochi metri dalle vostre case, dalle vostre piazze, dai vostri uffici e negozi.

 Riservate, poi, all’orazione mentale un tempo vivo della giornata; non la sera quando il sonno comincia ad appesantire la vostra mente e si fa sentire nelle membra tutta la stanchezza del giorno.  Ricorrete anche all’aiuto di un buon libro di lettura spirituale che offra un sano e ricco nutrimento alla vostra anima, illumini di luce più profonda la vostra mente sulle verità della fede e sia stimolo per conoscere meglio voi stessi e ciò che Dio si aspetta nella vostra vita spirituale.

 Infine, non lasciatevi dominare dagli ostacoli esterni: il disordine della giornata, le molte cose da fare, non tutte importanti, con le quali troppo facilmente vi scusate di non avere tempo; lo spirito mondano che vi fa credere l’orazione un inutile bigottismo e, non ultime, le assurde insinuazioni di certi cristiani “impegnati” i quali vi diranno che perdete tempo, che lo rubate ai vostri doveri verso il prossimo, che vi ripiegate in un egoistico intimismo, mentre è urgente “darsi da fare”.  Respingete ogni tentazione e siate perseveranti nonostante tutto.

Vi metterete così su un sentiero che è quello dell’umiltà, della fede e della croce del Signore, un cammino che ha come meta la piena identificazione con Cristo, la santificazione della vita quotidiana in un servizio autenticamente efficace per il regno di Dio,. a vantaggio di tutti i fratelli.  Come in tutte le cose, i primi passi di questo cammino possono costarvi, ma se sarete perseveranti, vincendo le difficoltà, il Signore vi darà luce e grazia, e raggiungerete una crescente intimità con lui, perché il cammino dell’orazione altro non è che l’inoltrarsi della vita intima di Dio. Arriverete così a stabilire con lui un’interiorità tutta nuova e capirete cosa significa quel: “Gustate e vedete come è buono il Signore, beato l’uomo che in lui si rifugia. (Sal.33).

Ferdinando  Rancan

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