LIBRO DEL PROFETA GEREMIA
4Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi, famiglie tutte d’Israele!
Ora invece questo amore è scomparso, è finito. Non solo è scomparso e finito, il Signore non sa proprio cosa fare perché Giuda torni ad amarlo.
Ora il Signore denuncia la scomparsa di questo amore. Rivela l’abbandono che Giuda ha fatto. Ha lasciato il Signore per gli idoli.
Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi, famiglie tutte d’Israele. Sia Giuda che Israele, sia Gerusalemme che Samaria devono ascoltare la Parola.
Dio vuole parlare al suo popolo. Il suo popolo è invitato ad ascoltare. Il Signore vuole che gli si dica il motivo per cui è stato abbandonato, lasciato.
5Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità?
Il Signore chiede la ragione per cui il suo popolo ha preferito gli idoli ed ha abbandonato Lui. Quale grande motivazione lo ha spinto a tanto?
Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità?
Ognuno diviene ciò che adora, ciò che ama. Chi ama il nulla diviene nullità. Chi ama il male diviene malvagio. Chi ama l’empietà diviene empio.
Il popolo del Signore ama il nulla. Diviene anch’esso nullità. Il nulla adora, nulla diviene. Si diviene in tutto simile a ciò da cui si è o non si è.
Dagli idoli non si è e si diviene nullità perché essi sono nullità. Se si è dalle tenebre, tenebre si diventa, la natura si fa di tenebra.
Se si è dalla luce, si diviene luce. La natura si trasforma in luce. Siamo luce dalla luce. Siamo tenebra dalla tenebre. Siamo male dal male.
Questa verità va ben collocata nel cuore di ogni uomo. Basta sapere ciò che si ama per conoscere ciò che si è in realtà, ciò che la natura è divenuta.
Nessuno pensi di sfuggire a questa legge eterna. Se l’uomo ama il suo Dio ed è da Lui a poco a poco si divinizza, diviene luce, verità, giustizia, santità.
Per lasciare, abbandonare, dimenticare, tradire, rinnegare il Signore ci deve essere un motivo, una ragione. Perché il popolo è passato dal tutto al nulla?
Questa motivazione il Signore cerca, ma non la trova. Non si capacita di una così grande stoltezza. È un passaggio dal tutto al niente, dalla luce al buio.
6E non si domandarono: “Dov’è il Signore che ci fece uscire dall’Egitto, e ci guidò nel deserto, terra di steppe e di frane, terra arida e tenebrosa, terra che nessuno attraversa e dove nessuno dimora?”.
Dove va trovata la ragione per la quale il Signore mai dovrà essere dimenticato, mai tradito, mai abbandonato? Nella storia. È la storia la verità di Dio.
Chi è il Signore per Israele? È il Signore che lo fece uscire dall’Egitto, che lo guidò nel deserto, terra di steppe e di frane, terra arida e tenebrosa.
È il Signore che gli fece attraversare questa terra che nessuno attraversava e dove nessuno dimorava. Se il Signore ha fatto questo, perché è stato lasciato?
Sempre è dalla meditazione, dal ricordo di ciò che eravamo e di ciò che siamo divenuti che si deve partire per fondare la nostra stabilità sul Signore.
Il popolo si deve domandare: perché il Signore non è più con noi? Non un Signore qualsiasi. Ma quel Signore Santo, Onnipotente, Signore di ogni cosa.
Quel Signore che trasformò il Mar Rosso in terra asciutta, il deserto in un giardino, il cammino in un glorioso emigrare. Perché questo Dio non c’è più?
Israele se lo deve chiedere. Non può non interrogare la sua intelligenza, il suo cuore. Non può agire da stolto e da insipiente. Deve darsi una giusta risposta.
MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI
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