martedì 15 dicembre 2020

Padre Pio di Pietrelcina, il primo Sacerdote stigmatizzato

 


L'avvocato Alberto Del Fante, bolognese, ex grado 33 della massoneria, scrisse questo libro dopo essersi convertito al confessionale di Padre Pio. 


Sul Resto del Carlino del 1° Maggio 1926, venne pubblicato un articolo di tre colonne, dedicato a Frate Pio da Pietrelcina. Dirò subito che tale articolo è la recensione del libro del signor Giuseppe De Rossi (è uno pseudonimo) che io più volte ho citato.  

Non riporto per intero l'articolo scritto da un brillante scrittore, che si nasconde sotto lo pseudonimo di «Ego», ma solo alcuni punti, essendo come ho detto, molto lungo.  


PADRE PIO DI PIETRELCINA  


S. Giovanni Rotondo, aprile 1926.  

... Gli fu proibito di scrivere, gli si vietò di dire messa in Chiesa: Padre Pio avrebbe dovuto celebrare chiuso a chiave nella cappellina interna del Convento, senza che nessuno vi potesse assistere. Quando i fedeli videro uscire dalla sacrestia un altro frate a celebrare Messa, alti singulti si levarono per le navate. Alcune ore dopo tutta la popolazione di S. Giovanni Rotondo con la musica in testa e l'autorità si riversò per la via dei Cappuccini. Una massa di popolo si precipitò in convento a cercare del «santo»: chi gli baciava le mani, e l'abito, chi gli prometteva devozione sino alla morte. Tanta pietà significava però esasperazione, vulgo: voglia di menar legnate. E allora l'ordine venne senza altro revocato e Padre Pio tornò a celebrare in chiesa, innanzi alla folla dei fedeli. Il «santo» dovette trascinarsi al balcone e benedire la marea umana che, prostrata nel magnifico tramonto della terra di Puglia, chinava il capo reverente alla dolce apparizione del fraticello di San Francesco.  

Tentativi di farlo emigrare nascostamente non mancarono, ma furono tutti sventati dalla popolazione che vigilava. Il timore di perderlo era tale, che un giorno un giovane trasse una grossa rivoltella e gridò:  

- Piuttosto che lo portino via, preferiamo averlo morto qui!  

Se un altro, pronto, non gli avesse afferrata l'arma, lo sciaguratissimo fedele avrebbe ucciso il povero frate. Questa volta, è vero, non si gridò al miracolo. Ma sì narra che Padre Pio, a quella scena, esclamasse:  

- Troppa grazia!  

Adesso, impossibilitata ad agire altrimenti, l'autorità ecclesiastica interviene con un terzo più reciso «monito»; la persecuzione - pensano i fedeli - continua, perché essa è necessaria alla santità, come il martirio.  

Però, a buon conto, si vigila.  

 

Le stigmate.  

Bisogna riconoscere, senz'altro, che né in convento, né in paese, si specula minimamente sulla fama di santità di Padre Pio: non «botteghe» ad latere del sacro recinto, non alberghi muniti di ogni comfort. Una corriera postale porta il visitatore da Foggia a S. Giovanni Rotondo, dove si può pernottare con poco, o non pernottare affatto: l'industria del «santo» insomma non c'è. Se la popolazione, dunque, difende la proprietà del «suo santo» non è mossa da interesse alcuno, e lo fa per pura fede. Nemmeno si sente lusingata dai nomi celebri di dame, prelati e regnanti (in incognito, si dice, c'è venuto appositamente della Spagna anche Re Alfonso ...) e appena li degna d'un'occhiata, perché il paese è sano, laborioso e ha quanto basta «a figliare in pace - mi diceva un galantuomo del luogo - e a morire in requie».  

Testimoni del miracolo? Tutto il paese. Andate in giro: è una collana di aneddoti, qualcuno anche di sapore prettamente umoristico. Chi si compiace di scorgere in tutto il soprannaturale, ci dirà che Padre Pio è nato Francesco Forgione, nel 5° anno del centenario della nascita di S. Francesco, nel 5° mese, il giorno 25 (5x5) alle 5 pomeridiane, a Pietrelcina, paese di 5 mila anime. Ebbe 5 fratelli, entrò nell'Ordine dei Cappuccini ove prese il nome di Pio, sotto la protezione di Pio 5°, la cui festa si celebra il giorno 5 del 5° mese dell'anno. Attualmente, al Convento di San Giovanni Rotondo convivono cinque frati. La camera di Padre Pio porta il numero 5, eccetera. Ma ci sono delle cose più serie. Ebbe una infanzia da santicello ed a 14 anni, sentendo ferma la vocazione, volle entrare nel convento dei Cappuccini di Morcone per l'anno di noviziato. Ma era di così cagionevole salute, che non seppe resistere alle dure penitenze cui si sottoponeva: una volta visse ventun giorni senza toccare alcun cibo che la Sacra Particola. Ammalò più volte di febbri altissime dalle quali improvvisamente risanava. In paese cominciò o diffondersi la voce che il fraticello era santo, e allora venne traslocato. Giunse così all'ordinazione sacerdotale, e tornò al suo paese.  

Una sera, tornando a casa, trovò nella sua stanza, aperta, un cappuccino seduto che lo aspettava. Il frate sconosciuto gli rimproverava le penitenze eccessive, le dure astinenze, le quali - conclude il cappuccino - mandano l'anima in perdizione e il corpo, e perciò non sono accette al Signore.  

Padre Pio, impressionato, gli intima di gridare: «Viva Gesù».  

E a quella parola lo strano frate scomparve, lasciando in una vampa un acutissimo odore di zolfo.  

Più avanti, mostruosi figuri lo attendono, fanno ala al suo passaggio, beffandolo:  

- Ecco il santo, ecco il santo! - e sghignazzano. Padre Pio risponde, secco secco:  

- A vostro dispetto! - e prosegue.  

È una battuta. Ma non è la sola. Una volta uno dei frati, che l'assisteva, con una di quelle frasi che gelano il cuore, gli disse:  

- Quando sarai morto, qui nella tua cella faremo una cappellina.  

- Hai voglia di aspettar la cappellina! - rispose Padre Pio. - La faremo nella tua.  

Le stimmate gli apparvero un giorno, improvvisamente, mentre pregava nei campi. Alla madre che gli veniva incontro, Padre Pio mostrò giubilante le mani, agitandole come chi si è scottato.  

- Che hai? - chiese la madre. - Stai suonando la chitarra?  

Si narra che Padre Pio sorridesse. Invero, la cosa è un po' comica, salvo ... le stimmate.  

Scoppiata la guerra, Padre Pio è riformato per tubercolosi polmonare. I suoi superiori decisero allora di mandarlo a S. Giovanni Rotondo, che è a seicento metri d'altezza, luogo che poteva prestarsi assai bene per la cura della sua tubercolosi. Ma Padre Pio sembra che anche ai medici risponda:  

- Hai voglia di aspettar la cappellina!  

Infatti il prof. Amico Bignami, ordinario dell'Università di Roma, che lo visitò, trovò che Padre Pio era sano, niente affatto tubercolotico, perfettamente normale nel sistema nervoso e nell'apparato circolatorio. Escluse di trovarsi di fronte ad un simulatore o ad un psicopatico.  

Intanto la fama del mite francescano correva per tutta la regione, per il paese, per il mondo intero. A migliaia i fedeli accorrevano da ogni parte, pur di avere la grazia di parlargli, di toccargli la veste, di udirne la voce. Le inchieste dei giornali si succedevano ai miracoli, o alle inchieste le visite dei medici e dei controlli.  

Guarisce di un epitelioma alla lingua certa Maria Gozzi Giuliano da Ghizzano in provincia di Pisa. Accese un gran fuoco al forno di un vasaro del paese, che bestemmiava come un turco non sapendolo accendere, e la fiamma fu visibile a tutti, altissima, uscire dalla bocca del forno per più giorni, senza - oh miracolo! - incendiar la paglia che sfiorava.  

Da quel giorno il vasaro non bestemmiò più.  

 

I miracoli.  

I miracoli operati da Padre Pio si succedono. Guarisce ammalati gravi, incurabili, sana storpi, converte atei e peccatori.  

- Ne avete visti, voi? - ho chiesto ad un popolano del luogo.  

- Visti? Sì che ne ho visti - mi rispose. Con questi occhi che vi guardano. Ha le stimmate alle mani; gli ho alzati i guanti corti e gliele ho baciate. Poi le ha anche ai piedi e una ne ha al costato che butta sangue di venerdì, come Nostro Signore.  

E il fedele proseguì dolendosi che i frati buttassero via, nel pattume, le bende insanguinate: perché un gobbo fu sgobbato, una figliola storpia camminò e uno, che aveva una gamba piegata che i medici volevano tagliare, guarì all'istante, innanzi al «santo».  

Nessuna meraviglia, quindi, che al dilagare di tanto fervore, si tentasse di porre argine: è la lotta del male contro il bene - commentano i fedeli.  

Primo a visitare il frate fu il dott. Luigi Romanelli di Barletta, il quale ha rilasciato un referto dal quale risulta che le stimmate sanguinolenti esistano da mesi, da anni. E cancrena non c'è ... Il predetto professor Bignami, che effettuò un bendaggio alle mani fermandolo con un sigillo di garanzia per ottenere la guarigione in pochi giorni, riscontrò, parecchio tempo dopo quello fissato, che dalle piaghe intatte sgorgava sangue vivo ...  

Lo visitano, da quel giorno, medici su medici. E prelati, eziandio. Padre Facchinetti non ne sembrò molto entusiasta. (Oh, divina disarmonia dei tre Ordini francescani, pensa qualcuno!) Padre Gemelli, come medico, vorrebbe senz'altro che Padre Pio fosse confinato in una clinica per sottoporlo a indagini psichiatriche; però, come credente afferma che «sopra tutto comprende che cosa sono le stimmate, chi s'inginocchia innanzi a lui con animo umile, per comprendere con un cuore amante». Un canonico gli muove guerra acerba, un altro prelato lo avversa. Un arcivescovo lo accusa, senz'altro di averlo sorpreso nella sua cella, intento ... a profumarsi. Perché bisogna sapere che un'altra delle manifestazioni di santità del frate è il profumo che emana da lui: dalla bocca, dalle robe che egli ha portato o solo toccato. Quando egli alza il Santissimo, durante la Messa, un acuto profumo si spande fra la folla. Due giornalisti francesi, venuti qui a scoprire il «Santo», solo a parlarne tra di loro, si sentirono investiti da un acutissimo profumo. Eccetera.  

Andate a San Giovanni Rotondo, fate inchieste, interrogate chi vi garba, ma non permettetevi l'incredulità: oramai, dopo le passate esperienze, qui non si scherza. E, a onor del vero, tutta la popolazione in questo è concorde, a qualunque tinta politica appartengano i buoni sangiovannesi. 

Lo stesso on. Caradonna non ha esitato a schierarsi nettamente per il mite frate da Pietrelcina. Padre Pio naturalmente, non ignora le ostilità sorde e palesi di cui è oggetto e ne soffre. Ma più spesso sorride. Cedi contadini abruzzesi avevano portato a Padre Pio in dono dei fazzoletti ricamati ingegnosamente dalle loro donne, e tra il ricamo spiccavano le parole ingenue di sapore dialettale: «a Patre Pio».  

Se i posteri vedranno questi disegni fra qualche secolo - osservò qualcuno - diranno che Padre Pio ha vissuto nel 1300 anziché nel 1900.  

- Se pure - intervenne Padre Pio - non metteranno anche in dubbio che io sia mai esistito ...  

L'arguzia, abbiamo visto, non gli manca. A una signora che, avendo ricevuto un telegramma del marito che le annunciava un ritardo perché ammalato, il «Santo» rispose:  

- Lasci andare, che sta benissimo.  

La signora, non molto persuasa, non volle lasciar andare, accorse dal marito e trovò che stava benissimo, in buona compagnia ...  

A una donna che voleva tornare dal medico per annunciargli la miracolosa guarigione ottenuta, il «Santo» disse amorevolmente:  

- Non ci andare. Potrebbe farti ammalare un'altra volta ...  

A un frate, che ritenendo di essere sulla via della santità gridava forte le preghiere, disse seriamente:  

Bada, ti prenderanno per un matto.  

Di una signora bolognese, da lui guarita, di cui i parenti gli annunciarono dopo molto tempo una nuova grave malattia, disse con un sorriso indefinibile:  

- Si capisce. Se non è una volta, è l'altra.  

Un frate gli raccontava con quale trepidazione filiale, nelle ore di una sua dolorosa malattia, i fedeli affollassero la chiesa pregando ad alta voce.  

- Già - rispose Padre Pio. - Quelli cantavano e io soffrivo.  

Facevano come il gallo che canta, mentre la gallina a far l'uovo ci patisce ...  

- Sa, anche essere severo:  

- Se volete conservarvi buoni, non bazzicate le sacrestie. O dentro, o fuori...  

E giudica uomini e cose.  

La coscienza religiosa voluta da Mussolini, sarà sensibile solo alla nuova generazione. Quindi egli lavora per i posteri. E chi lavora per i suoi successori ha, per lo meno, dei buoni sentimenti.  

 

Confessione ...  

A San Giovanni Rotondo, una cittadina di 10 mila abitanti (5+5) s'arriva da Foggia, dopo una quarantina di chilometri in autocorriera. Dapprima la strada si snoda nel tavoliere infinito, senza ombra di piante, poi, ad una svolta, si inerpica su per il monte segnato da ulivi e da fichi d'India. Il convento dista due chilometri dalle ultime case, e a chi vi giunge appare da lontano la massiccia costruzione, con il corto campanile tutto serrato dal verde folto.  

Avvicinare il «Santo», oggi, non è cosa facile, ma c'è sempre una chiave per ogni cuore. Padre Pio è di statura media, slanciato, col volto pallido di un bell'ovale incorniciato da una breve barba nera. Ha gli occhi grandi neri dolcissimi. Il collo si profila bianchissimo entro il saio della povertà.  



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