mercoledì 13 gennaio 2021

1962 Rivoluzione nella Chiesa cronaca dell’occupazione neomodernista della Chiesa Cattolica

 


I NUOVI MODERNISTI DELLA “NOUVELLE THÉOLOGIE”


Il marchio infallibile dell’eresia

Al pari dei vecchi modernisti, insomma, i nuovi teologi - de Lubac in testa - col loro naturalismo ed il loro relativismo non si limitavano a negare l’una o l’altra verità di fede, ma attaccavano le stesse radici soprannaturali della Chiesa, finendo per distruggerla

per via di inflazione, tramite la sua progressiva identificazione con tutta l’umanità.

Ciò che però colpisce di più in questo ribollire di fermenti malsani negli ambienti del nuovo modernismo è senz’altro la superbia di questi sedicenti “riformatori”, fondata sulla pretesa di aver nientemeno che riscoperto il “cristianesimo autentico” (perduto per strada, a quanto pare, dalla “vecchia” Chiesa nel corso dei secoli…):

“Saluto anzitutto in anticipo - scriveva infatti, nel 1945, il Blondel al de Lubac - la vostra grande opera sul soprannaturale, perché se è utile e anche necessario distruggere gli errori, è ancor più importante esporre a fondo la verità del cristianesimo autentico”.21 Gli faceva eco l’amico de Lubac che il 16 marzo 1946, mentre era in stampa il suo libro “Surnaturel”, scriveva al Blondel che l’opera, anche se giunta in ritardo, avrebbe comunque registrato “una vittoria, che non è tanto la vostra, quanto quella del Cristianesimo autentico”22 (e, guarda caso, che cos’altro pretendono, oggi, i sostenitori del Concilio Vaticano II se non appunto di aver finalmente scoperto, dopo duemila anni, il “cristianesimo autentico”?).

È, questa, una pretesa che si ripete come una sorta di costante nella storia delle eresie, un infallibile marchio di riconoscimento di ogni eretico: a partire dagli gnostici del II-III secolo fino ai Catari medioevali, da Ario di Alessandria fino a Martin Lutero, da Nestorio ai modernisti e ai “nuovi teologi”, tutti puntualmente spacciatisi, appunto, come i riscopritori e i restauratori del “vero cristianesimo”.

“Il Signore... ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”23: neppure la successiva condanna ufficiale della “nouvelle théologie” da parte del Sommo Pontefice Pio XII servirà, infatti, a piegare l’orgogliosa presunzione dei nuovi teologi, né a farli desistere dai loro piani di pretesa riforma della Chiesa.

sac. Andrea Mancinella

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