mercoledì 13 gennaio 2021

Senza difetti, di bell’aspetto, dotati di ogni sapienza, istruiti, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, e di insegnare loro la scrittura e la lingua dei Caldei.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

Ancora delle sagge regole sulle quali si deve meditare e riflettere. Non di tutti è lo studio e non di tutti sono alcuni risultati. Non lo sono per natura. 

Senza difetti, di bell’aspetto, dotati di ogni sapienza, istruiti, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, e di insegnare loro la scrittura e la lingua dei Caldei. 

I requisiti che il re chiede sono inerenti al lavoro futuro da svolgere. Nella sua corte lui vuole giovani senza difetti, di bell’aspetto.  

L’aspetto esteriore non è senza importanza in una corte. Anche questo va curato. Dall’aspetto si rivela la qualità della persona. 

Li vuole dotati di ogni sapienza, istruiti, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, e di insegnare loro la scrittura e la lingua dei Caldei. 

Il fine non giustifica mai i mezzi. È aberrazione sostenerlo. Ma un buon fine ha bisogno, necessita di buoni, anzi eccellenti mezzi.  

I mezzi possono essere naturali e soprannaturali, artificiali, frutto della scienza e della tecnica. Un aratro di legno, un aratro di ferro, un trattore sono mezzi. 

Ma il fine raggiunto da ciascun mezzo è senza alcun paragone. Trascurare i mezzi è trascurare il fine. Anzi è precludersi certi fini. 

La sapienza e l’intelligenza sono qualità “naturali”, sono doni dati da Dio alla persona. L’istruzione è frutto del lavoro spirituale della persona. 

Se intelligenza e sapienza non sono state messe a frutto dalla più tenera età, poi diviene difficile svilupparle in pienezza nell’età successiva. 

Il re vuole giovani che hanno già messo a frutto la loro sapienza e intelligenza, per poterla sviluppare ulteriormente, apprendendo lingua e scrittura caldee.  

Altro è insegnare a giovani abituati allo studio e alla crescita della loro sapienza e intelligenza, altro è spendere energie per persone senza esperienza.  

La natura non risponde ai nostri comandi, alla nostra volontà, ai nostri capricci, ai nostri desideri. Essa obbedisce solo a se stessa e alle sue regole. 

Quando l’uomo apprenderà che la natura ha le sue leggi ed esse vanno rispettate, solo allora comincerà a sapere cosa è un uomo creato da Dio. 

È verità. Nessuno pensi di poter usare la natura dalla sua volontà. Essa mai si piegherà al volere dell’uomo. Essa ha una sola legge da osservare: la sua. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


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