martedì 12 gennaio 2021

Alza gli occhi sui colli e osserva: dove non sei stata disonorata? Tu sedevi sulle vie aspettandoli, come fa l’Arabo nel deserto. Così hai contaminato la terra con la tua impudicizia e perversità.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA 

In ogni processo – il Signore sta processando la sua città infedele – occorre portare sempre le prove della colpevolezza. Questo compito è del Signore.

Ecco le prove che il Signore porta a carico della colpevolezza di Gerusalemme. Alza gli occhi sui colli e osserva: dove non sei stata disonorata?

Gerusalemme non dovrà dire dove è stata disonorata, qual è il luogo del suo peccato. Dovrà invece indicare un solo luogo dove non è stata disonorata.

Non c’è colle, non vi è altura, non vi è albero verde in Giuda che non sia stato trasformato in un luogo di idolatria. Tutta la terra è stata realmente contaminata.

Non sono stati i suoi amanti a cercarla, è stata essa ad aspettarli. Questo rende il suo peccato ancora più grande. Di sua volontà si è consegnata agli idoli.

Tu sedevi sulle vie aspettandoli, come l’Arabo fa nel deserto. Così hai contaminato la terra con la tua impudicizia e perversità.

Sappiamo bene che l’idolatria comportava ogni sorta si impudicizia, perversità, immoralità, licenze. Nell’idolatria tutto era consentito, tutto lecito e permesso.

Giuda e Gerusalemme sono volontariamente responsabili della loro idolatria. Questa verità è così presentata dal Libro del Profeta Ezechiele.

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, fa’ conoscere a Gerusalemme tutti i suoi abomini. Dirai loro: Così dice il Signore Dio a Gerusalemme: Tu sei, per origine e nascita, del paese dei Cananei; tuo padre era un Amorreo e tua madre un’Ittita. Alla tua nascita, quando fosti partorita, non ti fu tagliato il cordone ombelicale e non fosti lavata con l’acqua per purificarti; non ti fecero le frizioni di sale né fosti avvolta in fasce. Occhio pietoso non si volse verso di te per farti una sola di queste cose e non ebbe compassione nei tuoi confronti, ma come oggetto ripugnante, il giorno della tua nascita, fosti gettata via in piena campagna.

Passai vicino a te, ti vidi mentre ti dibattevi nel sangue e ti dissi: Vivi nel tuo sangue e cresci come l’erba del campo. Crescesti, ti facesti grande e giungesti al fiore della giovinezza. Il tuo petto divenne fiorente ed eri giunta ormai alla pubertà, ma eri nuda e scoperta.

Passai vicino a te e ti vidi. Ecco: la tua età era l’età dell’amore. Io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità. Ti feci un giuramento e strinsi alleanza con te – oracolo del Signore Dio – e divenisti mia. Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio. Ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di stoffa preziosa. Ti adornai di gioielli. Ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo; misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul tuo capo. Così fosti adorna d’oro e d’argento. Le tue vesti erano di bisso, di stoffa preziosa e ricami. Fior di farina e miele e olio furono il tuo cibo. Divenisti sempre più bella e giungesti fino ad essere regina. La tua fama si diffuse fra le genti. La tua bellezza era perfetta. Ti avevo reso uno splendore. Oracolo del Signore Dio.

Tu però, infatuata per la tua bellezza e approfittando della tua fama, ti sei prostituita, concedendo i tuoi favori a ogni passante. Prendesti i tuoi abiti per adornare a vari colori le alture su cui ti prostituivi. Con i tuoi splendidi gioielli d’oro e d’argento, che io ti avevo dato, facesti immagini d’uomo, con cui ti sei prostituita. Tu, inoltre, le adornasti con le tue vesti ricamate. A quelle immagini offristi il mio olio e i miei profumi. Ponesti davanti ad esse come offerta di soave odore il pane che io ti avevo dato, il fior di farina, l’olio e il miele di cui ti nutrivo. Oracolo del Signore Dio.

Prendesti i figli e le figlie che mi avevi generato e li offristi in cibo. Erano forse poca cosa le tue prostituzioni? Immolasti i miei figli e li offristi a loro, facendoli passare per il fuoco. Fra tutti i tuoi abomini e le tue prostituzioni non ti ricordasti del tempo della tua giovinezza, quando eri nuda e ti dibattevi nel sangue! Dopo tutta la tua perversione – guai, guai a te! Oracolo del Signore Dio – ti sei fabbricata un giaciglio e costruita un’altura in ogni piazza. A ogni crocicchio ti sei fatta un’altura, disonorando la tua bellezza, offrendo il tuo corpo a ogni passante e moltiplicando le tue prostituzioni. Hai concesso i tuoi favori ai figli d’Egitto, tuoi corpulenti vicini, e hai moltiplicato le tue infedeltà per irritarmi. A questo punto io ho steso la mano su di te. Ho ridotto il tuo cibo e ti ho abbandonato in potere delle tue nemiche, le figlie dei Filistei, che erano disgustate della tua condotta sfrontata.

Non ancora sazia, hai concesso i tuoi favori agli Assiri. Non ancora sazia, hai moltiplicato le tue infedeltà nel paese dei mercanti, in Caldea, e ancora non ti è bastato. Com’è stato abietto il tuo cuore – oracolo del Signore Dio – facendo tutte queste azioni degne di una spudorata sgualdrina! Quando ti costruivi un giaciglio a ogni crocevia e ti facevi un’altura in ogni piazza, tu non eri come una prostituta in cerca di guadagno, ma come un’adultera che, invece del marito, accoglie gli stranieri! A ogni prostituta si dà un compenso, ma tu hai dato il compenso a tutti i tuoi amanti e hai distribuito loro doni perché da ogni parte venissero a te, per le tue prostituzioni. Tu hai fatto il contrario delle altre donne, nelle tue prostituzioni: nessuno è corso dietro a te, mentre tu hai distribuito doni e non ne hai ricevuti, tanto eri pervertita.

Perciò, o prostituta, ascolta la parola del Signore. Così dice il Signore Dio: Per le tue ricchezze sperperate, per la tua nudità scoperta nelle tue prostituzioni con i tuoi amanti e con tutti i tuoi idoli abominevoli, per il sangue dei tuoi figli che hai offerto a loro, ecco, io radunerò da ogni parte tutti i tuoi amanti con i quali sei stata compiacente, coloro che hai amato insieme con coloro che hai odiato; li radunerò contro di te e ti metterò completamente nuda davanti a loro perché essi ti vedano tutta.

Ti infliggerò la condanna delle donne che commettono adulterio e spargono sangue, e riverserò su di te furore e gelosia. Ti abbandonerò nelle loro mani e distruggeranno i tuoi giacigli, demoliranno le tue alture. Ti spoglieranno delle tue vesti e ti toglieranno i tuoi splendidi ornamenti: ti lasceranno scoperta e nuda. Poi ecciteranno contro di te la folla, ti lapideranno e ti trafiggeranno con la spada. Incendieranno le tue case e sarà eseguita la sentenza contro di te sotto gli occhi di numerose donne. Ti farò smettere di prostituirti e non distribuirai più doni. Quando avrò sfogato il mio sdegno su di te, non sarò più geloso di te, mi calmerò e non mi adirerò più. Per il fatto che tu non ti sei ricordata del tempo della tua giovinezza e mi hai provocato all’ira con tutte queste cose, adesso io ti farò pagare per le tue azioni – oracolo del Signore Dio – e non aggiungerai altre scelleratezze a tutti gli altri tuoi abomini.

Ecco, tutti quelli che usano proverbi diranno di te: “Quale la madre, tale la figlia”. Tu sei degna figlia di tua madre, che ha abbandonato il marito e i suoi figli: tu sei sorella delle tue sorelle, che hanno abbandonato il marito e i loro figli. Vostra madre era un’Ittita e vostro padre un Amorreo. Tua sorella maggiore è Samaria, che con le sue figlie abita alla tua sinistra. Tua sorella più piccola è Sòdoma, che con le sue figlie abita alla tua destra. Tu non soltanto hai seguito la loro condotta e agito secondo i loro costumi abominevoli, ma come se ciò fosse stato troppo poco, ti sei comportata peggio di loro in tutta la tua condotta. Per la mia vita – oracolo del Signore Dio –, tua sorella Sòdoma e le sue figlie non fecero quanto hai fatto tu insieme alle tue figlie! Ecco, questa fu l’iniquità di tua sorella Sòdoma: essa e le sue figlie erano piene di superbia, ingordigia, ozio indolente. Non stesero però la mano contro il povero e l’indigente. Insuperbirono e commisero ciò che è abominevole dinanzi a me. Io le eliminai appena me ne accorsi. Samaria non ha peccato la metà di quanto hai peccato tu. Tu hai moltiplicato i tuoi abomini più di queste tue sorelle, tanto da farle apparire giuste, in confronto con tutti gli abomini che hai commesso.

Devi portare anche tu la tua umiliazione, perché hai fatto sembrare giuste le tue sorelle. Esse appaiono più giuste di te, perché i tuoi peccati superano i loro. Anche tu dunque, devi essere svergognata e portare la tua umiliazione, perché hai fatto sembrare giuste le tue sorelle. Ma io cambierò le loro sorti: cambierò le sorti di Sòdoma e delle sue figlie, cambierò le sorti di Samaria e delle sue figlie; anche le tue sorti muterò di fronte a loro, perché tu possa portare la tua umiliazione e tu senta vergogna di quanto hai fatto: questo le consolerà. Tua sorella Sòdoma e le sue figlie torneranno al loro stato di prima. Samaria e le sue figlie torneranno al loro stato di prima. Anche tu e le tue figlie tornerete allo stato di prima. Eppure tua sorella Sòdoma non era forse sulla tua bocca al tempo del tuo orgoglio, prima che fosse scoperta la tua malvagità, così come ora tu sei disprezzata dalle figlie di Aram e da tutte le figlie dei Filistei che sono intorno a te, le quali ti deridono da ogni parte? Tu stai scontando la tua scelleratezza e i tuoi abomini. Oracolo del Signore Dio. Poiché così dice il Signore Dio: Io ho ricambiato a te quello che hai fatto tu, perché hai disprezzato il giuramento infrangendo l’alleanza. Ma io mi ricorderò dell’alleanza conclusa con te al tempo della tua giovinezza e stabilirò con te un’alleanza eterna. Allora ricorderai la tua condotta e ne sarai confusa, quando riceverai le tue sorelle maggiori insieme a quelle più piccole, che io darò a te per figlie, ma non in forza della tua alleanza. Io stabilirò la mia alleanza con te e tu saprai che io sono il Signore, perché te ne ricordi e ti vergogni e, nella tua confusione, tu non apra più bocca, quando ti avrò perdonato quello che hai fatto». Oracolo del Signore Dio (Ez 16m1-63).

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Tu, figlio dell’uomo, forse non giudicherai, non giudicherai tu la città sanguinaria? Mostrale tutti i suoi abomini. Tu riferirai: Così dice il Signore Dio: O città che sparge il sangue in mezzo a se stessa, perché giunga il suo tempo, e fabbrica a suo danno idoli con cui contaminarsi! Per il sangue che hai sparso, ti sei resa colpevole e ti sei contaminata con gli idoli che hai fabbricato: hai affrettato il tuo giorno, sei giunta al termine dei tuoi anni. Ti renderò perciò l’obbrobrio dei popoli e lo scherno di tutta la terra. I vicini e i lontani si faranno beffe di te, o città disonorata e piena di disordini. Ecco in te i prìncipi d’Israele, ognuno secondo il suo potere, intenti a spargere sangue. In te si disprezzano il padre e la madre, in te si maltratta il forestiero, in te si opprimono l’orfano e la vedova. Hai disprezzato le mie cose sante, hai profanato i miei sabati. Vi sono in te calunniatori che versano il sangue. C’è in te chi banchetta sui monti e chi commette scelleratezze. In te si scopre la nudità del proprio padre, in te si vìola la donna in stato di mestruazione. Uno reca oltraggio alla donna del prossimo, l’altro contamina con incesto la nuora, altri vìola la sorella, figlia del padre. In te si ricevono doni per spargere il sangue, tu presti a interesse e a usura, spogli con la violenza il tuo prossimo e di me ti dimentichi. Oracolo del Signore Dio.

Ecco, io batto le mani per le frodi che hai commesso e per il sangue che è versato in mezzo a te. Reggerà il tuo cuore e saranno forti le mani per i giorni che io ti preparo? Io, il Signore, l’ho detto e lo farò: ti disperderò fra le nazioni e ti disseminerò in paesi stranieri, ti purificherò della tua immondezza; in te sarò profanato di fronte alle nazioni e tu saprai che io sono il Signore».

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, la casa d’Israele si è cambiata in scoria per me; sono tutti bronzo, stagno, ferro e piombo dentro un crogiuolo: sono scoria di argento. Perciò così dice il Signore: Poiché vi siete tutti cambiati in scoria, io vi radunerò dentro Gerusalemme. Come si mettono insieme argento, bronzo, ferro, piombo, stagno dentro un crogiuolo e si soffia nel fuoco per fonderli, così io, con ira e con sdegno, vi metterò tutti insieme e vi farò fondere; vi radunerò, contro di voi soffierò nel fuoco del mio sdegno e vi fonderò in mezzo alla città. Come si fonde l’argento nel crogiuolo, così sarete fusi in mezzo ad essa: saprete che io, il Signore, ho riversato il mio sdegno contro di voi».

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, di’ a Gerusalemme: Tu sei una terra non purificata, non lavata da pioggia in un giorno di tempesta. Dentro di essa infatti i suoi prìncipi, come un leone ruggente che sbrana la preda, divorano la gente, s’impadroniscono di tesori e ricchezze, moltiplicano le vedove in mezzo ad essa. I suoi sacerdoti violano la mia legge, profanano le mie cose sante. Non fanno distinzione fra il sacro e il profano, non insegnano a distinguere fra puro e impuro, non osservano i miei sabati e io sono profanato in mezzo a loro. I suoi capi in mezzo ad essa sono come lupi che dilaniano la preda, versano il sangue, fanno perire la gente per turpi guadagni. I suoi profeti hanno come intonacato con fango tutti questi delitti con false visioni e vaticini bugiardi e vanno dicendo: Così parla il Signore Dio, mentre invece il Signore non ha parlato. Gli abitanti della campagna commettono violenze e si danno alla rapina, calpestano il povero e il bisognoso, maltrattano il forestiero, contro ogni diritto. Io ho cercato fra loro un uomo che costruisse un muro e si ergesse sulla breccia di fronte a me, per difendere il paese perché io non lo devastassi, ma non l’ho trovato. Io rovescerò su di loro il mio sdegno. Li consumerò con il fuoco della mia collera. La loro condotta farò ricadere sulle loro teste». Oracolo del Signore (Ez 22,1-31).

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, vi erano due donne, figlie della stessa madre, che si erano prostituite in Egitto fin dalla loro giovinezza, dove venne premuto il loro petto e oppresso il loro seno verginale. Esse si chiamano Oolà la maggiore e Oolibà la più piccola, sua sorella. L’una e l’altra divennero mie e partorirono figli e figlie. Oolà è Samaria e Oolibà è Gerusalemme. Oolà, mentre era mia, si dimostrò infedele: arse d’amore per i suoi spasimanti, gli Assiri suoi vicini, vestiti di porpora, prìncipi e governatori, tutti giovani attraenti, cavalieri montati su cavalli. Concesse i suoi favori a loro, al fiore degli Assiri, e si contaminò con gli idoli di coloro dei quali si era innamorata. Non rinunciò alle sue relazioni amorose con gli Egiziani, i quali avevano abusato di lei nella sua giovinezza, avevano oppresso il suo seno verginale, sfogando su di lei la loro libidine. Per questo l’ho data in mano ai suoi amanti, in mano agli Assiri, dei quali si era innamorata. Essi scoprirono la sua nudità, presero i suoi figli e le sue figlie e la uccisero di spada. Divenne così come un monito fra le donne, per la condanna esemplare che essi avevano eseguito su di lei.

Sua sorella Oolibà la vide e si corruppe più di lei nei suoi amoreggiamenti; con le sue infedeltà superò la sorella. Spasimò per gli Assiri suoi vicini, prìncipi e governatori, vestiti di porpora, cavalieri montati su cavalli, tutti giovani attraenti. Io vidi che si era contaminata e che tutt’e due seguivano la stessa via. Ma ella moltiplicò le prostituzioni. Vide uomini effigiati su una parete, figure di Caldei, disegnati con il minio, con cinture ai fianchi, ampi turbanti in capo, dall’aspetto di grandi capi, rappresentanti i figli di Babilonia, originari di Caldea: ella se ne innamorò non appena li vide e inviò loro messaggeri in Caldea. I figli di Babilonia andarono da lei al letto degli amori e la contaminarono con le loro fornicazioni ed ella si contaminò con loro finché ne fu nauseata. Poiché aveva messo in pubblico le sue tresche e scoperto la sua nudità, anch’io mi allontanai da lei come mi ero allontanato dalla sorella. Ma ella continuò a moltiplicare prostituzioni, ricordando il tempo della sua gioventù, quando si prostituiva in Egitto. Arse di libidine per quegli amanti lussuriosi come asini, libidinosi come stalloni, e così rinnovasti l’infamia della tua giovinezza, quando in Egitto veniva oppresso il tuo seno, premuto il tuo petto giovanile. Per questo, Oolibà, così dice il Signore Dio: Ecco, io suscito contro di te gli amanti di cui mi sono disgustato e condurrò contro di te da ogni parte i figli di Babilonia e di tutti i Caldei, quelli di Pekod, di Soa e di Koa e con loro tutti gli Assiri, tutti giovani attraenti, prìncipi e governatori, tutti capitani e cavalieri famosi; verranno contro di te dal settentrione con cocchi e carri e con una moltitudine di popolo e si schiereranno contro di te da ogni parte con scudi grandi e piccoli e con elmi. A loro ho rimesso il giudizio e ti giudicheranno secondo le loro leggi. Scatenerò la mia gelosia contro di te e ti tratteranno con furore: ti taglieranno il naso e gli orecchi e i superstiti cadranno di spada; deporteranno i tuoi figli e le tue figlie e ciò che rimarrà di te sarà preda del fuoco. Ti spoglieranno delle tue vesti e s’impadroniranno dei tuoi gioielli. Metterò fine alle tue scelleratezze e alle tue prostituzioni commesse in Egitto: non alzerai più gli occhi verso di loro, non ricorderai più l’Egitto.

Perché così dice il Signore Dio: Ecco, io ti consegno in mano a coloro che tu odii, in mano a coloro di cui sei nauseata. Ti tratteranno con odio e si impadroniranno di tutti i tuoi beni, lasciandoti nuda e scoperta; saranno svelate la turpitudine delle tue scelleratezze, la tua libidine e le tue prostituzioni. Così sarai trattata perché tu mi hai tradito con le nazioni, perché ti sei contaminata con i loro idoli. Hai seguito la via di tua sorella, la sua coppa porrò nelle tue mani. Così dice il Signore Dio:

Berrai la coppa di tua sorella, profonda e larga, sarai oggetto di derisione e di scherno; la coppa sarà di grande misura. Tu sarai colma d’ubriachezza e d’affanno. Coppa di desolazione e di sterminio era la coppa di tua sorella Samaria. Anche tu la berrai, la vuoterai, ne succhierai i cocci, ti lacererai il seno, poiché io ho parlato». Oracolo del Signore Dio.

Perciò così dice il Signore Dio: «Tu mi hai dimenticato e mi hai voltato le spalle: sconterai la tua disonestà e le tue prostituzioni!».

Il Signore mi disse: «Figlio dell’uomo, non giudicherai tu Oolà e Oolibà? Non mostrerai loro i loro abomini? Sono state adultere e le loro mani sono lorde di sangue, hanno commesso adulterio con i loro idoli; persino i figli che mi avevano partorito, li hanno fatti passare per il fuoco in loro pasto. Ancora questo mi hanno fatto: in quello stesso giorno hanno contaminato il mio santuario e profanato i miei sabati; dopo avere immolato i loro figli ai loro idoli, sono venute in quel medesimo giorno al mio santuario per profanarlo: ecco quello che hanno fatto dentro la mia casa!

Si rivolsero anche a uomini di paesi lontani, invitandoli per mezzo di messaggeri, ed essi giunsero. Per loro ti sei lavata, ti sei dipinta gli occhi, ti sei adornata dei tuoi vestiti preziosi, ti sei stesa su un magnifico divano davanti a una tavola imbandita, su cui hai posto il mio olio, i miei profumi. Si udiva lo strepito di una moltitudine festante di uomini venuti dal deserto, i quali avevano messo braccialetti ai polsi e una splendida corona sul capo.

Io pensavo di costei, abituata agli adultèri: “Ora costoro si faranno complici delle sue prostituzioni”. Infatti entrarono da lei, come si entra da una prostituta: così entrarono da Oolà e da Oolibà, donne di malaffare. Ma uomini retti le giudicheranno come si giudicano le adultere e le assassine. Le loro mani sono lorde di sangue».

Così dice infatti il Signore Dio: «Si farà venire contro di loro una folla ed esse saranno abbandonate alle malversazioni e al saccheggio. La folla le lapiderà e le farà a pezzi con le spade; ne ucciderà i figli e le figlie e darà alle fiamme le case. Eliminerò così un’infamia dalla terra e tutte le donne impareranno a non commettere infamie simili. Faranno ricadere la vostra infamia su di voi e sconterete i vostri peccati di idolatria: saprete così che io sono il Signore Dio» (Ez 23,1-49).

L’idolatria di Giuda e di Gerusalemme è terribilmente volontaria. È una sua scelta, un suo desiderio, una sua passione. È la sua stessa natura.

Essa nulla ha fatto e nulla fa per mantenersi fedele al suo Dio. Eppure tutta la sua vita nel presente e nel futuro è il frutto della sua fedeltà al suo Signore.

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


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