LE SOCIETÀ SEGRETE ALL'OPERA
Gli Illuminati; il loro fondatore; i loro inizii; il loro impadronirsi della framassoneria.
L. Blanc, nella sua Storia della Rivoluzione, indica l'esistenza di questi santuari più tenebrosi delle loggie, "le cui porte non si aprono all'adepto se non dopo una lunga serie di prove ponderate in modo da constatare i progressi della sua educazione rivoluzionaria, da sperimentare la costanza della sua fede, da far saggio della tempra del suo cuore".
È da questi santuari che discendono le loggie, e "la luce" e l'impulso.
Prima dell'89 fu la setta degli "Illuminati" che impresse alla framassoneria le direzioni volute perché potesse riuscire il progetto di mettere in rivoluzione la Francia e l'Europa. Dopo la Ristaurazione, fu l'Alta Vendita ch'ebbe il cómpito di preparare gli avvenimenti ai quali assistiamo e che devono completare e finire l'opera interdetta della Rivoluzione.
"Dopo i lavori storici di questi ultimi anni - dice Mons. Freppel - non è più permesso d'ignorare la perfetta identità delle formule del 1789 coi piani elaborati nella setta degli Illuminati ".(1)
Barruel ha posto in piena luce l'organizzazione dell'Illuminismo, le sue dottrine, l'azione che esercitò sulla framassoneria e per mezzo di essa sul movimento rivoluzionario.
Per fare queste rivelazioni, egli s'appoggia su documenti, de' quali fa d'uopo prima dire l'origine e l'autorità.
Verso il 1781, la Corte di Baviera ebbe sospetto dell'esistenza d'una setta che erasi costituita in questo paese per sovrapporsi alla framassoneria. Essa ordinò delle indagini, che i settari ebbero l'arte di allontanare o di rendere inutili. Tuttavia, il 22 giugno 1784, Sua Altezza elettorale fece pubblicare ne' suoi Stati l'interdizione assoluta d'"ogni comunità, società e confraternita segreta o non approvata dallo Stato". Molti framassoni chiusero le loro loggie. Gli Illuminati, che aveano dei F.·. alla Corte, continuarono a tenere le loro assemblee.
Nel medesimo anno, un professore di Monaco, Babo, rivelò quanto sapeva della loro esistenza e dei loro progetti in un libro intitolato Premier avis sur les francs-maçons. Il Governo depose allora Weishaupt della cattedra di Diritto che occupava ad Ingolstad, non perché lo si sapesse fondatore dell'Illuminismo, il che non era chiaro, ma come "famoso maestro delle loggie".(2) Nel medesimo tempo, due professori di belle lettere a Monaco, il prete Cosandey e l'abate Benner, i quali, dopo essere stati i discepoli di Weishaupt, si erano da lui separati, ricevettero l'ordine di comparire davanti al tribunale dell'Ordinario, per dichiarare, con giuramento, ciò che aveano veduto presso gl'Illuminati di contrario ai costumi ed alla religione. Allora non si sapeva se queste retro-loggie aveano eziandio la missione di cospirare contro i Governi. Barruel pubblicò le loro deposizioni fatte il 3 e il 7 aprile 1786. Il consigliere aulico Utschneider e l'accademico Grümberger, che si erano ritirati dall'ordine fin dal momento che ne conobbero tutto l'orrore, fecero parimenti una deposizione giuridica pubblicata anch'essa da Barruel.
Queste deposizioni, per quanto fossero importanti, non riuscirono a far prendere le misure che domandavano, sia che gli Illuminati avessero intelligenze nel seno stesso del tribunale, sia che l'allontanamento di Weishaupt facesse credere che la setta, decapitata, scomparirebbe da se medesima.
"Fu necessario - dice Barruel - che v'intervenisse il cielo. Deposto dal suo ufficio, Weishaupt erasi rifugiato a Ratisbona, più deciso che mai a proseguire l'opera sua. Egli avea presso di sé un prete apostata chiamato Lanz. Nel momento in cui gli dava le sue istruzioni, prima d'inviarlo a portare nella Slesia le sue misteriose e funeste congiure, scoppiò la folgore e Lanz fu ucciso accanto a Weishaupt".(3)
Lo spavento non lasciò ai congiurati tanta presenza di spirito da sottrarre agli occhi della giustizia le carte che Lanz possedeva. La lettura di questi documenti ricordò le rivelazioni di Cosandey, di Benner, d'Utschneider e di Grümberger, e si decise di perquisire coloro che sapevasi aver avuto relazioni più intime con Weishaupt. L'11 ottobre 1786, nel momento che Xavier Zwack, consigliere aulico della reggenza - chiamato nella setta Catone - credevasi al sicuro da ogni ricerca, alcuni magistrati si portarono alla sua casa di Landshut. Altri nello stesso tempo si trasferirono nel castello di Sanderstorf, appartenente al barone de Bassus, - Annibale per la setta. Queste visite misero la giustizia in possesso degli statuti e delle regole, dei progetti e dei discorsi, in una parola, di tutto ciò che costituiva gli archivi degli Illuminati. Su dei biglietti, la maggior parte scritti da Massenhausen, consigliere a Monaco - detto l'Ajace dai congiurati - si trovavano delle ricette per comporre l'acqua tofana, per rendere malsana l'aria degli appartamenti, ecc. Il sequestro comprese parimenti una collezione di centotrenta sigilli di sovrani, di signori, di banchieri, e il segreto d'imitar quelli che l'ordine non poteva procurarsi.
La cospirazione di Weishaupt si mostrò in questi documenti così mostruosa, dice Barruel, che a stento si poteva concepire come tutta la scelleratezza umana fosse da tanto d'attuarla.
L'Elettore fece depositare i documenti sequestrati negli archivi dello Stato. Egli volle in pari tempo avvertire i sovrani del pericolo che li minacciava tutti, non che i loro popoli. Perciò, li fece stampare sotto questo titolo: Scritti originali dell'ordine e della setta degli Illuminati, presso Ant. François, tipografo della Corte di Monaco, 1787.
La prima parte di quest'opera contiene gli scritti scoperti a Landshut presso il consigliere della Reggenza, il sig. Zwack, agli 11 e 12 ottobre 1786.
La seconda parte contiene quelli che furono trovati al tempo della visita fatta per ordine di Sua Altezza elettorale, nel castello di Sanderstorf.
In testa del primo volume e sul frontespizio del secondo, si trova questo avvertimento assai importante: "Coloro che avessero qualche dubbio sull'autenticità di questa collezione, non hanno che ad annunziarsi agli Archivi segreti di Monaco, dove si è dato l'ordine di mostrar loro le carte originali".
In questi due volumi, si trova riunito tutto ciò che manifesta fino all'evidenza la cospirazione anticristiana la più specificata. Si scorgono i principii, l'oggetto, i mezzi della setta, le parti essenziali del suo codice, la corrispondenza fra gli adepti e il loro capo, i loro progressi e le loro speranze. Barruel nelle sue Mémoires ne riproduce i documenti più interessanti.(4) Tutte le Potenze dell'Europa ricevettero dunque questi documenti. Per tal modo tutte furono avvisate autenticamente della mostruosa Rivoluzione meditata alla loro perdita e a quella di tutte le nazioni. L'eccesso stesso di queste congiure fece sì che le riguardassero come chimeriche, fino al momento in cui scoppiarono gli avvenimenti che esse preparavano.
In Baviera, si pose la taglia su Weishaupt; egli si rifugiò presso Sua Altezza il duca di Saxe-Gotha. La protezione ch'egli vi trovò e che vi trovarono in diverse Corti molti dei suoi adepti, si spiega mediante il numero dei discepoli che avea nei posti più eminenti, perfino nel rango dei principi.(5) Eccettuato Weishaupt, che aveva saputo sottrarsi a' suoi giudici, non un solo dei congiurati era stato condannato in Baviera a pene più forti dell'esilio o d'una prigione leggera, e dall'Holstein fino a Venezia, dalla Livonia fino a Strasburgo non era stata fatta nelle loro loggie la minima perquisizione. La maggior parte degli adepti riconosciuti come i più colpevoli, aveano trovato assai più protezione che indignazione. Perciò, la setta si guardò bene di abbandonare l'impresa. Zwack scrisse: "È necessario, per ristabilire i nostri affari, che, tra i F.·. sfuggiti ai nostri rovesci, alcuni dei più destri prendano il posto dei nostri fondatori, che si liberino dei malcontenti e che, d'accordo coi nuovi eletti, si adoperino a restituire la nostra società nel suo primo vigore". Weishaupt, in una lettera a Fischer, faceva capire questa minaccia contro coloro che lo cacciavano d'Ingolstad: "Io cangerò un giorno la loro gioia in pianto".
Edotti del valore dei documenti che Barruel mette in opera nelle sue Mémoires,(6) noi possiamo, con tutta confidenza, penetrare nell'antro degli Illuminati e farci spettatori delle trame ond'essi preparavano la Rivoluzione.
Weishaupt era, abbiamo detto, professore all'Università di Ingolstadt quando gettò le fondamenta dell'Illuminismo, il 1° marzo 1776. Fra gli studenti che seguivano il suo corso, egli elesse Massenhausen, che fu dipoi consigliere a Monaco e al quale diede il nome di Ajace, e Merz, che fu più tardi segretario dell'ambasciatore dell'Impero a Copenaghen, a cui diede per nome di guerra Tiberio. Egli disse al primo: "Gesù Cristo inviò i suoi apostoli a predicare nell'universo. Voi che siete il mio Pietro, perché vi lascierò io ozioso e, tranquillo? Andate dunque e predicate". L'anno 1776 precede di ben poco quello della Rivoluzione; e i principii sono assai deboli. Nondimeno, dice Barruel, è l'epoca in cui bisogna arrestarsi per trovare la culla della setta che operò questa rivoluzione.
Non più tardi di due anni, il 13 marzo 1778, Weishaupt, in una lettera indirizzata a Tiberio Merz, si congratulava così del successo della sua impresa: "Io ho un grandissimo piacere di farvi conoscere i felici progressi del mio ordine... Io vi scongiuro, ponetevi dunque all'opera. Il più difficile è superato. Voi ci vedrete far passi da gigante".
Ciò che gli dava questa confidenza, era la facilità che trovava nel sedurre uomini che godevano la pubblica stima. Ad Eichstad, dove risiedeva la loggia da lui stesso presieduta, spinse i suoi tentativi perfino su due canonici.
Ben presto poté mandare dei missionari in tutta l'Alemagna e in tutta l'Italia. Diremo più tardi come l'Illuminismo s'introdusse in Francia.
Dal fondo del suo santuario, egli seguiva tutti i suoi adepti e manteneva con loro continue relazioni. La corrispondenza di Voltaire è prodigiosa; ma non si avvicina a quella di Weishaupt.
Del resto come Voltaire, o piuttosto come d'Alembert, egli ingegnavasi a porre i suoi uomini accanto ai principi, ad introdurli nei loro consigli, a farli penetrare nei loro congressi".(7) "La storia un giorno dirà senza dubbio con quale arte egli seppe, al congresso di Rastadt, far combinare gl'interessi della setta con quelli delle Potenze e co' suoi giuramenti di distruggerle tutte. Quello de' suoi discepoli che meglio lo seguiva sotto questo rapporto fu Xavier Zwack: "Nessuno mai seppe meglio di lui darsi l'aria d'un servitore zelante pel suo principe, per la sua patria e per la società, mentre cospirava contro il suo principe, contro la sua patria e contro la società"".
In vari luoghi della sua opera, nel corso della sua narrazione Barruel è condotto a parlare di alti personaggi che Weishaupt guadagnò in gran numero da se stesso e per mezzo de' suoi adepti. Egli seppe fare di questi principi tanti istrumenti, apostoli e propagatori d'una cospirazione di cui dovevano essere le prime vittime.
Ma quello che Weishaupt maggiormente bramava fu d'impadronirsi della direzione della framassoneria. Fin dai primi giorni della fondazione della sua setta, e forse anche prima, egli avea compreso il vantaggio che otterrebbe per le sue congiure dalla moltitudine dei framassoni sparsi sui diversi punti del globo, se mai potesse avere il loro concorso.
Nell'anno 1777, s'era fatto ammettere a Monaco nella loggia detta di S. Teodoro. Egli aveva così titoli per introdursi nelle loro adunanze. Ciò che aveva fatto egli stesso, raccomandava a' suoi iniziati di farlo parimenti. "Egli avea i segreti della framassoneria - osserva Barruel - ma i framassoni non aveano i suoi". Egli sapeva che essi tendevano alla stessa sua mèta, ma si trovavano posti, sulla via che vi conduceva, a punti inegualmente distanti da essa mèta. Vedremo tutto ciò riprodursi nel secolo seguente coll'Alta Vendita. E senza dubbio la storia potrà scoprire pel presente ciò che addimostra nel passato: una medesima gerarchia tra le diverse società segrete e le superiori che penetrano mediante alcuni dei loro membri nelle inferiori per imprimer loro la direzione ch'esse medesime ricevono senza dubbio da più alto.
Il demonio delle Rivoluzioni, dice Barruel, servì Weishaupt secondo i suoi desiderii nell'esecuzione del suo disegno. Gli inviò un barone di Annover, nomato Knigge "Philon-Knigge".
"Mi si diano sei uomini di questa tempra - disse Weishaupt quando lo conobbe - e con essi io cangio la faccia dell'universo".(8) Questi due tizzoni d'inferno si completavano a vicenda. Un'occasione unica presentossi per mettere in esecuzione i loro disegni.
Correva l'anno 1780. Sotto la protezione e gli auspicii di Sua Altezza il principe Ferdinando, duca di Brunswick, una assemblea generale di deputati massonici dovea essere convocata a Wilhelmsbad per l'anno seguente. "Non era una società insignificante - dice Barruel - quella i cui deputati accorsero da tutte le parti del mondo". Molti framassoni in quell'epoca credevano di poter portare a tre milioni il numero dei loro iniziati; quelli della loggia La candeur, stabilita a Parigi, si lusingavano, nella loro enciclica del 31 maggio 1782, di trovarne un milione soltanto in Francia. "Quale strano interesse chiama in una Corte d'Alemagna, da tutte le parti dell'Europa, dal fondo dell'America, dall'Africa e dall'Asia, gli agenti, il fior fiore di tanti uomini, tutti uniti dal giuramento d'un segreto inviolabile circa la natura delle loro associazioni e circa l'oggetto dei loro misteri ? quali progetti recavano seco loro i deputati d'una associazione sì formidabile?". La risposta è che la Rivoluzione era decretata, che l'ora della Rivoluzione era prossima. In quest'angolo dell'Alemagna e in mezzo a questa radunanza si trovava e si accendeva il focolare da cui dovea scoppiare l'incendio che stava per devastare l'Europa.
Altre assemblee di framassoni erano state tenute da venti anni a Brunswick, a Wiesbaden e in altre città tedesche; nessuna riuscì così generale; nessuna avea riunito tanta varietà di sette. "Erano in certa guisa - dice Barruel - tutti gli elementi del caos massonico riuniti nel medesimo centro".
I F.·. arrivavano da tutte le parti muniti di passaporti dell'autorità civile. Pel corso di oltre sei mesi, essi entrarono e deliberarono tranquillamente nella loro immensa e tenebrosa loggia, senza che i magistrati si degnassero di prendersi un pensiero di ciò che si tramava contro di loro e contro i loro popoli. Se le corporazioni religiose, se il corpo stesso episcopale avessero in quei giorni tenuto un'adunanza generale, il sovrano avrebbe reclamato il diritto di mandarvi dei commissari, li avrebbe incaricati di sorvegliare affinché, sotto il pretesto di questioni religiose, niente si facesse di contrario ai diritti dello Stato. Qui, la politica fece senza dubbio a fidanza coi principi che i massoni contavano fra i loro F.·. . Essa non sapeva che non ci sono per gli adepti di questo rango che semiconfidenze.
Weishaupt inviò dunque a Wilhemsbad il suo luogotenente Knigge,(9) nel pensiero e forse colla missione venuta dalla direzione suprema delle società segrete, che li aveva convocati per uno scopo determinato, di trascinare tutte le varie sette della framassoneria nel movimento che dovea cominciare fra breve dalla Rivoluzione francese e terminare più tardi colla Rivoluzione universale. Knigge giudicò più conveniente di tenersi alla porta dell'assemblea, di sorvegliarne l'andamento e di agire per mezzo dei suoi confidenti più che da se stesso. Si servì soprattutto dell'adepto Minos, cioè del barone Dittfurth, consigliere alla Camera imperiale di Wetzlar, che conosceva esser pieno di zelo e d'entusiasmo per l'Illuminismo e che avea avuto cura di far mettere nel rango dei deputati.
"Le principali disposizioni convenute fra Knigge e Dittfurth - dice Barruel - furono decretate dal congresso". Non entreremo nel dettaglio delle manovre che adoperò per arrivare al suo scopo; si possono leggere nel quarto volume delle Mémoires pour servir à l'histoire du Jacobinisme. Basterà dire che questo scopo fu raggiunto.
"Se non temessi di opprimere di stupore e di dolore i framassoni onesti - dice Barruel - li inviterei qui a ponderare un istante queste parole:
"Tutti furono stupiti, tutti entusiasmati! Eletti e Rosa-Croce, Fratelli Templari, Fratelli di Zennendorff e Fratelli di St-Jean, cavalieri del sole e cavalieri Kadosch, filosofi perfetti, tutti ascoltano e ricevono con ammirazione gli oracoli dell'Epopte Hierophante (Knigge) che rimette nella primitiva chiarezza i loro antichi misteri, che mostra nel loro Hiram il loro Mac-Renac e nella loro Pierre polie, tutta la storia di questa libertà e di quest'eguaglianza primitiva, di tutta questa morale che non è altro che l'arte di far senza del principe, del Governo, della religione e della proprietà!".
Uno dei membri più distinti della nobiltà del Delfinato, il conte di Virieu, ch'era stato ingannato dalle apparenze mistiche del sistema di Saint-Martin, fondatore d'un Illuminismo distinto da quello di Weishaupt, faceva parte della loggia dei Chevaliers bienfaisants de Lyon, ed era stato, in questa qualità, delegato al congresso di Wilhelmsbad. Ritornato a Parigi, sollecitato dal conte di Gilliers, disse: "Io non vi parlerò dei segreti che porto, ma ciò che credo di potervi dire si è che si trama una cospirazione così bene ordita e così profonda, che sarà ben difficile che la religione e i Governi non vi soccombano".
L. Blanc, nella sua Histoire de la Révolution, ha fatto conoscere assai bene il carattere dell'opera di Weishaupt: "Colla sola attrattiva del mistero, colla sola potenza dell'associazione sottomettere ad una stessa volontà e animare d'un medesimo spirito migliaia d'uomini che sono in ogni contrada del mondo, ma innanzi tutto in Alemagna e in Francia; fare di questi uomini, mercè una educazione lenta e graduata, esseri intieramente nuovi; renderli obbedienti fino al delirio, fino alla morte, a capi invisibili ed ignoti; con un simile magistero pesare segretamente sui cuori, avvolgere i sovrani, dirigere a loro insaputa i Governi, e condurre l'Europa al punto che ogni superstizione (leggi ogni religione) fosse annullata, ogni monarchia abbattuta, ogni privilegio di nascita dichiarato ingiusto, il diritto stesso di proprietà abolito: tale fu il piano gigantesco dell'Illuminismo".
Note al capitolo 12
(1) La Rèvolution française. Nell'occasione del centenario del 1789, p. 34.
(2) Weishaupt, più conosciuto negli annuali della setta sotto il nome di Spartaco, nacque in Baviera verso il 1748. Ecco il ritratto che ne fa Barruel: "Ateo senza rimorsi, ipocrita profondo, senza alcuno di quei talenti superiori che danno dei celebri difensori alla verità, ma con tutti quei vizi e tutto l'ardore che danno all'empietà, all'anarchia grandi cospiratori. Questo disastroso sofista non sarà conosciuto nella storia se non come il demonio pel male che fece e per quello che progettava di fare. La sua infanzia è oscura, la sua gioventù ignorata; nella sua vita domestica, un solo lampo scatta dalle tenebre onde si circonda, ed è quello della sua depravazione, della scelleratezza consumata (incesto e infanticidio confessati ne' suoi propri scritti).
"Ma è specialmente come cospiratore che importa di conoscere Weishaupt. Dacché l'occhio della giustizia lo scopre, lo vede alla testa d'una cospirazione, di fronte alla quale tutte quelle dei clubs di d'Alembert e di Voltaire non sono che giuochi infantili. Non si sa, ed è difficile a verificare, se Weishaupt ebbe un maestro, e se fu egli il padre dei dogmi mostruosi sui quali fondò la sua scuola". Una tradizione, che Barruel non poté verificare, vuole che verso il 1771, un mercante irlandese, chiamato Kolmer, dopo aver soggiornato in Egitto, si mise a percorrere l'Europa. Gli si dà per discepolo il famoso Cagliostro, e si afferma che egli si mise in relazione con Weishaupt.
Può darsi che Kolmer fosse un messaggero del comitato centrale delle società segrete internazionali, o del patriarca, che, da un santuario impenetrabile, regola e dirige la guerra fatta alla civiltà cristiana.
Il fine dell'Illuminismo, quello a cui doveva condurre, non variò mai nella mente di Weishaupt: non più religione, non più società, non più leggi civili, non più proprietà, fu sempre il termine fisso delle sue congiure; ma egli comprendeva essere necessario condurvi i suoi adepti nascondendo loro il suo ultimo pensiero. Quindi le iniziazioni misteriose e successive che occupano una gran parte dell'opera di Barruel. "Io non posso - scriveva Weishaupt a Xavier Zwack - adoperare gli uomini quali sono; fa d'uopo che li formi; fa d'uopo che ogni classe del mio ordine sia una scuola di prove per quella che segue".
Siccome il suo segreto, il suo pensiero ultimo poteva, un giorno o l'altro venir divulgato, egli si guardava di esporre la sua persona. Egli scriveva a' suoi confidenti: "Voi sapete le circostanze in cui mi trovo. È mestieri che diriga ogni cosa per mezzo di cinque o sei persone: è assolutamente necessario ch'io resti sconosciuto". (Scritti originali) "Quando l'oggetto di questo voto (il suo) - diceva ancora - è una Rivoluzione universale, non potrebbe scoppiare senza esporre quegli che l'ha concepito alla pubblica vendetta. È necessario saper propagare l'opinione nell'intimità delle società segrete". (T. 1 Lettres à Caton, 11 et 25).
(3) Barruel qui si riferisce all'opera: Apologie des Illuminés, p. 62.
(4) Le altre opere da cui Barruel ha tratto le sue prove sono:
1° Le véritable Illuminé, o il perfetto Rituel des Illuminés. Il barone Knigge, denominato Filone nella setta, che è l'autore di questo codice, attestò in questi termini la sincerità di questa pubblicazione : "Tutti questi gradi, quali io li ho descritti, sono comparsi in quest'anno stampati ad Edessa (cioè a Francfort-sur-le-Mein) sotto il titolo di Véritable Illuminé. Io non so chi sia questo editore, ma essi sono assolutamente tali quali uscirono dalla mia penna, quali li ho redatti". (Ultimo schiarimento di Filone, p. 96)
2° Ultimo schiarimento o ultima parola di Filone. Sono le risposte di Knigge a diversi quesiti sulle sue relazioni cogli Illuminati.
3° Diversi lavori di Spartaco (Weishaupt) e di Filone (Knigge). Dopo gli Scritti originali,
quest'opera è la più importante che sia comparsa sull'Illuminismo.
4° Storia critica dei gradi dell'Illuminismo. Tutto ciò che vi è detto è provato dalle lettere stesse dei grandi adepti.
5° L'Illuminato dirigente. È il complemento del n° 3.
6° Importanti deposizioni sugli Illuminati. Si troveranno nei documenti. Siccome tutto è giuridico in queste deposizioni, siccome sono state confermate da giuramento davanti ai tribunali, non v'è bisogno d'insistere sulla forza delle prove.
7° Le apologie degli Illuminati.
Oltre i documenti che ebbe tra le mani, Barruel poté informarsi per altre vie. I viaggi da lui fatti in diversi paesi l'aveano messo in relazione con molti personaggi, i quali, a viva voce o per iscritto, lo misero al giorno di ciò che avveniva fra loro.
(5) Barruel dà la lista dei personaggi che fecero parte della setta degli Illuminati dalla sua fondazione, 1776, fino alla scoperta de' suoi scritti originali nel 1786. Vi troviamo i nomi propri dei congiurati, i loro nomi di guerra, le loro residenze, le loro qualità, gli uffici e le dignità, ecc.
Vi rileviamo ciò che segue a motivo dell'interesse più particolare che presenta.
Nel mondo ecclesiastico: 1 vescovo vice-presidente del consiglio spirituale a Monaco, 1 primo predicatore della corte, 1 consigliere ecclesiastico, 1 canonico, 1 curato, 1 prete, 1 ecclesiastico, 2 ministri luterani.
Nella nobiltà: 1 principe, 2 duchi, 2 conti, 7 baroni.
Nella magistratura: 1 consigliere aulico della Reggenza, 1 vice-presidente, 17 consiglieri, 2 giudici, 1 segretario degli Stati, 1 segretario d'ambasciata, 1 cancelliere, 1 commissario, 1 podestà. Nell'esercito: 1 generale governatore d'Ingolstad, 1 ufficiale, 1 capitano, 1 maggiore.
Nell'insegnamento: 1 professore di teologia cattolica e 1 professore di teologia protestante, 4 Professori, 1 istitutore in una casa principesca, 1 governatore dei figli d'un conte, 1 bibliotecario, 1 libraio.
Altre professioni: Il medico dell'Elettrice vedova, un altro medico, ecc., senza contare, dice Barruel, un grandissimo numero di altri adepti indicati solamente col loro nome di guerra, il vero nome dei quali non è stato scoperto.
(6) Barruel rimanda agli Ecrits originaux.
(7) V. Barruel, IV, pp. 47, 52, 174.
(8) Ecrits originaux, t. I, lettera 56.
(9) Il barone Knigge, sopranominato Filone, è il più famoso degli Illuminati dopo l'autore della setta. Egli s'incaricò di compilare e compilò infatti quasi tutto il codice degl'Illuminati sotto il titolo
Véritable Illuminé, edito a Francoforte sul Meno. In un'opera, Dernier éclaircissement, dà la sua storia, quella dell'Illuminismo, delle sue convenzioni coi capi della setta e dei lavori intrapresi per essa.
Delasuss, Henri;
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