LIBRO DEL PROFETA DANIELE
Nabucodònosor è re sapiente, intelligente. Sa prendere ciò che buono in ogni uomo. Non fa distinzione tra giovani del suo popolo e giovani israeliti.
Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani israeliti di stirpe regale o di famiglia nobile.
Il re pone delle condizioni. I giovani israeliti dovranno essere di stirpe regale o di famiglia nobile. Dovendo servire la corte, devono avere esperienza di corte.
Questo versetto è una condanna a tutta la nostra stoltezza e insipienza. Il dopo, per essere vissuto, ha bisogno del prima. Senza il prima non c’è il dopo.
Oggi è questa la nostra grande stoltezza. Si pretende il dopo senza il prima. La scienza senza lo studio. La virtù senza alcun esercizio. Il pane senza il lavoro.
Si pretende di essere capaci di assumere posti di grande responsabilità senza né la scienza e né le doti naturali necessarie per tali compiti.
Se un giovane trascorre la vita fino a venticinque trent’anni senza alcun esercizio o esperienza, non può all’istante divenire esperto nelle cose.
Dovremmo riflettere. Non si può usare ciò che non si ha e non si può vivere ciò che non si è. È questa la grande rivoluzione necessaria ai nostri giorni.
Oggi non si è più capaci neanche di reagire ad un invisibile microbo, abituati come si è ad uno stile di vita che non permette di crescere con anticorpi.
Chi vuole il dopo deve prepararlo prima. Il dopo è fallimento senza il prima. Oggi manca quasi tutto il prima. Il dopo un disastro.
MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI
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