Brani tratti dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta la PFDV
Dal libro di Cielo Volume 15 - Aprile 14, 1923
(Gesù) […] “Figlia diletta della mia Volontà, tu devi sapere che quando voglio fare opere grandi, opere a cui tutta l’umana famiglia deve prendere parte - sempre che il volesse! - è mio solito di accentrare in una sola creatura tutti i beni, tutte le grazie che questa opera contiene, affinché tutti gli altri, come a fonte, possano attingere quel bene quanto ne vogliano. Quando faccio opere individuali do cose limitate, invece quando faccio opere che devono servire al bene generale, do cose senza limite. Ciò feci nell’opera della Redenzione: per poter elevare una creatura a concepire un Uomo e Dio, dovetti accentrare in Lei tutti i beni possibili ed immaginabili, dovetti elevarla tanto, da mettere in Lei il Germe della stessa fecondità Paterna, e come il mio Celeste Padre Mi generò vergine nel suo Seno, col Germe verginale della sua fecondità eterna, senza opera di donna, ed in questo stesso Germe procedette lo Spirito Santo, così la mia Celeste Mamma, con questo Germe eterno, tutto verginale della fecondità Paterna, Mi concepì nel suo seno vergine, senza opera d’uomo.
La Trinità Sacrosanta dovette dare del suo a questa Vergine Divina per poter concepire Me, Figlio di Dio. Mai la mia Santa Mamma poteva concepirmi, non avendo Lei nessun germe. Ora, siccome Lei era della razza umana, questo Germe della fecondità eterna diede virtù di concepirlo Uomo, e siccome il Germe era divino, nel medesimo tempo Mi concepì Dio. E siccome nel generarmi, il Padre, nel medesimo tempo procedette lo Spirito Santo, così nel medesimo tempo che generai nel seno della mia Mamma, procedette la generazione delle anime. Sicché tutto ciò che ab aeterno successe alla Santissima Trinità in Cielo, ripete nel seno della cara Mamma mia.
L’opera era grandissima ed incalcolabile a mente creata; doveva accentrare tutti i beni ed anche Me stesso per fare che tutti potessero trovare ciò che volevano...”
La Maternità Universale di Maria: “Il primo sì nel mio Fiat l’ho chiesto alla mia cara Mamma, ed oh, potenza del suo Fiat nel mio Volere! Non appena il Fiat Divino s’incontrò col Fiat della mia Mamma, se ne fecero uno solo. Il mio Fiat la innalzò, la divinizzò, la adombrò e, senza opera umana concepì Me, Figlio di Dio. Nel solo mio Fiat poteva concepirmi: il mio Fiat le comunicò l’immensità, l’infinità, la fecondità in modo divino e perciò potette restare concepito in Essa l’Immenso, l’Eterno, l’Infinito. Non appena disse: ‘Fiat Mihi’, non solo s’impossessò di Me, ma adombrò insieme tutte le creature, tutte le cose create; sentiva tutte le vite delle creature in Sé e d’allora incominciò a farla da Madre e da Regina di tutti. Quanti portenti non contiene questo sì della mia Mamma! Se li volessi dir tutti non finiresti mai di sentirli!” (Volume 12 - 10.1.1921)
[…] la Celeste Signora, la Sovrana Imperatrice, l’Immacolata, la senza macchia, la mia Madre, la Madre mia.
Essa non era simbolo né figura, ma la realtà, la vera Vita, la prima Figlia privilegiata della mia Volontà. Ed Io guardavo nella Regina del Cielo le generazioni dei figli del Regno mio; era la prima impareggiabile creatura che possedeva integra la Vita del Volere Supremo, e perciò meritò di concepire il Verbo Eterno e maturare nel suo Cuore materno la generazione dei figli dell’Eterno Fiat. Poi venne la mia stessa Vita in cui veniva stabilito il Regno che dovevano possedere questi figli fortunati. […] (Volume 21 - Aprile 8, 1927)
19° Giorno - La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà. Le porte del cielo si aprono, il sole del Verbo eterno si mette alla vedetta, (e) spedisce il suo angelo per avvisare la Vergine che l'ora di Dio è arrivata.
L'anima alla sua Mamma celeste: Mamma santa, eccomi di nuovo sulle ginocchia della Mamma mia; sono la tua figlia, che vuole essere imboccata del cibo della tua parola dolcissima, che mi porta il balsamo per sanarmi le ferite della mia misera volontà umana. Mamma mia, parlami; scendano le tue potenti parole nel mio cuore e formino una nuova creazione, per formare il germe della Divina Volontà nell'anima mia.
Lezione della sovrana Regina: Figlia carissima, è proprio questo lo scopo perché amo tanto di farti sentire gli arcani celesti del Fiat Divino, i portenti che può operare dove esso regna completamente, ed il gran male di chi si fa dominare dall'umano volere, affinché tu ami il primo, per fargli formare il suo trono in te, ed aborrisca il secondo, per fare della tua volontà lo sgabello del Volere Divino, tenendola sacrificata ai suoi piedi divini.
Ora, figlia mia ascoltami. Io continuavo la mia vita in Nazaret. Il Fiat divino continuava ad allargare in me il suo Regno; se ne serviva dei più piccoli atti miei, anche dei più indifferenti, qual era il mantenere l'ordine nella piccola casetta, accendere il fuoco, scopare, e tutti quei servizi che si usano nelle famiglie, per farmi sentire la sua vita palpitante nel fuoco, nell'acqua, nel cibo, nell'aria che respiravo, in tutto; ed investendoli, formava sopra dei miei piccoli atti mari di luce, di grazia, di santità, perché dove regna il Divin Volere, tiene la potenza di formare, dai piccoli nonnulla, nuovi cieli di bellezza incantevole, perché esso, essendo immenso, non sa fare cose piccole, ma con la sua potenza avvalora i nonnulla e ne forma le cose più grandi, da far strabiliare cieli e terra. Tutto è santo, tutto è sacro, per chi vive di Volontà Divina.
Ora, figlia del mio cuore, prestami attenzione ed ascoltami: alquanti giorni prima della discesa del Verbo sulla terra, io vedevo il cielo aperto ed il sole del Verbo divino alle sue porte, come per guardare sopra di chi doveva prendere il suo volo, per rendersi celeste prigioniero di una creatura. Oh, come era bello vederlo alle porte del cielo, come alla vedetta, ed a spiare la fortunata creatura che doveva albergare il suo Creatore! (Le divine Persone del)la Trinità Sacrosanta guardavano la terra non più (come) estranea a loro, perché c'era la piccola Maria, che possedendo la Divina Volontà aveva formato il Regno divino, dove (il Verbo) poteva scendere sicuro, come nella sua propria abitazione, nella quale trovava il cielo ed i tanti soli dei tanti atti di Volontà Divina fatti nell'anima mia. La Divinità rigurgitò d'amore, e togliendosi il manto di Giustizia che da tanti secoli aveva tenuto con la creatura, (le divine Persone) si coprirono col manto di misericordia infinita, e decretarono tra loro la discesa del Verbo. E stanno in atto di suonare l'ora del compimento. A questo suono, cieli e terra stupiscono e si mettono tutti sull'attenti, per essere spettatori d'un eccesso d'amore sì grande e di un prodigio sì inaudito.
La Mamma tua si sentiva incendiata d'amore, e facendo eco all'amore del mio Creatore, volevo formare un solo mare d'amore, affinché scendesse in esso il Verbo sulla terra. Le mie preghiere erano incessanti, e mentre pregavo nella mia stanzetta, un'angelo venne spedito dal cielo come messaggero del gran Re; mi si fece davanti, ed inchinandosi mi salutò: "Ave, o Maria, Regina nostra; il Fiat Divino ti ha riempita di grazia. Già ha pronunziato il Fiat che vuol scendere; già è dietro delle mie spalle; ma vuole il tuo Fiat per formare il compimento del suo Fiat."
Ad un anuncio sì grande, da me tanto desiderato, ma che non avevo mai pensato di essere io la eletta, io restai stupita ed esitai un istante; ma l'angelo del Signore mi disse: "Non temere, Regina nostra, tu hai trovato grazia presso Dio. Tu hai vinto il tuo Creatore; perciò, per compiere la vittoria, pronunzia il tuo Fiat."
Io pronunciai il Fiat, ed oh, meraviglia! I due Fiat si fusero insieme, ed il Verbo divino scese in Me. Il mio Fiat, che era avvalorato dallo stesso valore del Fiat divino, formò dal germe della mia umanità, la piccina piccina umanità che doveva racchiudere il Verbo, e (così) fu compiuto il gran prodigio dell'Incarnazione.
Oh potenza del Fiat supremo! Tu mi innalzasti tanto da rendermi potente, fino a poter creare io in me quell'umanità che doveva racchiudere il Verbo eterno, che cieli e terra non potevano contenere! I cieli si scossero e tutta la creazione si atteggiò a festa, e tripudiando di gioia echeggiavano intorno la casetta di Nazaret, per dare gli omaggi ed ossequi al Creatore umanato, e nel loro muto linguaggio dicevano: "Oh prodigio dei prodigi, che solo un Dio poteva fare! L'immensità si è impicciolita, la potenza si è resa impotente, la sua altezza inarrivabile si è abbassata fino nell'abisso del seno d'una Vergine, e nel medesimo tempo è restato piccolo ed immenso, potente ed impotente, forte e debole!"
Figlia mia cara, tu non puoi comprendere ciò che provò la Mamma tua nell'atto dell'Incarnazione del Verbo. Tutti mi premuravano ed aspettavano il mio Fiat, potrei dire onnipotente.
Ora, figlia cara, ascoltami, quanto ti deve stare a cuore il fare ed il vivere di Volontà Divina! La mia potenza esiste ancora: fammi pronunziare il mio Fiat sull'anima tua. Ma per fare ciò, voglio il tuo; da solo non si può fare il vero bene, ma sempre fra due si fanno le opere più grandi. Dio stesso non voleva fare da solo, ma volle me insieme, per formare il gran prodigio dell'Incarnazione, e nel mio Fiat e nel loro si formò la vita dell'Uomo Dio, si aggiustarono le sorti dell'umano genere, il cielo non fu più chiuso, (e) tutti i beni vennero racchiusi in mezzo ai due Fiat. Perciò pronunciamoli insieme: Fiat! Fiat!, e nel mio amore materno chiuderà in te la vita della Divina Volontà.
Per ora basta; domani ti aspetto di nuovo, per narrare alla figlia mia il seguito dell'Incarnazione.
L'anima: Mamma bella, io mi sento stupita nel sentire le tue belle lezioni. Deh, ti prego che pronunzi il tuo Fiat sopra di me; ed io pronunzio il mio, affinché resti concepito in me quel Fiat che tu tanto sospiri che come vita regni in me.
Leggiamo nel libro “La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà”, al 20° giorno, la lezione che ci dà la Celeste Regina: “Mia cara figlia, […] voglio dirti che sono Madre di Gesù. Le mie gioie sono infinite; mari di felicità mi inondano. Io posso dire: sono Madre di Gesù; la sua creatura, la sua ancella è Madre di Gesù, e solo al Fiat lo debbo. Esso mi rese piena di Grazia, preparò la degna abitazione al mio Creatore. Perciò, gloria sia sempre, onore, ringraziamento al Fiat Supremo.
Ora ascoltami, figlia del mio Cuore. Non appena fu formata con la Potenza del Fiat Supremo la piccola Umanità di Gesù nel mio seno, il Sole del Verbo Eterno s'incarnò in Essa. Io avevo il mio Cielo, formato dal Fiat, tutto tempestato di stelle fulgidissime, che scintillavano gioie, beatitudini, armonie di bellezza divine, ed il sole del Verbo Eterno, sfolgorante di luce inaccessibile, venne a prendere il suo posto dentro di questo Cielo, nascosto nella sua piccola Umanità; e non potendolo contenere, il centro di questo Sole stava in Essa, ma la sua luce straripava fuori, ed investendo cielo e terra giungeva ad ogni cuore e col suo picchio di luce bussava a ciascuna creatura e con voci di luce penetrante diceva loro: “Figli miei, apritemi; datemi il posto nel vostro cuore; sono sceso dal Cielo in terra per formare in ciascuno di voi la mia Vita; la mia Madre è il centro dove risiedo, e tutti i miei figli saranno la circonferenza, dove voglio formare tante mie vite per quanti figli ci sono”.
E la luce picchiava e ripicchiava senza mai cessare, e la piccola Umanità di Gesù gemeva, piangeva, spasimava e, dentro di quella luce, che giungeva nei cuori, faceva scorrere le sue lacrime, i suoi gemiti ed i suoi spasimi d'amore e di dolore.
Or tu devi sapere che la tua Mamma incominciò una nuova vita. Io ero a giorno di tutto ciò che faceva il Figlio mio. Lo vedevo divorato da mari di fiamme d'amore; ogni suo palpito, respiro e pena, erano mari d'amore che sprigionava, con cui involgeva tutte le creature per farle sue a forza d'amore e di dolore. Perché tu devi sapere che, come fu concepita la sua piccola Umanità, concepì tutte le pene che doveva soffrire, fino all'ultimo della sua Vita. Racchiuse in sé stesso tutte le anime, perché, come Dio, nessuno Gli poteva sfuggire. La sua Immensità racchiudeva tutte le creature, la sua Onniveggenza Gliele faceva tutte presenti. Quindi il mio Gesù, il Figlio mio, sentiva il peso ed il fardello di tutti i peccati di ciascuna creatura. Ed io, la Mamma tua, Lo seguivo in tutto e sentii nel mio materno Cuore la nuova generazione delle pene del mio Gesù e la nuova generazione di tutte le anime, che, come Madre, dovevo generare insieme con Gesù alla Grazia, alla Luce e alla Vita novella che il mio caro Figlio venne a portare sulla terra.
Figlia mia, tu devi sapere che, dacché io fui concepita, ti amai da Madre, ti sentivo nel mio Cuore, ardevo d'amore per te, ma non capivo il perché. Il Fiat Divino mi faceva fare i fatti, ma mi teneva celato il segreto. Ma come s'incarnò, mi svelò il segreto e compresi la fecondità della mia maternità, che non solo dovevo essere Madre di Gesù, ma Madre di tutti, e questa maternità doveva essere formata sul rogo del dolore e dell'amore. Figlia mia, quanto ti ho amato e ti amo!
Ora ascoltami, figlia cara, dove si può giungere quando il Divino Volere prende la vita operante nella creatura, e la volontà umana Lo lascia fare senza impedirgli il passo. Questo Fiat, che in natura possiede la Virtù generativa, genera tutti i beni nella creatura: la rende feconda, dandole la maternità su tutti, sopra di tutti i beni e sopra di Colui che l'ha creata. Maternità dice e significa vero amore: amore eroico, amore che si contenta di morire per dar vita a chi ha generato; se non c'è questo, la parola maternità è sterile, è vuota e si riduce a parole, ma coi fatti non esiste. Quindi, figlia mia, se vuoi la generazione di tutti i beni, fa’ che il Fiat prenda in te la vita operante, il quale ti darà la maternità ed amerai tutti con amore di madre; ed io, la Mamma tua, ti insegnerò il modo come fecondare in te questa maternità tutta santa e divina”. […]
Nella divina Volontà rivolgiamoci allora a Maria SS., a nome di tutti i fratelli: Mamma di Gesù, fammi da Mamma e guidami nella via della Volontà di Dio.
18 dicembre 1927 - Vol. 23
Possedendo la Vergine Maria il Regno del FIAT Divino, si tuffarono in Lei le Luci e poté Concepire il Verbo. Gesù, da dentro il velo della Sua Umanità, come Sole che sorge andava rintracciando tutte le creature. (…)
Stavo pensando al grande amore quando il mio Sommo Bene Gesù s’incarnò nel seno dell’altezza della Sovrana Signora, e come una creatura, sebbene senza macchia alcuna, poteva contenere un Dio; ed il mio sempre amabile Gesù muovendosi nel mio interno mi ha detto: “Figlia mia, la Mia Mamma Celeste possedeva la Mia Volontà, ne era talmente piena che rigurgitava di Luce, ma tanto che le sue onde di Luce s’innalzavano fin nel Seno della Nostra Divinità, e facendosi vincitrice con la potenza del Nostro Volere Divino che possedeva, vinse il Padre Celeste, e nella sua Luce rapì la Luce del Verbo, e lo fece discendere fin nel suo seno nella stessa Luce che s’era formato in virtù della Mia Volontà Divina; mai potevo scendere dal Cielo se non trovavo in Lei la Nostra stessa Luce, la Nostra stessa Volontà regnante in Lei. Se ciò non fosse, sarebbe come scendere, fin dal primo momento, in casa estranea, invece Io dovevo scendere in casa mia, dovevo trovare dove doveva scendere la Mia Luce, il mio Cielo, le mie gioie senza numero. E la Sovrana Celeste, col possedere la Mia Volontà Divina, Mi preparò questo soggiorno, questo Cielo, niente dissimile dalla Patria Celeste; non è forse la Mia Volontà che forma il Paradiso di tutti i Beati? Onde, come la Luce del Mio FIAT Mi tirò nel suo seno, e la Luce del Verbo discese, le Luci si tuffarono insieme e la Vergine pura, Regina e Madre, con poche gocce di sangue che fece scorrere dal suo Cuore ardente, formò il velo della Mia Umanità intorno alla Luce del Verbo, la racchiuse dentro, ma la Mia Luce era immensa, e mentre la Mia Mamma Divina racchiuse la sua sfera dentro del velo della Mia Umanità che Mi formò, non potette contenere i raggi. Essi straripavano fuori, e più che Sole che, dall’altezza della sua sfera quando sorge, spande i suoi raggi sulla terra per rintracciare le piante, i fiori, il mare, le creature tutte per dare a tutti gli effetti che contiene la sua luce, e come trionfante dall’altezza della sua sfera guarda il bene che fa e la vita che infonde in ciascuna cosa che investe, così feci Io.
Più che Sole che sorge, da dentro il velo della Mia Umanità, con i raggi che straripavano fuori andavo rintracciando tutte le creature, per dare a ciascuna la Mia Vita ed i beni che ero venuto a portare sulla terra. Questi raggi, da dentro la mia sfera bussavano ad ogni cuore, picchiavano forte per dirgli: ‘Apritemi, prendete la Vita che son venuto a portarvi’.
Questo Mio Sole non tramonta mai, e continua ancora a fare la sua via spandendo i suoi raggi, picchiando e ripicchiando il cuore, la volontà, le menti delle creature per dare la Mia Vita. Ma quanti Mi chiudono le porte e giungono a ridersi della Mia Luce? Ma è tanto il Mio Amore che con tutto ciò non Mi ritiro, continuo il mio sorgere continuo, per dar vita alle creature ”. (…)
25 dicembre 1938 - Vol. 36
La discesa del Verbo. È facile far nascere Gesù, purché si viva nel Suo Volere. (…)
(Scrive Luisa:) Onde, continuavo a pensare alla discesa del Verbo Divino: e dicevo tra me: “Come mai può nascere Gesù nelle anime nostre? ”Ed il caro Bambino ha soggiunto: “Figlia mia, è la cosa più facile il farMi nascere, molto più che Noi non sappiamo fare cose difficili; la Nostra Potenza facilita tutto; purché la creatura viva nel Nostro Volere, tutto è fatto. Come vuol vivere di Esso, già forma l’abitazione al tuo Piccolo Gesù; come vuol dare principio a fare i suoi atti, così Mi concepisco; e come compie il suo atto, Mi fa nascere: come ama nel Mio Volere, così Mi veste di luce e Mi riscalda delle tante freddezze delle creature; ed ogni volta che Mi dà la sua volontà e prende la Mia, Io Mi trastullo e formo il mio gioco e canto vittoria d’aver vinto l’umano volere, Mi sento il Piccolo Re vincitore.
Vedi dunque, figlia mia, come è facile da parte del tuo Piccolo Gesù, perché quando troviamo la Nostra Volontà nella creatura possiamo far tutto. Essa ci somministra tutto ciò che ci vuole e vogliamo per formare la Nostra Vita e le Nostre Opere più belle. Invece, quando non vi è il Nostro Volere, restiamo inceppati; dove Ci manca l’amore, dove la santità, dove la potenza, dove la purezza e tutto ciò che occorre per rinascere e formare la Nostra Vita in loro. Perciò il tutto sta da parte della creatura ché da parte Nostra Ci mettiamo a sua disposizione.
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