L'AZIONE DELLO SPIRITO SANTO IN NOI
Il discernimento degli spiriti
Se vogliamo capire come Dio agisce in noi, per riconoscere la sua azione, dobbiamo ricordare che lo Spirito di Dio è Creatore. Con questa parola si intende dire che l'azione dello Spirito Santo in noi ha i caratteri di una creazione, che si dilata e cresce. Quali sono i caratteri propri dell'azione dello Spirito Santo, come possiamo riconoscerli, e sapere se veramente siamo condotti dallo Spirito di Dio?
La dottrina che risponde a questa domanda è antica quanto il cristianesimo, anzi più del cristianesimo, perché si trova già negli scritti di Qumran e nel Vangelo. Dopo il Vangelo, uno degli scritti fondamentali della prima letteratura cristiana è «Il Pastore» di Erma, scritto nel 140; poi la troviamo in sant'Agostino e in tanti altri Padri della Chiesa, fino a san Bernardino da Siena, all'Imitazione di Cristo, a sant'Ignazio di Loyola e altri santi: È la «discretio spirituum», il discernimento degli spiriti.
Un grande scrittore di spiritualità cristiana del quinto secolo, Diadoco di Foticea, in un libro di cento capitoli sulla perfezione spirituale ci aiuta a capire quando e come lo Spirito Santo agisce in noi. È importantissimo, perché noi possiamo essere condotti dallo spirito del maligno anziché dallo Spirito di Dio.
Come conoscere dunque l'azione dello Spirito Santo in noi? Rispondo: lo Spirito è Creatore, l'azione dello Spirito di Dio in noi è un'azione che continua la creazione dell'uomo. Questa continuità di creazione importa una fedeltà. Noi dobbiamo dubitare delle anime instabili, delle anime che oggi vogliono essere contemplative e vivere soltanto nell'estasi, e domani vogliono invece vivere un servizio al prossimo che non le lasci più in riposo. Evidentemente qui non vi è lo Spirito di Dio.
Lo Spirito di Dio esige continuità, cioè la fedeltà ai suoi impulsi, che portano l'anima in una data direzione.
Nella vita spirituale non si può pretendere di giungere a nessuna mèta se andiamo vagando qua e là, diretti ora da una parte ora dall'altra, se ora vogliamo una cosa e ora un'altra. Per questo, in tante Congregazioni religiose è legge che non si prenda mai una persona che venga da un’altra Congregazione, da un altro Istituto. Ci possono essere casi eccezionali, lo si è visto anche nella storia della santità cristiana: persone che appartenevano a un certo Istituto e poi Dio le ha portate a fondare altre Congregazioni. Ma anche in questo caso conservano lo stesso spirito; è indubbio, per esempio, che la beata Anna Michelotti, cresciuta alla spiritualità salesiana, l'ha mantenuta nella fondazione della sua Congregazione di vita attiva. È indubbio che Luisa Margherita Claret de la Touche ha conservato la spiritualità salesiana, anche se ha fondato Betania. Dio può anche volere che escano da una Congregazione delle anime, ma per una particolare missione, che non potrebbe essere vissuta rimanendo nello stesso Istituto.
Ma la vita è una sola, e anche se voi siete venute fuori dalla vostra famiglia, non vi hanno cambiato il sangue; voi rimanete figlie di una certa famiglia con un certo tipo sanguigno, perché l'uomo non può cambiare sostanzialmente; e se non cambia sostanzialmente sul piano biologico per quanto riguarda la vita fisica, non può cambiare nemmeno spiritualmente per quanto riguarda la vita spirituale. La spiritualità è una sola. Non si può essere Carmelitana e poi diventare Salesiana, altrimenti non è né Salesiana né Carmelitana. Lo spirito è uno, quando veramente lo si possiede.
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