lunedì 6 marzo 2023

I Dieci Comandamenti

 


Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta


Discorso conclusivo di Gesù all’acqua speciosa. La purificazione dell’uomo.  


Con questo discorso che segue, il Gesù “valtortiano” termina le Sue catechesi all’Acqua Speciosa e penso che anche noi sentiremo molto la mancanza delle Sue Parole, che per diversi mesi ci hanno aiutato a meglio comprendere la Sua dottrina ed in particolare la Legge e i Profeti, ma mai modificandola o annacquandola (come invece purtroppo ci sentiamo a volte insegnare anche dagli altari), ma anzi completandola con esempi e similitudini sempre molto chiari per tutti. 177  


17 marzo 1945 

«Figli miei nel Signore 178 , . la festa della Purificazione 179 è ormai imminente e ad essa Io, Luce del mondo, vi mando preparati con quel minimo necessario a ben compierla. Il primo lume della festa da cui trarrete fiamma per tutti gli altri. Perché ben stolto sarebbe colui che pretendesse accendere molti lumi non avendo come accendere il primo. E ancora più stolto sarebbe colui che pretendesse iniziare la sua santificazione dalle cose più ardue, trascurando ciò che è la base dell’edificio immutabile della perfezione: il Decalogo. 

Si legge nei Maccabei 180 che Giuda ed i suoi, avendo con la protezione del Signore ripreso il Tempio e la Città, distrussero gli altari agli dèi stranieri e i tempietti e purificarono il Tempio. 

Poi alzarono un altro altare e con le  pietre focaie suscitarono il fuoco, offersero i sacrifizi, fecero ardere l’incenso, posero i lumi e i pani della proposizione e poi, prostrati tutti a terra, supplicarono il Signore a non farli più peccare o, se per loro debolezza venissero di nuovo al peccato, che venissero trattati con divina misericordia. E questo avveniva il venticinque del mese di casleu. 

Consideriamo e applichiamo il racconto a noi stessi, perché ogni parola della storia d’Israele, essendo di popolo eletto, ha un significato spirituale.  

La vita è sempre insegnamento.  

La vita d’Israele è insegnamento non solo per i giorni terreni, ma per la conquista dei giorni eterni. 

 ‘Distrussero gli altari e i tempietti pagani’. 

Ecco la prima operazione. Quella che Io vi ho indicato di fare col nominarvi gli dèi individuali che sostituiscono il Dio vero: le idolatrie del senso, dell’oro, dell’orgoglio, i vizi capitali che portano alla profanazione e morte dell’anima e del corpo e al castigo di Dio. 

Io non vi ho schiacciati sotto le innumerabili formole che ora opprimono i fedeli, e sono di baluardo alla vera Legge, oppressa, nascosta da cumuli e cumuli di proibizioni tutte esteriori, che con la loro oppressione conducono il fedele a perdere di vista la lineare, chiara, santa voce del Signore che dice: ‘Non bestemmiare. Non idolatrare. Non profanare le feste. Non disonorare i genitori. Non uccidere. Non fornicare. Non rubare. Non mentire. Non invidiare le cose altrui. Non appetire la moglie altrui’. Dieci ‘non’. E non uno di più. E sono le dieci colonne del tempio dell’anima. Sopra splende l’oro del precetto santo fra i santi:‘Ama il tuo Dio. Ama il tuo prossimo’. È il coronamento del tempio. È la protezione delle fondamenta. È la gloria del costruttore. Senza l’amore uno non potrebbe ubbidire alle dieci regole e cadrebbero le colonne, tutte od alcuna, e il tempio rovinerebbe o totalmente o parzialmente. Ma sempre sarebbe rovinato e non più atto ad accogliere il Santissimo.” 

Fate ciò che vi ho detto, abbattendo le tre concupiscenze .  

Dando un nome schietto al vostro vizio, così come schietto è Dio nel dirvi: ‘Non fare questo e quello’. Inutile sottilizzare sulle forme.  

Chi ha un amore più forte di quello che dà a Dio, quale che sia questo amore, è un idolatra.  

Chi nomina Dio professandosi suo servo e poi lo disubbidisce, è un ribelle.  

Chi per avidità lavora in sabato è un profanatore ed è un diffidente e presuntuoso. 

Chi nega un soccorso ai genitori adducendo pretesti, anche se dice che sono opere date a Dio, è uno in odio a Dio, che ha messo i padri e le madri a sua figura sulla terra.  

Chi uccide è sempre assassino.  

Chi fornica è sempre lussurioso.  

Chi ruba è sempre ladro.  

Chi mente è sempre un abbietto.  

Chi vuole ciò che non è suo, è sempre un ingordo della più esecrata fame.  

Chi profana un talamo è sempre un immondo. 

Così è.  

E vi ricordo che dopo l’erezione al vitello d’oro venne l’ira del Signore 181 , dopo l’idolatria di Salomone lo scisma che divise e indebolì Israele 182 , dopo l’ellenismo accettato, e anzi ben accolto e introdotto da giudei indegni sotto Antioco Epifane, vennero le nostre attuali sventure di spirito, di fortuna e di nazionalità 183 . Vi ricordo che Nabal e Abiù, falsi servi di Dio, furono percossi da Geovè 184 .  

Vi ricordo che non era santa la manna del sabato 185 .  

Vi ricordo Cam 186 e Assalonne.  

Vi ricordo il peccato di Davide su Uria 187 e quello di Assalonne su Amnon.  

Vi ricordo la fine di Assalonne e quella di Amnon 188 .  

Vi ricordo la sorte di Eliodoro ladro 189 , e Simone e Menelao 190 . 

Vi ricordo la ignobile fine dei due rettori falsi che avevano testimoniato con menzogna su Susanna 191 .  

E potrei continuare senza trovare fine agli esempi.  

Ma torniamo ai Maccabei.  

‘ E purificarono il Tempio’. 

Non basta dire: ‘Distruggo’. Occorre dire: ‘Purifico’. Vi ho detto come si purifica l’uomo: col pentimento umile e sincero. Non vi è peccato che Dio non perdoni se il peccatore è realmente pentito. Abbiate fede nella Bontà divina. Se voi poteste giungere a capire cosa è questa Bontà, anche fossero su voi tutti i peccati del mondo, non fuggireste da Dio, ma anzi correreste ai suoi piedi, perché solo il Buonissimo può perdonare ciò che l’uomo non perdona. 

 ‘E alzarono un altro altare’. 

Oh! non tentate inganno col Signore. Non siate falsi nel vostro agire. Non mescolate Dio a Mammona. Avreste un altare vuoto: quello di Dio. Perché inutile alzare un altare nuovo se permangono anche resti dell’altro. O Dio o l’idolo. Scegliete. 

***

a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini  



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