Il fuoco dell'Inferno è fuoco reale, fuoco che brucia come il nostro, ma incomparabilmente più attivo. Non vi sarà fuoco reale nell'Inferno, mentre vi è nel Purgatorio? «Lo stesso fuoco, afferma santo Agostino, tormenta i dannati e purifica gli eletti. «Questa verità si dimostra da gran numero di fatti; ed eccone uno attestato da monsignore di Ségur. Nell'aprile del 1870, scrive egli, ho veduto, a Foligno, e toccato una di quelle impronte di fuoco, talora prodotte dalle anime che appariscono e attestano che il fuoco dell'altra vita è fuoco reale. Nel convento delle Terziarie Francescane morì di apoplessia fulminante, al 4 novembre 1859, una buona suora, Teresa Gesta di nome, da molti anni maestra delle novizie e custode delle povere vesti del convento. Due giorni appresso suor Anna Felicia, succedutale in questo ufficio, all'entrare in guardaroba, udì gemiti che pareano provenienti dall'interno della stanza. Ne fu scossa, aperse tosto l'uscio, ma non vide alcuno. Intanto nuovi gemiti le vennero all'orecchio, sì spiccati, che malgrado il suo coraggio ordinario, ella ne prese paura, e: Gesù, Maria! gridò, che è questo! Non avea finito, che sentì una voce lamentevole, accompagnata da dolenti sospiri, che diceva: Oh Dio, che peno tanto! La religiosa stupefatta riconobbe tosto la voce di suor Teresa. Allora tutta la stanza riempissi di denso fumo, e l'ombra della defunta comparve, strisciandosi lungo la parete, diretta verso la porta. Come vi giunse, gridò con forza: Ecco un testimonio della misericordia di Dio! E insieme diede un colpo nella superior parte della porta, lasciandovi spiccata nel legno riarso l'impronta della sua destra, e disparve. Suor Anna Felicia era rimasta mezzo morta di spavento; poi si mise a gridare aiuto! Accorre una delle consorelle, poi un'altra, poi tutta la comunità, che si serra intorno a lei e stupisce al sentire odor di bruciato. Suor Anna racconta l'accaduto, mostrando la terribile impronta; e tutte riconosconvi la mano, notabilmente picciola, della già suor Teresa. Fuggono sgomentate in coro a pregare, passano così la notte in penitenza, e la mattina si comunicano per la defunta. Intanto se ne sparge al di fuori la novella, le altre religiose famiglie della città si associano con loro pregando, ed il giorno appresso, che fu il 18 novembre, suor Anna, sul punto di coricarsi, udissi chiamar nettamente per nome dalla voce di suor Teresa. Nel medesimo istante le si presenta uno splendido globo ad illuminar la celletta come di pieno giorno, e la voce della defunta si spicca in accento di gioioso trionfo: Sono morta di venerdì, giorno della Passione; e di venerdì me ne vado alla gloria! Siate forti a portare la croce, siate coraggiose a patire, amate la povertà! E aggiungendo con amore addio, addio, addio! si trasforma in una leggiera nuvoletta di smagliante candore e dispare, volandosene al cielo. Apertosi tosto dal Vescovo e dai magistrati di Foligno regolare processo del fatto, il 25 novembre si scoprì alla presenza di numerosi testimonii la tomba di suor Teresa, e confrontata l'impronta dell'uscio colla mano di lei, si trovò rispondere perfettamente. Laonde per autorevole sentenza le cose su esposte vennero confermate per vere. La porta colla sua impronta si conserva religiosamente da quelle monache, e la madre Badessa, già testimonio del fatto, compiacquesi ella medesima di farla vedere anche a me.
del R. P. SCHOUPPES S.J.
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