Secondo le visioni del
Ven. Anna Caterina Emmerick
LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE
(Dalla fine della prima Pasqua alla prigionia di San Giovanni Battista)
Lettera di Re Abgaro
Da Betania, dove Gesù si era nascosto per qualche tempo, si recò al battistero vicino a Ono. Gli accordi che erano stati presi lì erano sorvegliati da un guardiano. Quando seppero che Gesù ibn al-Iii, i discepoli e molte persone dei dintorni si riunirono. Mentre Gesù parlava alle folle che ascoltavano a ruota, in parte in piedi e in parte sedute su panche di legno, si avvicinò uno straniero con sei compagni, montati su muli, e giunto a una certa distanza dal luogo in cui Gesù stava parlando, si fermò e piantò una tenda. Era un messaggero del re di Edessa, Abgarus, che era malato. Il messaggero gli portò dei doni e una lettera in cui lo pregava di recarsi lì per essere guarito. Il re Abgaro aveva un tumore ai piedi e camminava zoppicando. Alcuni viaggiatori gli avevano parlato di Gesù, dei suoi miracoli, della testimonianza di Giovanni e dell'ira di Giosuè Fariseo durante l'ultima Pasqua, e tutto ciò lo aveva riempito di desiderio di vederlo nel suo paese e di ottenere da lui la guarigione. EV giovane messaggero del re sapeva dipingere e gli fu ordinato, se Gesù non poteva o non voleva venire, di portarvi almeno il suo volto in un graffito. Vidi che quell'uomo cercava in tutti i modi di avvicinarsi a Gesù e non lo chiedeva: guardava da una parte e dall'altra della folla per ascoltare l'insegnamento di Gesù e allo stesso tempo per dipingersi il volto. Allora Gesù ordinò a uno dei discepoli di portare l'uomo e di dargli un posto su una piattaforma vicina. Il discepolo condusse il messaggero nel luogo stabilito, così come i suoi compagni, affinché potessero ascoltare e vedere. I doni che avevano consistevano in panni di lino, piatti d'oro fino e graziosi agnellini.
Il messaggero, felicissimo di vedere Gesù, dispiegò la sua tavola e, appoggiandola sulle ginocchia, cominciò a guardare con ammirazione Gesù, mentre cercava di dipingerne il volto. Aveva davanti a sé una tavola bianca come il bosso. Cominciò prima a incidere con una punta il profilo della testa e della barba di Gesù, senza il collo: poi sembrò mettere sulla tavola qualcosa di simile alla cera morbida, e modellarla con le dita. Di nuovo incideva sulla tavola, dandole forma, e sebbene lavorasse a lungo, non finiva mai il suo lavoro. Ogni volta che guardava il volto di Gesù, sembrava che, pieno di ammirazione, rifacesse il lavoro più e più volte. Quando ho visto Luca dipingere, non dipingeva in questo modo, ma con i pennelli. L'opera di quest'uomo era di alto rilievo. Gesù continuò a insegnare per un altro po' di tempo e alla fine mandò un discepolo a dire all'uomo di avvicinarsi per poter realizzare il suo messaggio. Allora l'uomo si avvicinò a Gesù, seguito da coloro che lo accompagnavano, i quali I doni e gli agnellini, dal suo principale. Quest'uomo indossava un abito corto, senza mantello, simile a quello di uno dei Re. Sul braccio sinistro aveva la sua immagine a forma di scudo, tenuta da una cinghia. Nella mano destra teneva i capelli grigi del suo fazzoletto. Si inginocchiò davanti a Gesù, si inchinò e disse: "Il tuo servo è il servo del re Abgaro di Edessa, che è malato e ti manda questa lettera chiedendoti di raccogliere i suoi doni". Mentre diceva questo, i servi vennero da lui con i doni. Gesù rispose che era contento della buona volontà del re e diede ordine ad alcuni discepoli di ricevere i doni e di distribuirli in seguito tra la gente del luogo. Gesù prese poi il biglietto che dispiegò davanti a sé e lesse. Ricordo solo che, tra le altre cose, la lettera diceva: Poiché era in grado di risuscitare i morti, lo pregava di venire da lui e di guarirlo dalla sua malattia. La lettera era, al centro, dove era scritta, più consistente, e le orde. più morbide, come se fossero di pelle morbida, o di seta chiudevano la lettera stessa. Vidi che c'era un nastro appeso. Quando Gesù lesse la lettera, girò la busta o la superficie della lettera e scrisse con un punteruolo, che tirò fuori dalle sue vesti e dal quale trasse alcuni caratteri sull'altro lato della pergamena. Le parole scritte erano piuttosto grandi: poi chiuse il cono. Poi si fece portare dell'acqua, si lavò il viso e si passò la parte morbida dell'involucro del messaggio sul viso e la riconsegnò al messaggero, che la premette contro la tavola del suo disegno. A quel punto fu visibile un disegno perfetto e finito. Il pittore fu così felice che prese la tavola appesa al suo fianco e la rivolse agli spettatori che stavano guardando la scena. si gettò davanti a Gesù e se ne andò subito. Alcuni dei suoi compagni rimasero indietro e seguirono Gesù, che poi si allontanò e andò al secondo battistero che Giovanni aveva lasciato oltre il Giordano. Questi stranieri si lasciarono battezzare lì. Vidi il messaggero giungere in un luogo di fronte a una città dove c'erano edifici di pietra e case di mattoni e vi passò la notte. Il mattino seguente alcuni operai videro una luce, come un fuoco, e vennero di buon mattino e videro che questo prodigio proveniva dal telo che il messaggero portava con sé. C'era una folla tante persone accorsero sul posto. Il pittore mostrò loro il quadro, e allora vidi che anche la tela che Gesù aveva usato portava la stessa impressione. Il re Abgaro lo incontrò a distanza nel suo giardino e, quando vide il quadro e lesse la lettera di Gesù, si commosse molto. Cambiò subito vita e mandò via le molte donne con cui peccava. In seguito vidi che dopo la morte di quel re e di suo figlio, a causa di un malvagio successore, il quadro, che era sempre stato alla pubblica venerazione, fu portato via da un pio vescovo insieme a una lampada che ardeva davanti ad esso e murato, e che dopo molto tempo fu restituito al pubblico e che la figura era stata incisa anche sul mattone che l'aveva nascosta".
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